La lettura di «Oriente Moderno», anno 1921, secondo semestre, offre una sobria e rigorosa rassegna stampa delle notizie sulla Palestina, il Vicino Oriente e l’affermarsi del sionismo. È qui possibile una duplice modalità di lettura: in verticale (↑↓), a papiro, in un singolo post, di tutto e del solo testo originale dei fascicoli mensili, dove diviso per capitoli (cap., c.) e annate con qualche illustrazione grafica si affianca qui una diversa lettura in modalità orizzontale (← →), a libro, di ogni singolo paragrafo (§), dove è possibile un commento critico con webgrafia, note, iconografia e ogni utile integrazione. Il Lettore che desidera leggere i testi senza nessuna mediazione del Curatore può spostarsi sulla lettura verticale, a papiro, con un semplice clic sul numero del Cap., mentre chi vuole un’analisi e discussione dei testi ovvero avvalersi degli apparati forniti dal Curatore ovvero partecipare al Forum, può trovare maggiore interesse in un diverso editing dello stesso testo. Si spera che la segnaletica approntata e le numerose pagine di raccordo agevolino la navigazione in un ipertesto di dimensioni enciclopediche.
Commenti arabi alle dichiarazioni di Churchill
a) Commenti arabi alle dichiarazioni di Churchill. - II giornale al-Karmel riproduce e commenta questo discorso. Domanda a Churchill che cosa penserebbero le popolazioni della Scozia e del Canadà se l’Inghilterra volesse stabilire in quei paesi «sedi nazionali» tedesche.
Trova inverosimile che gli Ebrei si contentino della Palestina e pensa che vorranno farne una base per conquistare l’Oriente; le ragioni che indussero l’Inghilterra alla dichiarazione Balfour, la indurranno in avvenire a concessioni anche maggiori verso gli Ebrei, che non hanno voluto la costituzione di un governo ebraico in Palestina perché comprendono che ciò sarebbe oggi contrario ai loro interessi; essi per comandare non hanno bisogno di un riconoscimento ufficiale.
Se l’Inghilterra avesse a cuore gli interessi degli Arabi della Palestina, come dice Churchill, dovrebbe dar loro un Emiro della loro razza e una assemblea elettiva, che tutelassero i loro diritti.
Accusa l’Inghilterra di mancare agl’impegni presi con il Re Husein di costituire uno Stato arabo che comprendesse la Palestina, e ciò per conciliarsi gli Ebrei che sono al governo in Russia.
Quanto a quel che dice Churchill dela prosperità che gli Ebrei daranno al paese, il Karmel ripete che gli Arabi, guidati dall’Inghilterra e con l’aiuto dei proprii compatrioti emigrati in America e di immigrati europei, possono fare da sè.
Gli Arabi reclamano poi che i lavori pubblici, fatti col loro danaro, vengano affidati od operai arabi, che si contentano di salari minori e lavorano di più, e che vengano resi noti il bilancio dei lavori pubblici e gli altri bilanci, che sono fatti a beneficio della minoranza ebraica. Inoltre giustizia vorrebbe che gl'impieghi fossero assegnati agli Ebrei in proporzione al loro numero.
La sede nazionale richiederà poi un esercito importante, ed al suo mantenimento dovrebbero contribuire in massima parte gli Arabi.
Nè si meravigli Churchill del quadro che gli hanno fatto delegati arabi del Governo turco in Palestina; esso dipende dal timore che hanno di veder perire le grandi speranze riposte nell’Inghilterra. Del resto la Palestina aveva rappresentanti al Parlamento ottomano, ed era governata anche da funzionari indigeni di tutti i gradi, nè vi era differenza di trattamento fra loro e i funzionari turchi; le scuole, relativamente alle imposte, erano più numerose che non 0ra, e la popolazione era tranquilla nel possesso esclusivo del paese. Non vi erano i divieti di esportazione cbe si sono avuti quest’anno [per l’olio e per i cereali].
S. E. domanda perchè mai ci siamo ribellati ai Turchi? Evidentemente per ottenere l’indipendenza che ci prometteva l’Inghilterra, nella quale avevamo fiducia.
Il Karmel nota poi che il discorso Churchill tende a svalutura il contributo arabo alla vittoria, mettendo invece in rilievo il diritto di conquista dell’Inghilterra e tacendo delle sue promesse. Si lagna della dichiarazione che la Palestina giungerà gradatamente e fra molti anni ad un governo rappresentativo: gli altri paesi arabi lo hanno già o lo avranno tra poco. Perché questa differenza di trattamento? Si vuole torse aspettare che gli Ebrei siano in maggioranza?
I Palestinesi hanno il massimo rispetto per le qualità degli Ebrei e per la loro storia, ma non possono fare a meno di preoccuparsi considerando che il bolscevismo è opera degli Ebrei.
L’articolista seguita deplorando che invece si siano sospettati di rapporti con i bolscevichi cittadini innocenti di Caiffa, e che si siano impedite pacifiche dimostrazioni di Musulmani per l’arrivo di Churchill.
Le sue dichiarazioni non possono rassicurare gli Arabi di fronte ai fatti, tanto più che egli è, come Balfour, membro del Ministero Lloyd George autore della politica della sede nazionale; sicché non si potevano aspettare da lui dichiarazioni diverse.
Ora i Palestinesi manderanno in Europa una delegazione incaricata di presentare all’opinione pubblica britannica, che è al di sopra dei ministeri e dei governi, la storia dei loro torti. (al Karmel, arabo di Caiffa, 8-16 maggio 1921). - V.d.B.
b) Emissari di Angora in Palestina. – Costantinopoli, 14 aprile. - Il governo di Angora avrebbe mandato in Palestina, per consiglio di Ebrei bolscevichi, emissarii musulmani incaricati di provocare conflitti fra Ebrei ed Arabi.
