giugno 27, 2010

La questione sionista ed il Vicino Oriente – Tratte da “Oriente Moderno” cronache dell’anno 1921. § 12a: Il discorso di Sir Herbert Samuel.

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La lettura di «Oriente Moderno», anno 1921, secondo semestre, offre una sobria e rigorosa rassegna stampa delle notizie sulla Palestina, il Vicino Oriente e l’affermarsi del sionismo. È qui possibile una duplice modalità di lettura: in verticale (↑↓), a papiro, in un singolo post, di tutto e del solo testo originale dei fascicoli mensili, dove diviso per capitoli (cap., c.) e annate con qualche illustrazione grafica si affianca qui una diversa lettura in modalità orizzontale (← →), a libro, di ogni singolo paragrafo (§), dove è possibile un commento critico con webgrafia, note, iconografia e ogni utile integrazione. Il Lettore che desidera leggere i testi senza nessuna mediazione del Curatore può spostarsi sulla lettura verticale, a papiro, con un semplice clic sul numero del Cap., mentre chi vuole un’analisi e discussione dei testi ovvero avvalersi degli apparati forniti dal Curatore ovvero partecipare al Forum, può trovare maggiore interesse in un diverso editing dello stesso testo. Si spera che la segnaletica approntata e le numerose pagine di raccordo agevolino la navigazione in un ipertesto di dimensioni enciclopediche.

§ 12a

c. 12a §§ 11a13a

Il discorso di Sir Herbert Samuel

da: Oriente Moderno,
Anno I, Nr. 2,
15 luglio 1921, p. 90-92

a) Il discorso di Sir Herbert Samuel.Il 3 giugno u.s. in occasione del genetliaco del re di Inghilterra, Sir Herbert Samuel, Alto Commissario britannico per la Palestina, ha pronunciato in Gerusalemme il seguente discorso:

«… Sono lieto di rilevare che la popolazione mostra un vivo desiderio di profittare dei benefici dell’istruzione; questa è la condizione essenziale per il progresso del paese. Il Governo ha redatto un vasto progetto, per il quale, entro 4 anni, il paese tutto sarà fornito di scuole.

«…Durante i cinque ultimi mesi, sono state aperte altre 34 scuole, che provvedono all’insegamento di 1.360 fanciulli, mentre 46 scuole sovvenzionate, che erano state aperte dagli abitanti del paese negli ultimi due anni, sono state assunte dal governo. Altre 36 scuole saranno aperte, durante il corrente anno finanziario.

«Nello stesso tempo sono stati presi provvedimenti per lo sviluppo delle due scuole normali (1) per uomini e donne, e al prossimo settembre vi saranno, in istruzione, 80 studenti nella prima, e più di 50 nella seconda. Sono stati nominati anche maestri, che vivranno fra le tribù Beduine per insegnare ai fanciulli. Per tutto questo non è stata necessaria alcuna tassa speciale, ma vi si è provveduto con il reddito generale del paese.

«Sono stati concessi altresì sussidi a un grande numero di scuole mantenute da comunità religiose o da altre istituzioni.

«Vengo ora alla situazione politica. Io sono assai dolente che l’armonia fra le varie confessioni religiose, e le razze della Palestina, armonia che io mi sono in ogni modo sforzato di favorire, non sia stata ancora raggiunta; e con la più grande attenzione ho considerato i provvedimenti, che possono essere i migliori per giungere a questo scopo. Permettete che in primo luogo io consideri ancora una volta il disgraziato malinteso, che è sorto in riguardo alle parole della dichiarazione di Balfour: «la costituzione in Palestina di una sede nazionale per gli Ebrei» (2). Io sento spesso dire, in varii circoli, che la popolazione araba di Palestina non consentirà giammai che il suo paese, i suoi luoghi santi, le sue campagne siano ad essa tolti e dati a stranieri; che non permetterà mai la costituzione di un Governo ebraico, che debba dominare sulla maggioranza musulmana e cristiana. La popolazione dice di non poter comprendere come il Governo britannico, che è famoso in tutto il mondo per la sua giustizia, abbia potuto acconsentire a una tale politica. Io rispondo che il Governo britannico, che sopra tutte le cose ha realmente a cuore la giustizia, non ha mai acconsentito, e giammai acconsentirà a siffatta politica. Non è questo il senso della dichiarazione di Balfour.

