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Sommario: 1. Riassunto della situazione in Siria e in Palestina al 1° ottobre 1921. – 2. Il mandato sulla Palestina. – 3. L’Amministrazione inglese
della Palestina dal 1 luglio 1920 al 30 giugno 1921. – 4. Commenti
palestinesi al rapporto Samuel. – 5.
La Delegazione palestinese e la propaganda. – 6. La Delegazione
Palestinese alla Camera dei Lordi. – 7. La Società Cristiana degli
Arabi Palestinesi contro la collaborazione. – 8. Il Congresso
Siriano-Palestinese a Ginevra. – 9. Giornali del Congresso Palestinese.
– 10. Ibrahim Hanano prigioniero a Gerusalemme. – 11. Abolizione della
censura in Palestina. – 12. Il Congresso Sionista di Carlsbad. – y. Periodici e fonti citate. – z. Rinvii.
• Ibrahim Hanano,
capo delle bande che, con la complicità di ufficiali turchi e
tedeschi, molestava quasi quotidianamente la regione di Aleppo, è
stato arrestato dalle autorità inglesi della Palestina, su
richiesta fatta dal Governo francese in virtù del trattato di
estradizione tra la Siria e la Palestina. Contro tale arresto fu
organizzata ad Amman in Transgiordania una dimostrazione di
protesta, durante la quale fu malmenato il colonnello inglese Peleke (?), ispettore della gendarmeria britannica. L’emiro Abdullah
aprì immmediatamente un’inchiesta su tale incidente, esigendo
che venissero fatte immediatamente scuse all’ufficiale inglese e
fossero arrestati i responsabili.
2. Il mandato sulla Palestina. - Si ha da Caifa: Il Comitato esecutivo del Congresso palestinese e così pure vari comitati musulmani e cristiani hanno mandato alla Lega delle Nazioni una protesta contro l’istituzione d’un mandato sulla Palestina sulla base della dichiarazione di Balfour, poichè il paese verrebbe privato d’un Governo nazionale.
«Forse l’Alto Commissario teme che l’Inghilterra tenda a soddisfare le aspirazioni degli indigeni concedendo loro un Governo nazionale, e prevede che da qualsiasi mutamento improvviso e violento possano derivare conseguenze dannose ... , memore delle conseguenze che ebbe il cambiamento improvviso [di regime] dell’anno scorso, che determinò una forte corrente migratoria». [Allude all’emigrazione di Arabi palestinesi verso l’America, dovuta all’impoverimento del paese dopo la guerra, all’inizio del Governo di Samuel, ed ai divieti di esportazione dell’olio e dei cereali].
Quanto alla dichiarazione dell’Alto Commissario di voler diminuire il numero dei funzionari inglesi, sostituendoli con indigeni, il Karmel teme che questi ultimi saranno Ebrei, il cui numero nei pubblici uffici costantemente cresce, e preferirebbe che rimanessero gli Inglesi. Termina annunciando un probabile opuscolo edito dalle società nazionaliste palestinesi o dalla Commissione Esecutiva del Congresso, che in base agli avvenimenti di questo ultimo anno dimostri l’impossibilità di un accordo fra indigeni ed Ebrei. (al-Karmel, 7-9-1921). - V. d. B.
La Delegazione Palestinese e la propaganda. - Dopo aver lodato l’attività della Delegazione Palestinese a Londra, e il consenso che vi trova negli ambienti politici, il Karmel rileva che essa, più che una missione ufficiale politica, è una missione di propaganda.
La Palestina non può appoggiare la propria Delegazione come l’Irlanda sostiene de Valera, l’India la Delegazione pro Califfato, e l’Egitto Zaghlul, perché il suo popolo è debole per numero e importanza politica. La Francia e l’Inghilterra seguono verso il mondo arabo una politica di smembramento; non solo la Palestina è stata divisa dalla Siria, ma le hanno tolto la Transgiordania, per rendere più difficili i rapporti con il Higiaz e la Mesopotamia; alla Siria viene applicato il decentramento; altre misure simili si prevedono in Mesopotamia.
