giugno 27, 2010

La questione sionista ed il Vicino Oriente – Cronache dell’anno 1921. § 13: Commenti Sionisti al discorso di Sir Herbert Samuel.

§ 13a/1921 § Precedente/Successivo
La lettura di «Oriente Moderno», anno 1921, secondo semestre, offre una sobria e rigorosa rassegna stampa delle notizie sulla Palestina, il Vicino Oriente e l’affermarsi del sionismo. È qui possibile una duplice modalità di lettura: in verticale (↑↓), a papiro, in un singolo post, di tutto e del solo testo originale dei fascicoli mensili, dove diviso per capitoli (cap., c.) e annate con qualche illustrazione grafica si affianca qui una diversa lettura in modalità orizzontale (← →), a libro, di ogni singolo paragrafo (§), dove è possibile un commento critico con webgrafia, note, iconografia e ogni utile integrazione. Il Lettore che desidera leggere i testi senza nessuna mediazione del Curatore può spostarsi sulla lettura verticale, a papiro, con un semplice clic sul numero del Cap., mentre chi vuole un’analisi e discussione dei testi ovvero avvalersi degli apparati forniti dal Curatore ovvero partecipare al Forum, può trovare maggiore interesse in un diverso editing dello stesso testo. Si spera che la segnaletica approntata e le numerose pagine di raccordo agevolino la navigazione in un ipertesto di dimensioni enciclopediche.


§ 13a

c. 13a §§ 12a 14a

Commenti Sionisti al discorso di Sir Herbert Samuel

da: Oriente Moderno,
Anno I, Nr. 2,
15 luglio 1921, p. 92-93

a) Commenti Sionisti al discorso di Sir Herbert Samuel. – La Jüdiscbe Rundschau (settimanale di Berlino), che rappresenta la tendenza sionista più spinta, e non ha alcuna preoccupazione nazionale al di fuori della ebraica, nota che il discorso sarà accolto dai veri Sionisti con delusione. La severa condanna dei fatti di Giaffa, l’annunzio di misure che impediscano il rinnovarsi di essi, erano da prevedersi, e l’Alto Commissario non poteva fare a meno di pronunziare dichiarazioni in questo senso. E così era da prevedersi, e non ha sorpreso nessuno, il tono amichevole, con cui egli ha parlato degli Arabi, poichè la politica sionista non ha in alcun modo lo scopo di provocare un conflitto fra Arabi ed Ebrei, o anche solamente di inasprire le relazioni fra di essi. Ma Samuel doveva in questa occasione mostrare che anche il popolo ebraico, e non solamente il Governo inglese, vuol vivere insieme con gli Arabi nelle più cordiali relazioni; che anche i Sionisti sono alieni dal voler supremazia sugli Arabi, o l’oppressione di una qualsiasi parte della popolazione araba. Il popolo ebraico, che vive come minoranza in tutte le parti del mondo, sente più che ogni altro come sia riprovevole o dannosa una tale politica.

Una dichiarazione di Samuel in questo senso avrebbe fatto una profonda impressione, specialmente dopo i fatti di Giaffa; e si deve deplorare vivamente che essa sia mancata.

Le dichiarazioni di Samuel che il Governo inglese non permetterà giammai una dominazione ebraica, e l’attenuazione da lui fatta del concetto di «National Home» (1) destano l’impressione che egli condivida l’opinione che le aspirazioni ebraiche possano costituire un pericolo per la popolazione non ebraica. Samuel parla assai diffusamente di misure che debbono essere prese per tutelare gli interessi della popobzione non ebraica; ed è un’ironia, se non uno scherno, che poco dopo i fatti di Giaffa, che hanno dimostrato la completa mancanza di protezione per la popolazione ebraica, l’Alto Commissario non sappia parlare che della necessità della protezione della popolazione non ebraica.

Nessun cenno al fatto, che solamente «gli interessi religiosi politici ed economici», ma anche la vita e la sicurezza personale degli Ebrei sono invulnerabili.

Si comprende bene che questo discorso è un documento politico. Di fronte all’eccitazione ancora viva, al pericolo di uno scoppio degli istinti fanatici e sanguinari, il Commissario sente la necessità di calmare immediatamente la popolazione araba, e di togliere le basi della agitazione anti-ebraica che si fonda sulla «cupidigia di dominazione» degli Ebrei. Ma in ogni modo, il tono del discorso è sbagliato; si poteva calmare gli Arabi senza offendere la dignità degli Ebrei.