«Può essere che la versione del testo inglese in arabo non ne renda il vero significato; il testo inglese dice che i Giudei, questo popolo disperso in tutto il mondo, ma il cui cuore è sempre rivolto verso la Palestina, debbono avere la possibilità di trovare in quel paese una patria, e alcuni di essi - entro i limiti che sono fissati dal numero e dagli interessi della popolazione attuale, - venire in Palestina per favorire con i loro mezzi e i loro sforzi lo sviluppo del paese, per il vantaggio di tutti gli abitanti di esso.

«Se sono necessari provvedimenti per convincere la popolazione musulmana e cristiana che questi principi saranno di fatto rispettati, e che i loro diritti saranno realmente salvaguardati, tali provvedimenti saranno presi. Poiché il Governo inglese, a cui con il mandato è affidata la felicità del popolo della Palestina – giammai imporrebbe a questo una politica, che esso potesse ritenere contraria ai suoi interessi religiosi, politici od economici.

«Per quel che riguarda l’immigrazione, è realmente necessario che la sua misura sia rigorosamente proporzionata alla possibilità di impiego nel paese; e che inoltre l’impiego concerna nuovi lavori, e lavori di carattere permamente. La immigrazione è stata sospesa, essendo in corso un esame della situazione; e intanto sono state emanate norme, per le quali possono entrare in Palestina le seguenti persone: viaggiatori, persone che abbiano economicamente una situazione indipendente, parenti di residenti in Palestina e che dipendano, economicamente, da questi, e infine persone che abbiano sicurezza di aver impiego presso determinati datori di lavoro o imprese. Inoltre potranno entrare un limitato numero di persone, che al momento in cui fu decretata la sospensione dell’immigrazione erano già arrivate o anche si erano già imbarcate in porti europei per la Palestina. Ma si deve definitivamente riconoscere che le condizioni della Palestina sono tali, che non permettono in alcuna maniera una immigrazione in massa.

«Io desidero vivamente che il popolo della Palestina prenda parte più diretta all’Amministrazione stabilita entro il regime del mandato; e il problema di assicurare una libera e autorevole espressione della opinione pubblica è fatto oggetto, da parte del Governo di Londra, della più attenta considerazione. Frattanto io propongo di prendere immediatamente le misure adatte allo scopo di assicurare una intesa più efficace, per quello che riguarda importanti questioni amministrative, fra il Governo e le persone responsabili che parlino a nome di tutte le frazioni della popolazione.

«Quando entrerà in vigore il mandato, è intenzione del governo inglese di stabilire le norme per il governo della Palestina. Gli interessi della popolazione non ebraica saranno non solo tutelati dal mandato stesso, ma per essi si provvederà certamente anche nelle norme, a cui sopra si accenna. Come è stato recentemente annunziato, saranno subito adottati provvedimenti per ristabilire il sistema delle elezioni dei Consigli municipali.

«Circa ai gravi disordini, che ebbero luogo recentemente a Giaffa e vicinanze, io attendo, prima di esprimere la mia opinione, il rapporto della imparziale Commissione che fa attualmente un’inchiesta circa questi avvenimenti e la loro causa; ma è certo che nulla può scusare i gravi delitti, come assassinii, attacchi e saccheggi, che sono stati commessi. Un gran numero di casi sono ora esaminati, e coloro che saranno trovati colpevoli dei delitti che sono stati commessi, avranno la loro giusta punizione. Alle famiglie degli uccisi e dei feriti, io esprimo la mia sincera simpatia». (Palestine, 11-6-1921; Jüdische Rundschau, 10-6-1921; Le Peuple Juif, 24-6-1921).

M. G.
(1) Training colleges, per preparare gli insegnanti.
(2) «The establishment in Palestine of a National Home for the ewish people».

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