Contro questi sistemi si può reagire con la propaganda, illuminando l’opinione pubblica inglese sui disastrosi effetti della politica sionista per il suo buon nome in Oriente. Non che i colloqui della Delegazione col Papa e coll’arcivescovo di Canterbury non abbiano dato buoni risultati, ma oggi è necessario battere una via diversa; pubblicare articoli nella stampa inglese, tener conferenze, far parlare predicatori nelle chiese, ricorrere a mezzi pratici moderni per diffondere nel pubblico britannico la conoscenza del punto di vista palestinese. Se i membri della Delegazione non sono in grado di prendere personalmente contatto con l’opinione pubblica, si rivolgano a scrittori ed oratori inglesi intenditori di questioni orientali, come affiderebbero la difesa dei loro privati interessi ad abili avvocati. Quanti agl’indigeni della Palestina, combattano la politica di smembramento con un’attiva propaganda, estesa a tutto il mondo arabo, in modo che la questione palestinese non sia considerata da sola, ma venga a collegarsi ai problemi generali dei paesi arabi. (al-Karmel, 10-9-1921). - V. d. B.
I delegati dichiararono che la colonia palestinese di Washington ha mandato un contributo di mille ghinee alla Società Musulmano-Cristiana di Gerusalemme; alla riunione partecipava ancbe Miss Newton (v. Oriente Moderno, fasc. III, pag. 159, col. 2).
La Delegazione ha dato ricevimento alla Missione indiana [musulmana] ed afgana; con quest’ultima ha· conferito a lungo, ottenendone promesse di aiuto nei limiti del possibile. Tre delegati sono partiti per Ginevra per assistere al Congresso Siriano. (al-Karmel, 31-8-1921). - V. d. B.
La Società Cristiana degli Arabi Palestinesi contro la collaborazione. - In seguito all’invito fatto dall’Alto Commissario Samuel ad alcuni notabili palestinesi cristiani e musulmani di collaborare con lui nella questione dell’Assemblea elettiva consultiva, la Società Cristiana (Gam’iyyah masihiyyah) convocò, il 18 agosto, una riunione di soci suoi, di membri della Società Musulmana (Gam’iyyah islamiyyah) e di persone colte (mufakkirun) del paese, che approvarono una risoluzione di protesta, da comunicarsi alla stampa e alla presidenza delle due Associazioni suddette, e dichiararono che «chi desiderava aderire all’invito del Commissario era libero di farlo; senonchè chi sostiene la Delegazione Palestinese e la Commissione Esecutiva deve essere alieno dall’occupare qualsiasi posto prima che vengano decise le sorti del paese e del mandato, mentre chi aderisce all’invito del Commissario ha almeno il dovere di protestare spontaneamente, in base alle proteste già presentate dalle Associazioni, prima di iniziare le trattative, dimostrando così il proprio patriottismo».
Segue il testo della protesta:
La Società Musulmana di Caiffa e la Commissione dei Palestinesi residenti in Egitto hanno approvato ordini del giorno analoghi (al-Haqiqab di Beirut, 31-8-1921).
La «Haqiqab» sospesa dal Governo ai primi di maggio, ha ripreso le sue pubblicazioni in agosto. Giunge in Europa con forte ritardo. - V. d. B.
Il Congresso Siriano-Palestinese a Ginevra si è aperto il 1° settembre presieduto dal principe Michele Lutfallah, che dà il benvenuto a Ta’nah al-’Imad bey, rappresentante dei nazionalisti arabi dell’Argentina.
Vengono letti telegrammi delle Associazioni musulmano-cristiane di Nabulus e del Comitato palestinese di Egitto, che affermano la loro confidenza nel Congresso, e respingono formalmente il mandato britannico basato sulla dichiarazione Balfour. Dopo la lettura del telegramma d’incoraggiamento di un deputato francese, si passa ad esaminare il rapporto da presentarsialla Società delle Nazioni.
Nelle sedute del 5, 6 e 7 sono continuate le sedute. Suleiman Kan’an bey, membro dell’antico Consiglio amministrativo del Libano, ha presentato un rapporto sulle attuali condizioni di quella regione. Viene costituito un Comitato esecutivo incaricato di attuare le decisioni prese dal Congresso.
Si legge un telegramma di simpatia diretto al Presidente dal Re del Higiaz.
Il Congresso si è chiuso il 21 settembre, approvando all’unanimità il rapporto da presentarsi alla Società delle Nazioni, nel quale invoca una inchiesta sui luoghi, affinchè risulti chiaramente qual è la volontà delle popolazioni. Il Congresso ha approvato le seguenti risoluzioni:
Nella seduta del 2 settembre vennero letti telegrammi dalle Associazioni musulmano-cristiane di Nabulus e del Comitato Palestinese di Egitto, dichiaranti che il popolo respinge formalmente il mandato britannico. (Daily Herald, 3-9-1921). V.d.B.
