novembre 06, 2009

Israele e ONU nei media a proposito del rapporto Goldstone

Da qualche giorno sto cercando di seguire le notizie sul dibattito a proposito del rapporto Goldstone che si è tenuto fino a ieri all’Assemblea generale dell’ONU. Naturalmente, è stata confermata la sostanza del rapporto e si è chiesto ai due soggetti, Hamas e Israele, di fornire entro tre mesi nuove inchieste credibili sui crimini commessi da entrambi le parti. Personalmente, non ritengo che Hamas abbia commesso crimini e che il lancio di risibili sigari Kassam sia un argomento di cui Israele si possa far forte per scansare una politica genocidaria vecchia di almeno un secolo. Ma non è questo ciò che mi preme sottolineare. Trovo che sia una prova della parzialità di buona parte della stampa a noi dispobile il fatto che si riporti in primo piano il punto di vista di Israele che condanna l’ONU. Non è Israele che si deve giustificare di fronte agli occhi del mondo di un’accusa pesantissima che il consesso di tutti gli stati del mondo, la somma assise dei popoli, le rivolge, ma è l’ONU, cioè i popoli del mondo – fatta eccezione per i soliti potenti “amici” – che si deve difendere dalle accuse e dai rimproveri di Israele. Una distorsione grottesca della dimensione oggettiva delle cose. Altra osservazione: come può l’ONU ormai essere invocato come principale fondamento giuridico della nascita dello stato di Israele? Non si può. E allora? Ritorniamo all’«Olocausto», di cui non si può parlare: ne so qualcosa per esperienza diretta. Questo evento è infatti l’unico ormai rimasto per giustificare una vera e propria conquista coloniale che ci riporta ai tempi dei padri pellegrini. Ma non siamo più a quei tempi. I palestinesi non sono gli indiani d’America, il cui genocidio può essere attuato in silenzio e con l’annichilimento della nostra coscienza. Giustamente, dicono gli intellettuali arabi: ma perché allora il vostro stato non ve lo siete fatto in una parte della Germania o in qualche regione d’Europa? I nodi dell’ideologia vengono al pettine. La debolezza degli argomenti è però inversamente proporzionale alla potenza mediatica di cui Israele dispone: piombo fuso in notevolissima quantità.

Si sente spesso dire che questo ultima risoluzione dell’ONU che si aggiunge alle oltre 70 che hanno già condannato Israele non è vincolante. Ma cosa significa? Se le decisioni dell’Assemblea ONU lo fossero, noi avremmo il governo mondiale. Esse hanno in ogni caso un alto valore politico che non può essere ignorate. Le decisioni che hanno meno valore politico sono quelle ottenute con la forza, le pressioni, il ricatto.

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