§ 22a/1921 § Precedente/Successivo
La lettura di «Oriente Moderno», anno 1921, secondo semestre, offre una sobria e rigorosa rassegna stampa delle notizie sulla Palestina, il Vicino Oriente e l’affermarsi del sionismo. È qui possibile una duplice modalità di lettura: in verticale (↑↓), a papiro, in un singolo post, di tutto e del solo testo originale dei fascicoli mensili, dove diviso per capitoli (cap., c.) e annate con qualche illustrazione grafica si affianca qui una diversa lettura in modalità orizzontale (← →), a libro, di ogni singolo paragrafo (§), dove è possibile un commento critico con webgrafia, note, iconografia e ogni utile integrazione. Il Lettore che desidera leggere i testi senza nessuna mediazione del Curatore può spostarsi sulla lettura verticale, a papiro, con un semplice clic sul numero del Cap., mentre chi vuole un’analisi e discussione dei testi ovvero avvalersi degli apparati forniti dal Curatore ovvero partecipare al Forum, può trovare maggiore interesse in un diverso editing dello stesso testo. Si spera che la segnaletica approntata e le numerose pagine di raccordo agevolino la navigazione in un ipertesto di dimensioni enciclopediche.
§ 22a
c. 22a ← §§ 21a ↔ 23a
«Confini assurdi». – Il prof. Alois Musil dell’Università di Praga, che dimorò a lungo fra i Beduini dell’Arabia Petrea e pubblicò su quest’ultima regione una splendida opera (Arabal Petraea, Wien 1907-08, 3 voll.), stampa nella Prager Presse del 4 settembre un articolo sugli assurdi confini (Widersinnige Grenze) stabiliti nel trattato di Sèvres senza tener conto delle condizioni locali…
«…La Transgiordania, almeno le antiche regioni Ammon e Moab, appartiene alh Palestina; Gerusalemme si provvede di viveri da queste fertili terre. Nondimeno esse ora sono separate dalla Palestina, e il fiume Giordano costituisce il confine. Ad ovest del Giordano comandano gl’Inglesi, sostenuti dai Sionisti; ad est del fiume spadroneggia l’Emiro ’Abdallah. La Palestina non aveva mai veduto ancora limiti cosi assurdi. Anche i Romani avevano diviso la Palestina dalla “Provincia Arabia”, ma tanto in Palestina quanto in Arabia era la sovranità romana. Oggi i fedeli dell’Emiro ’Abdallah intraprendono scorrerie contro la Palestina propriamente detta, turbano e saccheggiano le colonie ebraiche e poi scompaiono con il bottino nella Transgiordania araba indipendente.
L’Emiro Mahmud al-Faur, già grande partigiano dell’espulso Re Faisal [ora Re della Mesopotamia] ed attualmente devoto amico del generale Gouraud, protesta contro il confine da tiralinee fra la Palestina e la Siria a nord del lago di Genezaret. La sua tribù suole accampare d’autunno e d’inverno nei campi del Giordano, di primavera e d’estate sull’altopiano al-Giaulan. Tuttavia i diplomatici hanno assegnato i campi del Giordano alla Palestina, il territorio al-Giaulan alla Siria. L’Emiro Mahmud domanda che anche i campi del Giordano vengano alla Siria, perché egli non riconoscerà mai la sovranità dei Sionisti, ed è disposto a difendere, con tutta la sua tribù, il suo territorio contro i Sionisti fino all’ultima goccia di sangue. Le sue genti attaccano i pacifici coloni ebraici a nord del lago di Genezaret, mettono in salvo il loro bottino nella Siria francese, ed i coloni, qualora vogliano riavere i bovini e le pecore a loro rubati, devono trattare per ciò con i Govemi di Parigi e di Londra mediante i loro rappresentanti all’estero».
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WEBGRAFIA. – Un esilarante testo (e anche qui) di sedicenti “Liberali per Israele” blatera di “diritto internazionale” che in nessun caso può essere invocato per la costruzione dello stato di Israele, da Balfour in poi. Si tratta di un classico processo di immigrazione violenta con spoliazione delle popolazione indigene. Ciò non ha nulla a che fare con nessuna idea di “libertà”, se non quella dello stato di natura dove prevale la legge del più forte, e soprattutto con nessuna idea di diritto interno o internazionale, che è incompatibile con il concetto di libertà nel senso indicato. In realtà, fin dalla sua fondazione, già durante il Mandato inglese, il sionismo si è servito di una lobbismo capillare e di una propaganda ancora più capillare. Non si può comprendere la storia della Palestina dal 1992 ad oggi, se non si hanno sempre presente questi due fattori: lobbismo e propaganda.
COMMENTO E NOTE
Tra le vergogne della storia sono da annoverare i patti segreti fra Francia ed Inghilterra per la spartizione delle spoglie dell’Impero ottomano. Questi patti segreti venivano stipulato mentre si facevano promesse di tutt’altro segno alle popolazioni che erano state incitate alla ribellione contro il Turco per poi ritrovarsi sotto il giogo di un ben più dispotico padrone, il cui lascito di sangue continua a scorrere abbondante fino ai nostri giorni. Ciò che che qui interessa rilevare è come la Lobby sionista fosse in qualche modo partecipe a questi che non esitiamo a chiamare misfatti delle grandi potenze coloniali, che oggi fortunatamente non esistono più e sopravvive solo la cattiva fama che hanno lasciato e che soprattutto non può fondare nessun diritto, nessuna pretesa e nessun principio di diritto internazionale, ambito dal quale oggi sia gli Usa sia Israele hanno proclamato un loro principio di autoesenzione tutto le volte che torna loro utile allo stesso modo in cui invocano il diritto internazionale che sembra loro comodo. È tuttavia interessante la pagina qui riprodotta dal fascicolo del 7 gennaio 1920 di “Le peuple juive”, organo della Federazione sionista di Francia. È qui dato per scontato che il bottino inglese sia automaticamente loro e che gli inglesi non siano stati altro che loro esecutori in tutta la faccenda.
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