Ciò gioverebbe alla propaganda anti-britannica che il governo di Angora svolge fra i Musulmani, e sarebbe gradito al governo dei Soviet, che ha perseguitato i Sionisti, chiamandoli «nazionalisti borghesi» (Times, 16-4-1921). - V.d.B.
Trova inverosimile che gli Ebrei si contentino della Palestina e pensa che vorranno farne una base per conquistare l’Oriente; le ragioni che indussero l’Inghilterra alla dichiarazione Balfour, la indurranno in avvenire a concessioni anche maggiori verso gli Ebrei, che non hanno voluto la costituzione di un governo ebraico in Palestina perché comprendono che ciò sarebbe oggi contrario ai loro interessi; essi per comandare non hanno bisogno di un riconoscimento ufficiale.
Se l’Inghilterra avesse a cuore gli interessi degli Arabi della Palestina, come dice Churchill, dovrebbe dar loro un Emiro della loro razza e una assemblea elettiva, che tutelassero i loro diritti.
Accusa l’Inghilterra di mancare agl’impegni presi con il Re Husein di costituire uno Stato arabo che comprendesse la Palestina, e ciò per conciliarsi gli Ebrei che sono al governo in Russia.
Quanto a quel che dice Churchill dela prosperità che gli Ebrei daranno al paese, il Karmel ripete che gli Arabi, guidati dall’Inghilterra e con l’aiuto dei proprii compatrioti emigrati in America e di immigrati europei, possono fare da sè.
Gli Arabi reclamano poi che i lavori pubblici, fatti col loro danaro, vengano affidati od operai arabi, che si contentano di salari minori e lavorano di più, e che vengano resi noti il bilancio dei lavori pubblici e gli altri bilanci, che sono fatti a beneficio della minoranza ebraica. Inoltre giustizia vorrebbe che gl'impieghi fossero assegnati agli Ebrei in proporzione al loro numero.
La sede nazionale richiederà poi un esercito importante, ed al suo mantenimento dovrebbero contribuire in massima parte gli Arabi.
Nè si meravigli Churchill del quadro che gli hanno fatto delegati arabi del Governo turco in Palestina; esso dipende dal timore che hanno di veder perire le grandi speranze riposte nell’Inghilterra. Del resto la Palestina aveva rappresentanti al Parlamento ottomano, ed era governata anche da funzionari indigeni di tutti i gradi, nè vi era differenza di trattamento fra loro e i funzionari turchi; le scuole, relativamente alle imposte, erano più numerose che non 0ra, e la popolazione era tranquilla nel possesso esclusivo del paese. Non vi erano i divieti di esportazione cbe si sono avuti quest’anno [per l’olio e per i cereali].
S. E. domanda perchè mai ci siamo ribellati ai Turchi? Evidentemente per ottenere l’indipendenza che ci prometteva l’Inghilterra, nella quale avevamo fiducia.
Il Karmel nota poi che il discorso Churchill tende a svalutura il contributo arabo alla vittoria, mettendo invece in rilievo il diritto di conquista dell’Inghilterra e tacendo delle sue promesse. Si lagna della dichiarazione che la Palestina giungerà gradatamente e fra molti anni ad un governo rappresentativo: gli altri paesi arabi lo hanno già o lo avranno tra poco. Perché questa differenza di trattamento? Si vuole torse aspettare che gli Ebrei siano in maggioranza?
I Palestinesi hanno il massimo rispetto per le qualità degli Ebrei e per la loro storia, ma non possono fare a meno di preoccuparsi considerando che il bolscevismo è opera degli Ebrei.
L’articolista seguita deplorando che invece si siano sospettati di rapporti con i bolscevichi cittadini innocenti di Caiffa, e che si siano impedite pacifiche dimostrazioni di Musulmani per l’arrivo di Churchill.
Le sue dichiarazioni non possono rassicurare gli Arabi di fronte ai fatti, tanto più che egli è, come Balfour, membro del Ministero Lloyd George autore della politica della sede nazionale; sicché non si potevano aspettare da lui dichiarazioni diverse.
Ora i Palestinesi manderanno in Europa una delegazione incaricata di presentare all’opinione pubblica britannica, che è al di sopra dei ministeri e dei governi, la storia dei loro torti. (al Karmel, arabo di Caiffa, 8-16 maggio 1921). - V.d.B.
b) Emissari di Angora in Palestina. – Costantinopoli, 14 aprile. - Il governo di Angora avrebbe mandato in Palestina, per consiglio di Ebrei bolscevichi, emissarii musulmani incaricati di provocare conflitti fra Ebrei ed Arabi.
Ciò gioverebbe alla propaganda anti-britannica che il governo di Angora svolge fra i Musulmani, e sarebbe gradito al governo dei Soviet, che ha perseguitato i Sionisti, chiamandoli «nazionalisti borghesi» (Times, 16-4-1921). - V.d.B.
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Altri periodici del 1921. - Navigazione: Indice delle Fonti e Repertori: Cronologia - Analitico. - Forum: «Tribuna di “Civium Libertas”». - Societas: «Civium Libertas».
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WEBGRAFIA. – Nel maggio del 1921, prima che “Oriente Moderno” iniziasse le sue pubblicazioni, si erano svolti in Palestina dei “disordini” o “disturbances”, circa le quali esiste in rete un rapporto dell’Ufficio Coloniale Britannico: Palestine. Disturbances in May, 1921. Reports of the Commission of Inquiry with correspondence relating thereto, presentata in parlamento nell’ottobre del 1921.
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