§ 16a/1921 § Precedente/Successivo
La lettura di «Oriente Moderno», anno 1921, secondo semestre, offre una sobria e rigorosa rassegna stampa delle notizie sulla Palestina, il Vicino Oriente e l’affermarsi del sionismo. È qui possibile una duplice modalità di lettura: in verticale (↑↓), a papiro, in un singolo post, di tutto e del solo testo originale dei fascicoli mensili, dove diviso per capitoli (cap., c.) e annate con qualche illustrazione grafica si affianca qui una diversa lettura in modalità orizzontale (← →), a libro, di ogni singolo paragrafo (§), dove è possibile un commento critico con webgrafia, note, iconografia e ogni utile integrazione. Il Lettore che desidera leggere i testi senza nessuna mediazione del Curatore può spostarsi sulla lettura verticale, a papiro, con un semplice clic sul numero del Cap., mentre chi vuole un’analisi e discussione dei testi ovvero avvalersi degli apparati forniti dal Curatore ovvero partecipare al Forum, può trovare maggiore interesse in un diverso editing dello stesso testo. Si spera che la segnaletica approntata e le numerose pagine di raccordo agevolino la navigazione in un ipertesto di dimensioni enciclopediche.
§ 16a
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La situazione in Palestina al 1° agosto 1921
Palestina. - La reazione degli elementi locali contro l’immigrazione sionista è continuata così intensa che sir H. Samuel ha fatto tornare ai punti di partenza (Alessandria e Trieste) i piccoli nuclei di immigrati ebrei, che si accingevano a stabilirsi nella terra promessa.
Intanto una Delegazione palestinese si è costituita per perorare la causa della Palestina contro la minaccia del sionismo. I suoi sei componenti, presieduti da Musa Kazim Pascià al-Huseini, sono tutti nativi di Palestina; quattro musulmani e due cristiani (cf. qui avanti, p. 159).
La Delegazione tratterà col Governo inglese per esporre il reale stato della Palestina, e nello stesso tempo farà opera di propaganda per illuminare l’opinione pubblica, nella quale confida di trovare appoggio perchè si sa che il popolo inglese è stanco delle pressioni ebraiche esercitate sulla sua politica.
II programma della Delegazione è il seguente. A nome di tutti i Palestinesi, tanto musulmani che cristiani, cattolici e ortodossi, essa chiede che la Palestina rimanga ancora il paese dei Palestinesi e che questi possano rimanere i custodi dei Luoghi Santi che non sono stati affidati soltanto a loro, ma a tutto il mondo tanto cristiano che musulmano. Essa chiede che i Palestinesi possano vivere una vita libera e indipendente e ripudia la dichiarazione di Balfour con la quale si crea in Palestina una National House per gli Ebrei.
lnfine la Delegazione domanda la creazione di un Governo nazionale responsabile dinanzi a un Parlamento eletto dal popolo, cioè dai Musulmani, Cristiani ed Ebrei che abitano la Palestina da prima della guerra.
Tale è il programma della Delegazione araba palestinese. Passando per Roma (25-28 luglio), a molti che li hanno avvicinati, i membri della medesima hanno concordemente dichiarato che il popolo di Palestina è entusiasta della protesta pronunziata dal Papa nell’allocuzione concistoriale del 13 giugno contro la politica sionista attuata in Terrasanta, e che riconoscono nella voce di Benedetto XV la sola che siasi levata con energia ed efficacia contro la politica giudaica, alla quale sono asserviti per tanta parte molti Governi civili.
Intanto una Delegazione palestinese si è costituita per perorare la causa della Palestina contro la minaccia del sionismo. I suoi sei componenti, presieduti da Musa Kazim Pascià al-Huseini, sono tutti nativi di Palestina; quattro musulmani e due cristiani (cf. qui avanti, p. 159).
La Delegazione tratterà col Governo inglese per esporre il reale stato della Palestina, e nello stesso tempo farà opera di propaganda per illuminare l’opinione pubblica, nella quale confida di trovare appoggio perchè si sa che il popolo inglese è stanco delle pressioni ebraiche esercitate sulla sua politica.
II programma della Delegazione è il seguente. A nome di tutti i Palestinesi, tanto musulmani che cristiani, cattolici e ortodossi, essa chiede che la Palestina rimanga ancora il paese dei Palestinesi e che questi possano rimanere i custodi dei Luoghi Santi che non sono stati affidati soltanto a loro, ma a tutto il mondo tanto cristiano che musulmano. Essa chiede che i Palestinesi possano vivere una vita libera e indipendente e ripudia la dichiarazione di Balfour con la quale si crea in Palestina una National House per gli Ebrei.
lnfine la Delegazione domanda la creazione di un Governo nazionale responsabile dinanzi a un Parlamento eletto dal popolo, cioè dai Musulmani, Cristiani ed Ebrei che abitano la Palestina da prima della guerra.
Tale è il programma della Delegazione araba palestinese. Passando per Roma (25-28 luglio), a molti che li hanno avvicinati, i membri della medesima hanno concordemente dichiarato che il popolo di Palestina è entusiasta della protesta pronunziata dal Papa nell’allocuzione concistoriale del 13 giugno contro la politica sionista attuata in Terrasanta, e che riconoscono nella voce di Benedetto XV la sola che siasi levata con energia ed efficacia contro la politica giudaica, alla quale sono asserviti per tanta parte molti Governi civili.
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