Il senso comune non è sempre agli antipodi di un corretto sapere scientifico. Che gli USA non siano andati in Iraq per stabilire quella discutibile democrazia di cui non si sono mai curati in molti altri casi, appoggiando perfino colpi di stato e dittature feroci, è cosa a cui l'uomo della strada non crede. Il petrolio incomincia a scarseggiare negli stessi USA, secondo una previsione che era stata fatta per gli anni settanta e che pare si sia rivelata esatta. Bisogna perciò assicurarsi altre fonti di approvvigionamento. Da qui li linee guida della politica mediorientale. Tutto il resto è chiacchiera.
aprile 29, 2006
Sulla legittimità dello stato di Israele
Traccio qui lo schema per un programma di studio, non l'enunciazione di una tesi. Mi propongo di rintracciare i testi ed i documenti su cui meditare. Per il momento anticipo provvisoriamente le mie opinioni al riguardo. Lo stato di Israele è costituito nel 1948, anno più anno meno. In genere, sento citare l'ONU come fonte di legittimazione del nuovo Stato. Ma lo stesso ONU prevedeva anche uno Stato palestinese, che come dice Andreotti manca ancora oggi all'appello. E' da chiedersi innanzitutto cosa sia l'ONU, quale la sua natura, quale le funzioni. Non riesco a credere che sia cosa diversa dalla Società delle Nazioni e ritengo che sia un paravento dei vincitori dell'ultima guerra mondiale, da cui è uscita una nuova spartizione del mondo, non il regno della giustizia finalmente instaurata sulla terra. Inoltre, in questi ultimi anni il prestigio di questa istituzione è andato progressivamente scemando.
Per tornare ad Israele, e con riserva di verifica e rettifica dell'opinione qui formulata, io credo che sia stato fondato a spese di un terzo come compenso per il cosiddetto Olocausto, dico cosiddetto non in termine offensivi, riduttivi o negazionistici, ma in termini filologici perhé non ne comprendo il significato terminologico che pare sia desunto dalla Bibbia, di cui non sono assiduo lettore. Preferisco dire genocidio. Non ho tempo adesso di sviluppare quanto ho in mente, ma credo che l'istituzione dello stato di Israele sia avvenuta come avamposto militare per l'occupazione di tutto il Medio Oriente allo stesso modo di come è avvenuto per l'Europa dal 1945 in poi. Lo stato di Israele ha inoltre una funzione ha una funzione ideologica antieuropea. Ricordare con la sua stessa esistenza l'onta perpetua del genocidio perpetrato contro cittadini europei (gli ebrei non c'entrano) in una fase di accecamento della ragione.
Per tornare ad Israele, e con riserva di verifica e rettifica dell'opinione qui formulata, io credo che sia stato fondato a spese di un terzo come compenso per il cosiddetto Olocausto, dico cosiddetto non in termine offensivi, riduttivi o negazionistici, ma in termini filologici perhé non ne comprendo il significato terminologico che pare sia desunto dalla Bibbia, di cui non sono assiduo lettore. Preferisco dire genocidio. Non ho tempo adesso di sviluppare quanto ho in mente, ma credo che l'istituzione dello stato di Israele sia avvenuta come avamposto militare per l'occupazione di tutto il Medio Oriente allo stesso modo di come è avvenuto per l'Europa dal 1945 in poi. Lo stato di Israele ha inoltre una funzione ha una funzione ideologica antieuropea. Ricordare con la sua stessa esistenza l'onta perpetua del genocidio perpetrato contro cittadini europei (gli ebrei non c'entrano) in una fase di accecamento della ragione.
aprile 27, 2006
Lo stato di natura come condizione attuale nella relazione fra gli Stati
Da Carl Schmitt traggo la seguente citazione riferita alla Germania del 1928: «Malgrado tutto lo sfruttamento propagandistico dei concetti morali e giuridici il mondo è ancora in una condizione altamente politica; esso si raggruppa sempre secondo la distinzione di amico e nemico e ogni moralizzazione e giuridificazione, inclusa la "spoliticizzazione", serve del tutto a interessi e raggruppamenti politici concreti. I popoli vivono purtroppo ancora "l'uno vreso l'altro nello stato di natura". Hanno sostenuto ciò i grandi teorici del diritto naturale del XVII e XVIII secolo, e per l'esattezza proprio i grandi teorici del diritto internazionale, e a questa formula io vorrei rinviare energicamente sotto l'impressione delle esperienze degli ultimi anni». La situazione pare attuale anche ai nostri giorni, cioè nell'anno 2006.
La moralizzazione e la giuridificazione dei rapporti internazionali impedisce molto più di ieri, cioè nel 1928, una chiara lettura degli eventi internazionali che è dato conoscere. Le pagine dei teorici del Seicento e Settecento citati da Schmitt verranno utilizzate per un'interpretazione della realtà conteporanea, difficile da attingere per quanto sono spessi i veli con cui viene coperta.
La moralizzazione e la giuridificazione dei rapporti internazionali impedisce molto più di ieri, cioè nel 1928, una chiara lettura degli eventi internazionali che è dato conoscere. Le pagine dei teorici del Seicento e Settecento citati da Schmitt verranno utilizzate per un'interpretazione della realtà conteporanea, difficile da attingere per quanto sono spessi i veli con cui viene coperta.
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