giugno 13, 2010

La questione sionista ed il Vicino Oriente – Tratte da “Oriente Moderno” cronache dell’anno 1921: § 1a: Palestina e Mesopotamia.

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La lettura di «Oriente Moderno», anno 1921, secondo semestre, offre una sobria e rigorosa rassegna stampa delle notizie sulla Palestina, il Vicino Oriente e l’affermarsi del sionismo. È qui possibile una duplice modalità di lettura: in verticale (↑↓), a papiro, in un singolo post, di tutto e del solo testo originale dei fascicoli mensili, dove diviso per capitoli (cap., c.) e annate con qualche illustrazione grafica si affianca qui una diversa lettura in modalità orizzontale (← →), a libro, di ogni singolo paragrafo (§), dove è possibile un commento critico con webgrafia, note, iconografia e ogni utile integrazione. Il Lettore che desidera leggere i testi senza nessuna mediazione del Curatore può spostarsi sulla lettura verticale, a papiro, con un semplice clic sul numero del Cap., mentre chi vuole un’analisi e discussione dei testi ovvero avvalersi degli apparati forniti dal Curatore ovvero partecipare al Forum, può trovare maggiore interesse in un diverso editing dello stesso testo. Si spera che la segnaletica approntata e le numerose pagine di raccordo agevolino la navigazione in un ipertesto di dimensioni enciclopediche.


Palestina e Mesopotamia
da: Oriente Moderno,
Anno I, Nr. 1,
15 giugno 1921, p. 17

Lord Churchill si è recentemente recato in Egitto ed in Palestina per esaminare de visu il problema arabo. A tale scopo ha udito varie Delegazioni degli Stati arabi. Mentre la Mesopotamia sembra orientarsi verso l’erezione in Stato sovrano, sotto la reggenza dell’emiro Faisal, si accenna alla possibilità di creare una Transgiordania, indipendente, con a capo il fratello di Faisal, Abdallah. In Palestina ferve attivissimo il lavoro dei Sionisti per la formazione del grande centro nazionale ebraico, favorito dagli Inglesi; ma la resistenza e la opposizione della popolazione è scoppiata anche in aperti e sanguinosi conflitti.

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WEBGRAFIA. – La “Questione palestinese”. Si tratta di una pagina di sintesi, dove è richiamato anche il ruolo avuto da Winston Churchill, cui si deve il primo del tre “Libri Bianchi” sulla Palestina. Per un profilo di Winston Churchill.

Commento redazionale

Parlare oggi di Palestina è espressione ricorrente per indicare lo stato sorto nel 1948 come conseguenza della politica di quell’anno particolare, che andremo ricostruendo in apposito capitoli e paragrafi. Qui ci pare opportuno richiamare all’attenzione che la Palestina nasce da una spartizione, già allora, delle spoglie dell’Impero ottomano. La Palestina venne allora separata dalla Siria, con cui aveva costiuito una stessa unità economica e geopolitica. Vi furono negli anni che andiamo considerando vari congressi arabi che avevano per tema la conservazione di una unità sperimentata dalla storia e resa evidente da eventi successivi. L’irrazionalità dei confini stabiliti dalle potenze coloniali fu già notata allora e seguiranno qui appositi testi.

Quanto alla condotta di Churchill di quegli anni noi come posteri siamo oggi in grado di giudicare. Una politica ingiusta, parziale, arrogante. Saranno i fatti a dimostrare l’enorme ingiustizia che si consumò allora e di cui in parte faranno le spese gli stessi inglesi, utili idioti al servizio del sionismo. Il testo di Oriente Moderno è una sintesi, sobria e distaccata, della stampa dell’epoca. I redattori delle schede non si sentono tenuti ad un’analisi critica della situazione dell’epoca.

La propaganda sionista attuale si ferma di preferenza al 1948, anno di fondazione dello stato di Israele. Essa è pervasa di un bisogno patologico di riconiscimento di legittimità della nuova costruzione statuale. In quessto testo del 1921 risulta già come la popolazione indigena residente non fosse per nulla concorde con un insediamento che sarebbe culminato nella loro espulsione, rectius “pulizia etnica”, dal proprio territorio. Gli indigeni fin dal 1921 avevano ben visto nel volersi oppore ad un’operazione politica tutta condotta sulla loro pelle, grazie all’invasore britannico, che ben avrebbe fatto rimpiangere l’Impero ottomano.

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