agosto 29, 2012

La questione ebraica dalla rivoluzione francese alla questione sionista

Nella ricerca al quale diamo avvio è di fondamentale importanza la determinazione dell’oggetto oltre che il metodo da adottare e le fonti su cui basarsi. Sappiamo che molte cose ci diverranno più chiare in corso d’opera. Per adesso, con riserva di ulteriore discussione, ove necessaria, ci sembra essenziale una triplice distinzione in una Questione che è spesso rappresentato come unitaria nelle storie dell’antisemitismo seguite a quella di Bernard Lazare. La Questione sionista che per noi inizia nel 1882 con i primi insediamenti di coloni in Palestina è per noi cosa diversa dalla Questione giudaica che si forma nel tempo soprattutto in opposizione al cristianesimo che dal giudaismo nasce, ma assorbendo sincretisticamente molti elementi dalle religioni del mondo ellenistico. Si tratta qui di una questione prettamente teologica cui si associano momenti sociologici derivanti dalle funzioni sociali ed economiche che gli “ebrei”, da sempre chiusi in un loro mondo settario, via via assumono nelle società in cui convivono, senza farne mai interamente parte, a quel che almeno a prima vista sembra. Fu proprio Bernard Lazare a dare questa indicazione storiografica, chiedendosi se le ragioni della ostilità che in ogni epoca e in ogni luogo gli ebrei incontravano non dovessero ricercarsi in loro peculiarità piuttosto che in una impossibile concertazione degli altri. Essendo piuttosto difficile l’individuazione delle fonti di una siffatta ricerca, daremo la preferenza a due autori che della materia si sono occupati, Giulio Morosini e Eisenmenger, i cui testi sono disponibili in rete. Noi ne faremo una riedizione, trascrivendo le immagini digitalizzate in formato pdf. Questi testi saranno la base per ulteriori ricerche, cercando di ampliare quanto più possibile lo spettro delle fonti utilizzate, che saranno accompagnate da un nostro commento critico. Va poi distinta ancora dalla Questione giudaica quello che noi delimitiamo come Questione ebraica e che giustifica in senso proprio la nozione di “antisemitismo”, che per noi si pone dopo il 1789 e non prima, dove ci sembra si debba invece parlare di questione giudaica, caratterizzata come detto. L’equiparazione dei diritti concessa agli ebrei dal 1789 in poi pone il problema dell’assimilazione, che per un verso è osteggiato dalle comunità ebraiche che non vogliono perdere i loro “fedeli”, prima tenuti insieme da una rigida disciplina, riconosciuta anche agli stati; e per altri versi suscita diffidenza negli altri cittadini, che dubitano della fedeltà degli “assimilati” ed ancor più di quelli non assimilati. Del tutto distinta dalla questione “giudaica” e da quella “ebraica” è quella “sionista”, anche se le tre “questioni” possono avere momenti di congiunzione, che nella ricerca stessa saranno di volta in volta enucleati. 
Per la questione propriamente ebraica, che sorge dalla equiparazione dei diritti concessa dalla rivoluzione francese, sono disponibili fonti giornalistiche e periodiche, alle quali attingeremo di preferenza. Abbiamo posto un termine a quo ed uno ad quem, perché ci sembra che almeno nella sua fase finale la «questione ebraica» venga assorbita nella «questione sionista», anche se non mancano consistente e significative frange giudaiche, come Neturei Karta, che stabiliscono addirittura una netta contrapposizione fra giudaismo e sionismo, che in effetti fin dal 1882 era malvisto ed osteggiato dalle esigue comunità ebraiche autoctone della Palestina. Si crea una miscela “esplosiva” fra giudaismo e sionismo, i cui effetti sono tuttora all’ordine del giorno e sui quali non possiamo qui dare altre anticipazionei.

La Questione giudaica dalle origini alla Rivoluzione francese

Nella ricerca al quale diamo avvio è di fondamentale importanza la determinazione dell’oggetto oltre che il metodo da adottare e le fonti su cui basarsi. Sappiamo che molte cose ci diverranno più chiare in corso d’opera. Per adesso, con riserva di ulteriore discussione, ove necessaria, ci sembra essenziale una triplice distinzione in una Questione che è spesso rappresentato come unitaria nelle storie dell’antisemitimo seguite a quella di Bernard Lazare. La Questione sionista che per noi inizia nel 1882 con i primi insediamenti di coloni in Palestina è per noi cosa diversa dalla Questione giudaica che si forma nel tempo soprattutto in opposizione al cristianesimo che dal giudaismo nasce, ma assorbendo sincretisticamente molti elementi dalle religioni del mondo ellenistico. Si tratta qui di una questione prettamente teologica cui si associano momenti sociologici derivanti dalle funzioni sociali ed economiche che gli “ebrei”, da sempre chiusi in un loro mondo settario, via via assumono nelle società in cui convivono, senza farne mai interamente parte, a quel che almeno a prima vista sembra. Fu proprio Bernard Lazare a dare questa indicazione storiografica, chiedendosi se le ragioni della ostilità che in ogni epoca e in ogni luogo gli ebrei incontravano non dovessero ricercarsi in loro peculiarità piuttosto che in una impossibile concertazione degli altri. Essendo piuttosto difficile l’individuazione delle fonti di una siffatta ricerca, daremo la preferenza a due autori che della materia si sono occupati, Giulio Morosini e Eisenmenger, i cui testi sono disponibili in rete. Noi ne faremo una riedizione, trascrivendo le immagini digitalizzate in formato pdf. Questi testi saranno la base per ulteriori ricerche, cercando di ampliare quanto più possibile lo spettro delle fonti utilizzate, che saranno accompagnate da un nostro commento critico. Va poi distinta ancora dalla Questione giudaica quello che noi delimitiamo come Questione ebraica e che giustifica in senso proprio la nozione di “antisemitismo”, che per noi si pone dopo il 1789 e non prima, dove ci sembra si debba invece parlare di questione giudaica, caratterizzata come detto. L’equiparazione dei diritti concessa agli ebrei dal 1789 in poi pone il problema dell’assimilazione, che per un verso è osteggiato dalle comunità ebraiche che non vogliono perdere i loro “fedeli”, prima tenuti insieme da una rigida disciplina, riconosciuta anche agli stati; e per altri versi suscita diffidenza negli altri cittadini, che dubitano della fedeltà degli “assimilati” ed ancor più di quelli non assimilati. Del tutto distinta dalla questione “giudaica” e da quella “ebraica” è quella “sionista”, anche se le tre “questioni” possono avere momenti di congiunzione, che nella ricerca stessa saranno di volta in volta enucleati.