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. 1.0
8.
Divisione amministrativa.
– L’Afganistan è diviso in 34 province dette velayat. Le province sono a
loro volta suddivive in distretti. Esistono diversi distretti omonimi
tra le varie province. «Le
province dell'Afghanistan (
Wilaya
- ولايت) sono la suddivisione territoriale di primo livello del Paese e
sono pari a 34. Ciascuna di esse si suddivide ulteriormente in
distretti. La maggior parte dei distretti e delle divisioni amministrative discende dalla riforma degli
anni 1960, in cui i distretti vennero istituiti col sistema "
gerrymandering" per assicurare il prevalere dei
Pashtun.; le province di Panjshir e di Daykundi sono state istituite nel 2004. I governi provinciali sono guidati da un
governatore. Ogni provincia è rappresentata nel
governo centrale da due membri della
Camera degli Anziani:
uno è eletto dal consiglio provinciale per quattro anni, mentre l'altro
è eletto dai consigli di distretto per tre anni. La rappresentanza
nella
Camera del Popolo
è basata direttamente sui distretti, con il vincolo che in ogni
provincia due dei rappresentanti devono essere donne, nominate dal
Presidente.» (W)
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Badakhshān.
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Sommario: 1.
Enciclopedia italiana. – 2.
Il capoluogo Feyzabad. – 3.
Il fiume Kokcha. – 4.
Marco Polo: il Milione, xlvi. –
1.
Enciclopedia italiana. – È del 1930 questa voce redatta da Virginia Vacca, alla cui lettura nell'ottima grafica del testo
si rinvia. «Provincia dell'Afghānistān, sulla sinistra del Panǵ (corso superiore
dell'Amu-darja) che la cinge a N. e ad E., limitata a S. dallo
spartiacque del Hindu-kush fino al passo di Khawak, e ad O. da una linea
che attraversa il Turkestān, partendo dalla confluenza del Kunduz
coll'Amu-darja, e procede in direzione S. fino al Hindu-kush; è compresa
fra 36° e 38° N. e 69°-72° E. Il nome dell'attuale provincia è
Badakhshān-Kataghān. La sua superficie è di circa 75.000 kmq. Il
Badakhshān è attraversato da numerose ed elevate catene di monti,
solcato da valli profonde e irrigato dal Kokcia, affluente
dell'Amu-darja. Il clima è prettamente continentale, con inverni rigidi,
ed estati caldissime. Le piogge sono abbondanti nel marzo-aprile; il
periodo asciutto dura fino a tutto luglio, e in minor misura anche
nell'agosto-ottobre; la neve incomincia a novembre e raggiunge il
massimo a dicembre. Il Wakhān, regione alpestre all'estremo NE. del
Badakhshān, è formato di due elevate valli, percorse dal Panǵ e strette
fra alti monti, che a S. formano il tratto settentrionale del
Hindu-kush, quivi attraversato da passi difficili. Il più agevole, il
Bārōghil (3500 m.), conduce a Chitral e Gilgit.Principali centri
abitati sono il capoluogo Faiḍābād presso l'antica capitale Badakhshān,
ora abbandonata, Girm e Kishm, già esistenti all'epoca della conquista
musulmana e Anderāb sul fiume omonimo. Oltre all'agricoltura (orzo,
leguminose) ha importanza l'allevamento (cavalli, cammelli, bovini e
ovini) e, specie nel Wakhān, la pastorizia (pecore, yak tibetani). Il
Badakhshān è inoltre ricco di boschi. I prodotti minerali sono numerosi
(zolfo e sale nella valle del Kokcia, ferro presso Faiḍābād, rame,
lapislazzuli). Le miniere di rubini (il cui nome
balahhsh, forma dialettale di Badakhsh, passò nel Medioevo nelle lingue europee: it.
balascio, fr.
balais; ingl.
balas)
si trovano nello Šugnan, che dal 1895 appartiene a Buchara. Per la
popolazione mancano statistiche. È formata di Tagicchi (iranici
sedentarî) e di Turchi, che parlano rispettivamente persiano e turki;
sono musulmani sunniti, con nuclei musulmani ismailiti (
mawlā'ī) negli altipiani.». →
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2.
Il capoluogo Feyzabad. – «Fayzabad (o
Faizabad,
Feyzabad) è il capoluogo di provincia e principale centro del
Badakhshan, nel nord dell'
Afghanistan. La città è popolata da circa 50.000 persone, ed è sita ad un'altitudine di circa 1.200 m. Situata sulla Kokcha, Feyzabad è il principale centro commerciale e amministrativo della regione del
Pamir. A 3,7 km ad Ovest della città si trova l'aeroporto omonimo. La maggioranza degli abitanti è
tagika o
uzbeka, anche se vi sono minoranze
pashtun e
turcomanne. Nella città sono parlate sette lingue: il
dari, il
munji, il
wakhi, l'
ishkashimi, lo
yezgalami, il
sarikoli, lo
shuguhni e il
roshani.
» (W) ««città (9600 ab.) dell'Afghanistan, capoluogo della provincia di Badakhshan, a 1200 m nella valle del fiume Kokcha, 310 km a NNE di Kabul. Mercato agricolo (legumi, cotone, cereali, arachidi) con industrie di trasformazione; nei pressi, giacimenti di ferro e carbone. Aeroporto.» (
Sapere Enc.)
3.
