Nella ricerca al quale diamo avvio è di fondamentale importanza la
determinazione dell’oggetto oltre che il metodo da adottare e le fonti
su cui basarsi. Sappiamo che molte cose ci diverranno più chiare in
corso d’opera. Per adesso, con riserva di ulteriore discussione, ove
necessaria, ci sembra essenziale una triplice distinzione in una
Questione che è spesso rappresentato come unitaria nelle storie
dell’antisemitismo seguite a quella di Bernard Lazare. La Questione
sionista che per noi inizia nel 1882 con i primi insediamenti di coloni
in Palestina è per noi cosa diversa dalla Questione giudaica che si
forma nel tempo soprattutto in opposizione al cristianesimo che dal
giudaismo nasce, ma assorbendo sincretisticamente molti elementi dalle
religioni del mondo ellenistico. Si tratta qui di una questione
prettamente teologica cui si associano momenti sociologici derivanti
dalle funzioni sociali ed economiche che gli “ebrei”, da sempre chiusi
in un loro mondo settario, via via assumono nelle società in cui
convivono, senza farne mai interamente parte, a quel che almeno a prima
vista sembra. Fu proprio Bernard Lazare a dare questa indicazione
storiografica, chiedendosi se le ragioni della ostilità che in ogni
epoca e in ogni luogo gli ebrei incontravano non dovessero ricercarsi in
loro peculiarità piuttosto che in una impossibile concertazione degli
altri. Essendo piuttosto difficile l’individuazione delle fonti di una
siffatta ricerca, daremo la preferenza a due autori che della materia si
sono occupati, Giulio Morosini e Eisenmenger, i cui testi sono
disponibili in rete. Noi ne faremo una riedizione, trascrivendo le
immagini digitalizzate in formato pdf. Questi testi saranno la base per
ulteriori ricerche, cercando di ampliare quanto più possibile lo spettro
delle fonti utilizzate, che saranno accompagnate da un nostro commento
critico. Va poi distinta ancora dalla Questione giudaica quello che noi
delimitiamo come Questione ebraica e che giustifica in senso proprio la
nozione di “antisemitismo”, che per noi si pone dopo il 1789 e non prima, dove ci sembra si debba invece parlare di questione giudaica,
caratterizzata come detto. L’equiparazione dei diritti concessa agli
ebrei dal 1789 in poi pone il problema dell’assimilazione, che per un
verso è osteggiato dalle comunità ebraiche che non vogliono perdere i
loro “fedeli”, prima tenuti insieme da una rigida disciplina,
riconosciuta anche agli stati; e per altri versi suscita diffidenza
negli altri cittadini, che dubitano della fedeltà degli “assimilati” ed
ancor più di quelli non assimilati. Del tutto distinta dalla questione
“giudaica” e da quella “ebraica” è quella “sionista”, anche se le tre
“questioni” possono avere momenti di congiunzione, che nella ricerca
stessa saranno di volta in volta enucleati.
Per la questione propriamente ebraica, che sorge dalla equiparazione dei diritti concessa dalla rivoluzione francese, sono disponibili fonti giornalistiche e periodiche, alle quali attingeremo di preferenza. Abbiamo posto un termine a quo ed uno ad quem, perché ci sembra che almeno nella sua fase finale la «questione ebraica» venga assorbita nella «questione sionista», anche se non mancano consistente e significative frange giudaiche, come Neturei Karta, che stabiliscono addirittura una netta contrapposizione fra giudaismo e sionismo, che in effetti fin dal 1882 era malvisto ed osteggiato dalle esigue comunità ebraiche autoctone della Palestina. Si crea una miscela “esplosiva” fra giudaismo e sionismo, i cui effetti sono tuttora all’ordine del giorno e sui quali non possiamo qui dare altre anticipazionei.
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