giugno 26, 2010

La questione sionista ed il Vicino Oriente – Da “Oriente Moderno” Cronache dell’anno 1921. § 7a: Dichiarazioni di Churchill agli Arabi di Palestina.

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La lettura di «Oriente Moderno», anno 1921, secondo semestre, offre una sobria e rigorosa rassegna stampa delle notizie sulla Palestina, il Vicino Oriente e l’affermarsi del sionismo. È qui possibile una duplice modalità di lettura: in verticale (↑↓), a papiro, in un singolo post, di tutto e del solo testo originale dei fascicoli mensili, dove diviso per capitoli (cap., c.) e annate con qualche illustrazione grafica si affianca qui una diversa lettura in modalità orizzontale (← →), a libro, di ogni singolo paragrafo (§), dove è possibile un commento critico con webgrafia, note, iconografia e ogni utile integrazione. Il Lettore che desidera leggere i testi senza nessuna mediazione del Curatore può spostarsi sulla lettura verticale, a papiro, con un semplice clic sul numero del Cap., mentre chi vuole un’analisi e discussione dei testi ovvero avvalersi degli apparati forniti dal Curatore ovvero partecipare al Forum, può trovare maggiore interesse in un diverso editing dello stesso testo. Si spera che la segnaletica approntata e le numerose pagine di raccordo agevolino la navigazione in un ipertesto di dimensioni enciclopediche.

§ 7a

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Dichiarazioni di Churchill agli Arabi di Palestina

da: Oriente Moderno,
Anno I, Nr. 1,
15 giugno 1921, p. 30-31

Dichiarazioni di Churchill agli Arabi di Palestina. - Il ministro Churchill ha tenuto il seguente discorso alla Delegazione araba palestinese: «Venuto al Cairo per studiare la questione della Mesopotamia, sono stato invitato in Palestina da Sir H. Samuel: egli è il rappresentante responsabile della Corona, io non lo sostituisco. Dietro sua richiesta ho accettato questo colloquio, che non ha nulla di ufficiale, e parlerò chiaramente per evitare malintesi. Ritengo che le vostre richieste siano in parte settarie e inopportune. Io non posso e non desidero annullare la dichiarazione Balfour e sospendere l’immigrazione (1). Il Governo inglese, per mezzo di Balfour, si è impegnato a favorire la sede nazionale: ciò implica l’immigrazione ed ha ottenuto l’approvazione delle potenze alleate e vincitrici. L’impegno preso quando le sorti della guerra erano incerte, deve considerarsi confermato dalla vittoria, ed io son certo che la Lega delle Nazioni accetterà tale punto di vista. È del resto giusto che gli Ebrei dispersi possano riunirsi in una sede nazionale in Palestina, alla quale sono legati da 3000 anni. Ciò sarà, secondo noi , un bene per il mondo, per l’impero britannico, ed anche per gli Arabi palestinesi, che lungi dal soffrirne, ne benefìcieranno.

«Richiamo la vostra attenzione alla seconda parte della dichiarazione che insiste sulla santità dei vostri diritti civili e religiosi, e deploro che non ne riconosciate il valore.

«Se le promesse fatte agli Ebrei sono valide, altrettanto valgono quelle fatte a voi: noi le manterremo fedelmente ambedue. Il Governo britannico ha diritto alla propria opinione: la nostra è una posizione di fiducia, ma la conquista ne fa uno stato di diritto. Voi parlate come se foste stati voi a rovesciare i Turchi, ma non è così: molte vite inglesi sono state sacrificate per la Palestina. Notate le parole della Dichiarazione Balfour: “una sede nazionale” e non “la sede nazionale". Sede nazionale non significa un Governo ebraico che domini gli Arabi. L’Inghilterra è il massimo stato musulmano del mondo, è ben disposta verso gli Arabi e ne apprezza l’amicizia. Io ho constatato qui che i funzionari non fanno differenze fra Ebrei ed Arabi. Noi diamo tale importanza all’imparzialità, che abbiamo indotto S. M. a nominare Alto Commissario Sir H. Samuel, esperto uomo di governo, capace di governare con equità, e che non può venir attaccato dagli Ebrei quando decide contro di loro. Voi non dovete aver timori per l’avvenire: l’Inghilterra ha promesso di dare al movimento sionista un’occasione di farsi valere, ma esso riuscirà soltanto secondo i propri meriti.

«Noi non possiamo tollerare che una parte della popolazione venga espropriata dall'altra. La sede nazionale ebraica può attuarsi soltanto se gli Ebrei si apriranno una via, passo per passo, con i propri meriti, contribuendo ad aumentare la prosperità dell’intero paese e della sua popolazione. Osservate i grandi progressi che si sono avuti nelle località colonizzate dagli Ebrei. Che queste colonie siano state finanziate dall’estero deve piuttosto indurvi alla tolleranza verso il sionismo. Voi dite di rimpiangere l’amministrazione turca, ma ne presentate un’immagine falsa: i Turchi trascuravano e opprimevano la Palestina, che è capace di sostenere una popolazione maggiore dell’attuale. E se amavate tanto i Turchi, perché vi siete ribellati contro di loro?

«All’affermazione cbe il sionismo vi porterà maggiore prosperità voi direte: Dobbiamo dunque vendere il nostro paese? No, l’immigrazione ebraica è soltanto possibile in quanto si esplica legittimamente. I Sionisti hanno un compito difficile e voi dovete aiutarli. L’attuale forma di governo durerà per molti anni; gradatamente svilupperemo istituzioni rappresentative che portino alla piena autonomia, ma i figli dei nostri figli non la vedranno ancora».

Il discorso termina con un’esortazione all’accordo e alla collaborazione. (Palestine, 9-1-1921) .

V. d. B.

(1) Cioè l’immigrazione degli Ebrei.

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WEBGRAFIA. – Dagoberto Huayn Bellucci: Palestina Anno Zero. L’articolo contiene una sintesi di tutto l’arco storico della questione palestinese ed in particolare un profilo di Herbert Samuel, noto sionista che mai avrebbe potuto avere quella imparzialità che gli attribuisce Churchill.


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