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È assai presto per farsi un’idea di cosa riuscirà a fare una figura che viene presentata come il primo ministro europeo degli esteri, cioè dell’Unione Europea, una costruzioni che ci inquieta non poco. Si era parlato dell’italiano Massimo D’Alema come possibile candidato a questa carica, ma poi ha prevalso la britannica Lady Catherine Ashton, le cue prime prese di posizione riguardo l’area mediorientale le hanno subito attirato la patente di “antisemita” e addirittura di “razzista” per aver ricordato che la Cisgiordania e Gerusalemme Est restano per il diritto internazionale zone di occupazione militare con tutti gli obblighi che il diritto internazionale impone. In un certo senso, è da salutare positivamente l’accusa strumentale di “antisemitismo” a critici ed avversari. In questo modo il termine si dovrebbe sempre più svuotare di qualsiasi significato e diventare – si spera – innocuo per che ne è gratificato quanto privo di senso ed atto a far vedere la malafede di chi con simili accuse pensa di potersi sottrarre ad ogni critica e ad ogni analisi politica.
vers. 1.o/24.14.09
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Sommario: 1. Israele deve fermarsi. –
1. Israele deve fermarsi. – Il link conduce ad un articolo di Pino Cabras del 24 dicembre 2009, dove è tratteggiato un profilo della Ashton. L’Ashton pare abbia assunto una posizione dura contra Israele, che continua a tenere impriogionata Gaza. È veramente difficile riuscire ad immaginare un’intera popolazione rinchiusa un un vero e proprio lager, con tanto di recinti e con le chiavi della prigione, dove qualcuno può decidere chi entra e chi esce. Eppure è una realtà geopolitica della nostra epoca per la quale benpensanti, moralisti ed opinionisti manco battono ciglio e ci vogliono far crede che ciò possa essere normale. Con “Piombo Fuso” abbiamo poi visto dove si è spinta questa normalità.
È assai presto per farsi un’idea di cosa riuscirà a fare una figura che viene presentata come il primo ministro europeo degli esteri, cioè dell’Unione Europea, una costruzioni che ci inquieta non poco. Si era parlato dell’italiano Massimo D’Alema come possibile candidato a questa carica, ma poi ha prevalso la britannica Lady Catherine Ashton, le cue prime prese di posizione riguardo l’area mediorientale le hanno subito attirato la patente di “antisemita” e addirittura di “razzista” per aver ricordato che la Cisgiordania e Gerusalemme Est restano per il diritto internazionale zone di occupazione militare con tutti gli obblighi che il diritto internazionale impone. In un certo senso, è da salutare positivamente l’accusa strumentale di “antisemitismo” a critici ed avversari. In questo modo il termine si dovrebbe sempre più svuotare di qualsiasi significato e diventare – si spera – innocuo per che ne è gratificato quanto privo di senso ed atto a far vedere la malafede di chi con simili accuse pensa di potersi sottrarre ad ogni critica e ad ogni analisi politica.
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1. Israele deve fermarsi. – Il link conduce ad un articolo di Pino Cabras del 24 dicembre 2009, dove è tratteggiato un profilo della Ashton. L’Ashton pare abbia assunto una posizione dura contra Israele, che continua a tenere impriogionata Gaza. È veramente difficile riuscire ad immaginare un’intera popolazione rinchiusa un un vero e proprio lager, con tanto di recinti e con le chiavi della prigione, dove qualcuno può decidere chi entra e chi esce. Eppure è una realtà geopolitica della nostra epoca per la quale benpensanti, moralisti ed opinionisti manco battono ciglio e ci vogliono far crede che ciò possa essere normale. Con “Piombo Fuso” abbiamo poi visto dove si è spinta questa normalità.
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