luglio 01, 2010

La questione sionista ed il Vicino Oriente – Da “Oriente Modeno” del 1921. § 25a: La Delegazione arabo-palestinese e l’antisionismo degli Arabi.

§ 25a/1921 § Precedente/Successivo
La lettura di «Oriente Moderno», anno 1921, secondo semestre, offre una sobria e rigorosa rassegna stampa delle notizie sulla Palestina, il Vicino Oriente e l’affermarsi del sionismo. È qui possibile una duplice modalità di lettura: in verticale (↑↓), a papiro, in un singolo post, di tutto e del solo testo originale dei fascicoli mensili, dove diviso per capitoli (cap., c.) e annate con qualche illustrazione grafica si affianca qui una diversa lettura in modalità orizzontale (← →), a libro, di ogni singolo paragrafo (§), dove è possibile un commento critico con webgrafia, note, iconografia e ogni utile integrazione. Il Lettore che desidera leggere i testi senza nessuna mediazione del Curatore può spostarsi sulla lettura verticale, a papiro, con un semplice clic sul numero del Cap., mentre chi vuole un’analisi e discussione dei testi ovvero avvalersi degli apparati forniti dal Curatore ovvero partecipare al Forum, può trovare maggiore interesse in un diverso editing dello stesso testo. Si spera che la segnaletica approntata e le numerose pagine di raccordo agevolino la navigazione in un ipertesto di dimensioni enciclopediche.


§ 25a

c. 25a §§ 24a 26a

La Delegazione arabo-palestinese
e l’antisionismo degli Arabi.


da: Oriente Moderno,
Anno I, Nr. 4,
15 settembre 1921, p. 222-223

La Delegazione arabo-palestinese e l’antisionismo degli Arabi. - Sono stati intervistati alcuni membri della Delegazione arabo-palestinese a Londra. Di questa Delegazione, quattro membri sono musulmani e due cristiani (1): essa è stata eletta dal Congresso arabo palestinese rappresentante i distretti di Samaria, Galilea, Giudea e Fenicia, allo scopo di recarsi in Inghilterra a protestare contro la restituzione della Terra Santa agli Israeliti. Di passaggio per Roma, diretta in Inghilterra, la Delegazione è stata ricevuta dal Papa, al quale ha presentato i suoi ringraziamenti per le dichiarazioni fatte a proposito della Palestina.

La Delegazione è presieduta da Musa Kazim pascià el-Huseini, capo di una nobile famiglia di Gerusalemme; ne fa parte anche el-hagg Taufiq Hammad, ex membro del Parlamento turco di Costantinopoli.

«Noi amiamo l’Inghilterra», ha detto uno dei membri della delegazione.

« Siamo stati suoi alleati durante la guerra. Il nostro scopo, venendo qui, è quello di stabilire la nostra posizione contro il movimento sionista. Noi non siamo contro gli Ebrei. L’intera popolazione della Palestina è di circa 700.000 abitanti. II 7 per cento è formato da Ebrei; tutti gli altri parlano arabo e ad essi appartiene il paese. Parecchi degli Ebrei sono nati nel nostro paese, hanno vissuto con noi prima della guerra e sono dalla parte nostra. Sono gli Ebrei Sefardim (2).

« Il movimento sionista si fa sempre più intenso. Parecchi Sionisti sono emigrati in Palestina recando con loro lo spirito dei bolscevichi. Moltissimi fra questi vengono dalla Polonia e dalla Russia e parlano tedesco. Essi sono ostili agli ideali inglesi. Più d’ogni altra lingua è il tedesco che ora viene parlato in Palestina».

« La maggior parte degli abitantiti del nostro paese desidera che la nostra terra venga lasciata a noi stessi».

«Noi desideriamo che il nostro popolo, che i contadini lavorino sulla loro terra e non già che vengano cacciati via dagli Ebrei. Non è stata promessa alle piccole nazioni l’indipendenza dopo la guerra? Non v’è giustizia al mondo, fuori che con l’Inghilterra». Il delegato arabo ha soggiunto che, per quanto ciò possa sembrare strano, la popolazione israelita non rappresenta se non il due per cento della ricchezza totale della Palestina. (Manchster Guardian, 9-8-1921). U. T.

Il Manchster Guardian del 10 agosto riferisce che Churchill ha acconsentito a ricevere la Delegazione arabo-palestinese. Ritornando sull’argomento ed esponendo i desiderata degli Arabi della Palestina, un membro della Delegazione ha detto che con la loro domanda di Governo nazionale essi chieggono la costituzione di un Governo nominato da un Parlamento eletto da tutti gli abitanti del paese. Essi hanno bisogno di una Costituzione di tipo occidentale; di leggi votate dal Parlamento e non già di decreti promulgati da un segretario legale. In questo Parlamento gli Ebrei avranno tanti rappresentanti quanti ne sono giustificati dal loro numero; tanti, per esempio, quanti i Cristiani, che sono nativi del paese. Nessuno sa come il Governo intenda di armonizzare le due promesse contenute nella dichiarazione di Balfour: fondare una sede nazionale per gli lsraeliti e, nello stesso tempo, rispettare e dare soddisfazione come si deve ai diritti degli abitanti indigeni. Finora la dichiarazione è stata interpretata in modo favorevole alle idee sioniste e gli Arabi sono stati lasciati fuori. (Mancester Guardian, 10-8-1921). U. R.

(1) Crf. Oriente Moderno, fasc. 3°, p. 153 e 159-160.
(2) Cfr. qui avanti, p. 224, n. 1.

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