giugno 14, 2010

La questione sionista ed il Vicino Oriente – Tratte dall’ “Oriente Moderno" - Cronache dell’anno 1921. § 5a: La Palestina e l’Inghilterra.

§ 5a/1921 - § Predecente/Successivo
La lettura di «Oriente Moderno», anno 1921, secondo semestre, offre una sobria e rigorosa rassegna stampa delle notizie sulla Palestina, il Vicino Oriente e l’affermarsi del sionismo. È qui possibile una duplice modalità di lettura: in verticale (↑↓), a papiro, in un singolo post, di tutto e del solo testo originale dei fascicoli mensili, dove diviso per capitoli (cap., c.) e annate con qualche illustrazione grafica si affianca qui una diversa lettura in modalità orizzontale (← →), a libro, di ogni singolo paragrafo (§), dove è possibile un commento critico con webgrafia, note, iconografia e ogni utile integrazione. Il Lettore che desidera leggere i testi senza nessuna mediazione del Curatore può spostarsi sulla lettura verticale, a papiro, con un semplice clic sul numero del Cap., mentre chi vuole un’analisi e discussione dei testi ovvero avvalersi degli apparati forniti dal Curatore ovvero partecipare al Forum, può trovare maggiore interesse in un diverso editing dello stesso testo. Si spera che la segnaletica approntata e le numerose pagine di raccordo agevolino la navigazione in un ipertesto di dimensioni enciclopediche.


La Palestina e l’Inghilterra
da: Oriente Moderno,
Anno I, Nr. 1,
15 giugno 1921, p. 29-30

La Palestina e l’Inghilterra. - Il Karmel di Caiffa, continuando la sua campagna antisionista, pubblica un articolo intitolato «La Palestina è il verme roditore dell’influenza britannica nel medio Oriente». Rinnova le proteste contro il mandato palestinese e contro le promesse inadempiute, e osserva che l’Inghilterra crede forse che basti costituire il regno di Mesopotamia per conciliarsi gli Arabi e garantire la propria infuenza nella penisola: ossia dimentica che la Palestina è il ponte che collega l’Arabia all’Europa; se il commercio della Palestina è in mano a stranieri, questi domineranno anche l’Arabia e se tutti gli Arabi non comprendono ancora questo fatto, lo comprenderanno in avvenire e vedranno quale minaccia rappresenti la Palestina attuale per la loro vita politica, economica e sociale.

Se l’Inghilterra volesse veramente il bene della Palestina, dovrebbe incoraggiare e non impedire il rimpatrio degli Arabi palestinesi costretti ad emigrare sotto il passato governo, che vi riporterebbero le loro sostanze e la loro esperienza.

Gli Arabi molto sperano nel ministro Churchill per vedere soddisfatte le loro aspirazioni e riparati gli errori del passato. Potrebbe la Palestina rimanere sotto la influenza britannica e, anche se i suoi interessi non consentono l’unione con la Siria o con la Mesopotamia, restando schiettamente araba, venir costituita in regno, assieme alla Transgiordania, sotto l’emiro Zayd con il mandato inglese, togliendo le barriere economiche fra Palestina, Mesopotamia e Siria. Queste misure varrebbero a restaurare la fiducia degli Arabi nell’Inghilterra e la tranquillità al paese. (al-Karmel, arabo musulmano di Caiffa, 15-3-1921).
V. d. B.

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