Provo a ricostruire con l’aiuto della mia memoria. Chi vuole fra i miei Cinque lettori può contribuire o scrivendomi lettere private o lasciando commenti pubblici. Quando vi era stata rottura fra Hamas ed al Fatah avevo percepito l’evento come una rottura del fronte palestinese, Israele era riuscito a mettere una parte contro l’altra. Con il tempo avrebbe fatto fuori entrambi. Abu Mazen doveva essere o uno sciocco o un venduto se non aveva compreso la manovra. Al tempo stesso la stampa ha dato poco rilievo al fatto che si era tentato di armare fino ai denti Abu Mazen per mettere fuori gioco Hamas, che aveva una sua indubbia legittimazione dovuta a risultati elettorali limpidi ed assolutamente democratici secondo gli standard occidentali. L’operazione non riuscì. È costante la propaganda volta a far passare Hamas come un gruppo terrorista con il quale non si può e non si deve negoziare. I ministri occidentali che invitano a fare ciò sono volgarmente insultati dagli amsciatori israeliani.
Le ultime notizie riportano del grande disappunto di Israele ad una ripresa del dialogo fra al Fatah ed Hamas. Non avrebbe senso questa presa di posizione di Israele se la sua strategia non fosse sempre stata quella di usare Abu Mazen contro Gaza e quindi di ridurre al suo pieno dominio una al Fatah ancora più debole e sul piano militare e sul piano della legittimità o meglio della rappresentatività delle popolazioni palestinesi, il cui genocidio è in corso e allo stadio finale. È curioso come gli stessi media, riconducibili al Dipartimento di Stato e alla CIA, propugnino il “dialogo” fra il governo cinese ed il Dalai Lama, mentre sono ostili e freddi davanti ad un’eguale ipotesi di dialogo fra Israele e Hamas, che rappresenta i palestinesi meglio e più di Abu Mazen.
Gli sviluppi sono in corso.
Links di notizie:
1. Messaggero del 24.3.08.
Le ultime notizie riportano del grande disappunto di Israele ad una ripresa del dialogo fra al Fatah ed Hamas. Non avrebbe senso questa presa di posizione di Israele se la sua strategia non fosse sempre stata quella di usare Abu Mazen contro Gaza e quindi di ridurre al suo pieno dominio una al Fatah ancora più debole e sul piano militare e sul piano della legittimità o meglio della rappresentatività delle popolazioni palestinesi, il cui genocidio è in corso e allo stadio finale. È curioso come gli stessi media, riconducibili al Dipartimento di Stato e alla CIA, propugnino il “dialogo” fra il governo cinese ed il Dalai Lama, mentre sono ostili e freddi davanti ad un’eguale ipotesi di dialogo fra Israele e Hamas, che rappresenta i palestinesi meglio e più di Abu Mazen.
Gli sviluppi sono in corso.
Links di notizie:
1. Messaggero del 24.3.08.
2 commenti:
questa questione è spinosa e difficile da analizzare, ma all'ultimo corso di relazioni internazionali da me sostenuto in università, ho potuto capire che quella che si sta volgendo in palestina è una vera guerra. e questa guerra è sintomo dello sgretolamento del modello vestfaliano. perdita di sovranità da parte degli stati e conseguente perdita del monopolio della violenza. così i cosiddetti nostalgici del sistema interstatale, che non vogliono ammettere questa ibridazione del sistema attuale, tentano in ogni modo di trattare da violatori tutti quei soggetti (non statuali) che tentano di muovere violenza, peggio ancora se nei confronti di stati (terrorismo). la realtà è un'altra. ma prima di ammetterlo bisognerà attendere ancora.
in vista delle prossime importantissime elezioni, volevo segnalarti un documento che ho linkato nel mio ultimo post!
tommi - www.bloginternazionale.com
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