Il discorso non solo significa, nella sua parte politica, una completa capitolazione di fronte al terrorismo arabo, ma comporta a favore di esso una concessione di grande portata, cioè la limitazione dell’immigrazione. Tale limitazione, dovuta a motivi politici e non economici, deve essere combattuta.

L’organizzazione sionista si contenterà di sterili proteste, ovvero farà il possibile per procurare il lavoro per gli immigranti, in modo che la limitazione decretata perda il suo effetto?

Occorre stabilire subito un programma per l’inizio di lavori, e per la fondazione di istituti di credito; il danaro in questo ultimo periodo è affluito in quantità notevole dall’America. La limitazione della immigrazione da parte di quella Nazione che ha adottato la politica delle nazionalità, e del primo Governatore ebraico della Palestina, è un grave colpo; occorre pararlo, mettendosi alacremente e subito all’opera. (Jüdische Rundschau, 10-6-1921).

(1) Cioè una sede nazionale, secondo le parole della dichiarazione Balfour.
M. G.

b) II settimanale inglese Palestine di Manchester, organo del British Palestine Committe (sionista, ma soprattutto inglese, e quindi ben differente dalla Jüdische Rundschau che non si può chiamare tedesca), per giustificare le dichiarazioni di Samuel, premette che non ha mai mancato di criticare la politica inglese, quando ha commesso gravi errori. Un errore è quello di non avere fin da principio represso i primi sintomi di opposizione, e di aver trascurato di dare il vero significato della dichiarazione Balfour. Ora l’opposizione ha assunto grandi proporzioni; e si deve facilitare il Governo nella sua opera, con la sicurezza che esso manifesterà la sua adesione completa alla politica di Balfour.

Il periodico considera quindi con simpatia le dichiarazioni di Samuel, e vi trova lo schema di una politica costruttiva, che può appianare le difficoltà ora esistenti.

I provvedimenti riguardo all’immigrazione sono considerati dal periodico come saggi e prudenti, per le condizioni speciali dell’economia del paese, e i Sionisti devono cooperare con il Governo in questa nuova politica.

E cosi i provvedimenti per l’Amministrazione sembrano a «Palestine» assai opportuni, e tali da permettere forse la formazione di un partito moderato arabo, che limiti l’influenza degli estremisti. (Palestine, 11-6-1921).

M. G.

c) Il periodico Le Peuple Juif, settimanale di Parigi ed organo della Federazione sionista di Francia, è assai pessimista: le dichiarazioni di Samuel significano un grande pericolo per il Sionismo. Il periodico rileva che la debolezza dell’Amministrazione palestinese di fronte agli Arabi è la causa della situazione attuale.

Gli Arabi hanno preso ardire per la condotta non chiara del Governo inglese; e gli agitatori più in vista hanno perfino funzioni di Governo.

È insomma innegabile un cambiamento di politica in favore degli Arabi, i quali già annunziano che la dichiarazione Balfour ha perduto tutto il suo valore. (Le Peuple Juif, 24-6-1921).

M. G.

d) Sospensione dell’immigrazione in Palestina. – Cairo 8 maggio. - Risulta che l’immigrazione [ebraica] in Palestina è stata temporaneamente sospesa. (Times, 10-5-1921).
V. d. B.
Si confrontino infatti le dichiarazioni di Samuel qui sopra, p. 90-92.

e) Boicottaggio commerciale degli Ebrei a Giaffa. – Il Karmel ha da Giaffa che la popolazione araba ha deciso ed iniziato un severo boicottaggio commerciale contro gli Ebrei, e rifiuta di comprare da loro o di vender loro qualsiasi cosa. (al-Karmel, arabo di Caiffa, 18-5-1921).

V. d. B.

f) Protesta antisionista degli Arabi di Tul Karam. - Gli Arabi di Tul Karam pubblicano sul Karmel una protesta contro i Sionisti, reclamando (con tutto il rispetto per la sua persona) la destituzione del Commissario inglese Sir Herbert Samuel in quanto Ebreo, e del segretario per gli affari giudiziari Bentwich, sionista. Presentano poi le seguenti richieste:
  1. Annullamento della dichiarazione Balfour e divieto di immigrazione sionista.
  2. Espulsione degli immigrati recenti e dei bolscevichi.
  3. Sostituzione di tutti gli impiegati sionisti.
  4. Disarmo degli Ebrei, esclusi quelli indigeni che consegnarono le armi all’esercito britannico all’epoca dell’occupazione (al-Karmel, 18-5-1921).
V. d. B.
Tul Karam è a circa 25 km NW di Nabulus (Naplusa) e 56 km S. di Caiffa.

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