Il fiume Kokcha. – «Il fiume Kokcha, un affluente maggiore del nord del Paese, attraversa il Badakhshan, ma far arrivare l’acqua ai campi è una delle sfide con cui deve confrontarsi la comunità di assistenza; i contadini come Parween sostengono che potrebbero sostenersi da soli, se avessero l’acqua per coltivarsi il cibo... Adeeb mi fa da autista da una settimana in questo rifugio di grezza bellezza inghiottito dalle montagne. Uno speculatore capitalista potrebbe vederci il potenziale di un’altra Svizzera e costruirci campi da sci e attrazioni turistiche: cascate, fiori selvatici, colline verde smeraldo, sorgenti di montagna, con le acque del fiume Kokcha che si frangono spumeggianti su rocce simili a quelle di Gibilterra.. Il fiume Kokcha scorre intorno al distretto di Rustaq e si dirama fino a gettarsi nel fiume Amu, che separa l’Afganistan dal Tagikistan. I talebani si erano impadroniti del Takhar fino al Koccha, ma non sono riusciti ad attraversare il fiume per conquistare la parte settentrionale della provincia, che confina con il Badakhshan... Nell’area di ristoro, gli uomini mi lasciano sola in macchina e vanno a procurarsi la cena nel vicino ristorante. Ho bisogno di qualche minuto da sola. Scendo per sgranchirmi le gambe e togliermi la polvere dai vestiti. Si vedono le stelle, ma è troppo buoi per capire cosa c’è in terra. Si sente il rumore di una cascata o di un fiume. È un suomo familiare e mi rendo conto che è il fiume Kokcha. Chiudo gli occhi e respiro l’aria fresca a pieni polmoni, e il rumore dell3acqua riesce a calmarmi un po’. Mi incammino verso il fiume che avevo attraversato nel Badakhshan, con la speranza di lavarmi il viso e le mani nelle sue acque cristalline» (
Fariba Nawa). « Gli affluenti di destra dell'Amu Darya, cioè il Surkhan Darya, in
Uzbekistan, e il Kafirnigan, il Vakhsh e il Kizil Su in Tajikistan, e
quelli di sinistra, cioè il Kokcha e il Kunduz-Taluqan, in Afghanistan,
scorrono tra vallate più o meno ampie, dove la pratica dell'irrigazione
(che ricerche recenti fanno risalire al Calcolitico) doveva contribuire
in modo significativo alla leggendaria ricchezza del paese.L'insieme di questo vasto territorio non ha conosciuto, in epoca protostorica, uno sviluppo culturale omogeneo.... Dopo la conquista di Alessandro Magno e un'occupazione dapprima
militare, limitata ad avamposti fortificati, si assiste sotto i re
seleucidi Antioco I e Antioco II a un massiccio arrivo di coloni. Una
delle grandi città dell'epoca, Ai Khanum, posta alla confluenza del Panj
con il Kokcha, offre la prova di un importante sviluppo in questo
periodo, associato a un aumento delle superfici irrigate e del numero di
villaggi e alla diffusione della ceramica ellenistica in tutte le
campagne vicine. I coloni portarono con sé la propria cultura (teatro,
educazione nel ginnasio, scrittura, scultura, elementi decorativi
architettonici, ecc.), che avrebbe segnato in modo profondo l'Asia
Centrale. Il territorio conquistato è lo stesso già sottomesso dai
Persiani, come testimoniano la distribuzione delle monete e i
numerosissimi siti con indiscutibile influsso greco, fino ad Alessandria
Eschate sulle rive dello Iaxartes (Sir Darya), verosimilmente da
identificare con l'odierna Khojent.» (
Treccani)
4.
Marco Polo: il Milione, xlvi. – «46 Di Balascam. Balasciam è una provincia che la gente adorano Malcometo, e ànno lingua per loro. Egli è grande reame e discende lo re per reditade; e scese del legnaggio d'Allesandro e de la figlia di Dario, lo grande signore di Persia. E tutti quegli re si chiamano Zulcarnei in saracino, ciò è a dire Ales[a]ndro, per amore del grande Allexandro.
E quivi nasce le priete preziose che si chiamano balas[c]i, che sono molto care, e cavansi ne le montagne come l'altre vene. E è pena la testa chi cavasse di quelle pietre fuori del reame, perciò che ve n'à tante che diventerebboro vile. E quivi, in un'altra montagna, † ove si ca-va l'azurro, e è 'l migliore e 'l piú fine del mondo; e le pietre onde si fa l'azurro, è vena di terra. E àvi montagne ove si cava l'argento.
E la provincia è molto fredda. E quivi nasce cavagli assai e buoni coritori, e non portano ferri, sempre andando per le montagne. E nascevi falconi molto volanti e li falconi laineri: cacciare e uccellare v'è lo migliore del mondo. Olio non ànno, ma fannone di noci. Lo luogo è molto forte da guerra; e' sono buoni arcieri e vestonsi di pelle di bestie, perciò ch'ànno caro di panni. E le grandi donne e le gentili portano brache, che v'è ben 100 braccia di panno bambagino, e tal 40 e tal 80; e questo fanno per parere ch'abbiano grosse le natiche, perché li loro uomini si dilettano in femine grosse.
Or lasciamo questo reame, e conteremo d'una diversa gente, ch’è lungi da questa provincia 10 giornate. » (Edizione
Liber liber).