giugno 27, 2010

La questione sionista ed il Vicino Oriente – Tratte da “Oriente Moderno” - Cronache dell’anno 1921. § 9a: Palestina e Mesopotamia.

§ 9a/1921 § Precedente/Successivo
La lettura di «Oriente Moderno», anno 1921, secondo semestre, offre una sobria e rigorosa rassegna stampa delle notizie sulla Palestina, il Vicino Oriente e l’affermarsi del sionismo. È qui possibile una duplice modalità di lettura: in verticale (↑↓), a papiro, in un singolo post, di tutto e del solo testo originale dei fascicoli mensili, dove diviso per capitoli (cap., c.) e annate con qualche illustrazione grafica si affianca qui una diversa lettura in modalità orizzontale (← →), a libro, di ogni singolo paragrafo (§), dove è possibile un commento critico con webgrafia, note, iconografia e ogni utile integrazione. Il Lettore che desidera leggere i testi senza nessuna mediazione del Curatore può spostarsi sulla lettura verticale, a papiro, con un semplice clic sul numero del Cap., mentre chi vuole un’analisi e discussione dei testi ovvero avvalersi degli apparati forniti dal Curatore ovvero partecipare al Forum, può trovare maggiore interesse in un diverso editing dello stesso testo. Si spera che la segnaletica approntata e le numerose pagine di raccordo agevolino la navigazione in un ipertesto di dimensioni enciclopediche.

§ 9a

c. 9a §§ 8a10a

Palestina e Mesopotamia

da: Oriente Moderno,
Anno I, Nr. 2,
15 luglio 1921, p. 77-78

Palestina e Mesopotamia. - Presentando alla Camera dei Comuni un progetto di legge per un credito di 27 milioni circa di sterline per il Medio Oriente (14 giugno) Churchill ha fatto delle dichiarazioni molto attese dopo il suo recente viaggio in Egitto e in Palestina. Egli ha in sostanza riaffermato la volontà britannica di ricostruire la nazione araba e ristabilire la nazionalità israelitica in Palestina.

Per la Mesopotamia ha annunziato la formazione di un’assemblea araba, con un Sovrano scelto dagli stessi Arabi, gradito dall’Inghilterra e amico degli alleati. Esso siederà a Bagdad.

Assai reciso è stato per la Palestina. Ha rilevato che cola si trovano, su 500.000 Musulmani, 65.000 Israeliti e altri 7.000 ve ne sono stati inviati, provocando preoccupazioni e reazioni nei Musulmani, che dubitano di vedersi travolti da un’immensa massa di immigrati. Egli ritiene tali timori ingiustificati, e fida pienamente nell’opera di Sir Herbert Samuel, che è un ardente sionista. «Io gli offro il mio intero appoggio» ha concluso.

Nella Camera dei Comuni l’aperta difesa del sionismo in un momento cosi grave ha prodotto una viva impressione, e qualche deputato ha apertamente disapprovato le dichiarazioni, ritenendole imprudenti (1).

(1) Il Daily Chronicle (16 giugno) osserva che Churchill ha esposto una linea politica concreta che unisce gli ideali della pace al bisogno di economia dell’Inghilterra, ed è tanto nell’interesse della Francia che dell’Inghilterra che le funzioni che né l'una né l’altra hanno i mezzi e la capacità di esercitare siano affidate agli Arabi più influenti e leali. Il Times (16 giugno) osserva che se vi fosse la sicurezza che le speranze di Churchill poggino su solida base la sua politica potrebbe ispirare fiducia. Fanno molte riserve invece il Manchster Guardian, il Daily Telegraph e specialmente il Daily Mail (16 giugno). Pertinax (Echo de Paris del 16 giugno) non ritiene che il programma di Churchill dia la tranquillità al mondo musulmano; ostile apertamente è l’Homme libre (16 giugno, articolo di Lautier), il quale osserva che in cambio della protezione armata che Churchill offre alla Francia, occorrerebbe far rompere la testa ai soldati di Gouraud per il più gran vantaggio dell’Inghilterra e per darle quelle posizioni che ha tolto alla Francia nell’Asia minore.

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