Giornali del Congresso Palestinese. - II segretario della Commissione Esecutiva del IV Congresso Arabo-Palestinese comunica la prossima formazione di un suo giornale che uscirà dapprima in arabo e poi, appena se ne avranno i mezzi, pubblicherà un numero settimanale inglese. La Delegazione, prima di partire per l’Inghilterra, ha scelto a dirigerli Kamil Bey al-Badiri, membro del Congresso.
Il Karmel critica questo passo, che sarà interpretato come un segno di poca fiducia nella stampa araba locale che ha già qualche anno di esperienza e lotta con i propri mezzi, mentre le spese del nuovo giornale graverebbero sulla nazione. Approva invece l’idea di pubblicazioni propagandistiche in lingue europee, e osserva che la Delegazione avrebbe dovuto prepararne prima di partire, per diffonderle in Europa e specialmente in Inghilterra. (al Karmel, 14-9-1921).
• Ibrahim Hanano prigioniero a Gerusalemme. - Il giornale an-Nadi al-Arabi di Gerusalemme pubblica una protesta inviata al Commissario Samuel contro l’arresto e la detenzione a Gerusalemme del patriota siriano Ibrahim Bey Hanano, che, passato dalla Siria in Transgiordania, domandò al Presidente dei mu’tamadin, funzionario britannico, un salvacondotto per attraversare la Palestina onde recarsi al Congresso di Ginevra. Ottenutolo ed entrato in Palestina, venne arrestato in base a denuncia del Governo francese di Siria, e imprigionato a Gerusalemme, dove si trova tuttora.
La stampa palestinese protesta contro questa violazione del diritto e dell’ospitalità; è stato telegrafato al Congresso di Ginevra denunciando il fatto. (al-Nadi al-’Arabi, 2-9-1921. al-Karmel, 7 e 10 settembre 1921).
Su Hanano si hanno le seguenti notizie: Secondo la Syrie egli aveva condotto la guerriglia contro i francesi nel Gebel Zawiyeh fino al maggio scorso, incendiando villaggi e commettendo assassinii. Il 10 luglio, inseguito dalle colonne francesi, si rifugiò in Transgiordania quasi solo, essendo caduto prigioniero il suo stato maggiore, e si mise a disposizione dell’Emiro ‘Abdullah.
Il Near East aggiunge che Hanano venne arrestato a richiesta delle autorità francesi, e che ad ‘Amman, in Transgiordania, venne tenuto un comizio di protesta contro l’arresto, dopo il quale un ufficiale inglese, ispettore della gendarmeria, fu malmenato dalla folla. L’Emiro ‘Abdullah fece arrestare i responsabili, presentò scuse, e ordinò un’inchiesta. Il Near East osserva che i Siriani, memori della caduta di Faisal, non si adattano al regime francese, e che incidenti come questo minacciano di ripetersi, (La Syrie, 8-9-1921. Near East, 15-9-1921).
Ibrahim Hanano prigioniero è sbarcato dal vapore Sphinx a Beirut il 16 settembre ammanettato, e dalle autorità è stato consegnato a quelle francesi. (al-Barq, 16-9-1921). - V. d. B.
a) Abolizione della censura in Palestina. - A partire dal 1° ottobre è stata abolita in Palestina la censura sui giornali. (al-Karmel, 3-9-1921). - V.d.B.
b) Gendarmeria palestinese. - L’Alto Commissario ha consentito alla formazione di una gendarmeria palestinese, per garantire le frontiere dalle invasioni dei briganti, e per aiutare la polizia civile a mantenere l’ordine interno.
Essa verrà impiegata e istruita comu un corpo di polizia militare, e dopo sei mesi di istruzione verrà accasermata, a gruppi di 50 uomini a cavallo o 100 fanti, in varie parti della Palestina. Saranno accettate soltanto persone di ottimi precedenti. Saranno in tutto 500, 300 cavalieri e 200 fanti, e vi saranno ammessi ebrei, arabi e cristiani. (Near East, 1-9-1921). - V. d. B.
Il fatto più importante è la riaffermata fiducia alla politica del Weizmann, che è alla direzione del movimento e del Comitato Esecutivo. Dopo un primo voto di fiducia dato al Weizmann fin dalla quarta seduta, si è proceduto alla elezione della nuova Direzione che è riuscita, in sostanza, come la prima, e che resterà in carica per due anni. E ciò nonostante gli attacchi mossi da un insieme di oppositori all’opera del Weizmann, del Sokolow, e di alti dirigenti; attacchi originati da diversità di vedute in varie questioni (non ultima quella della collaborazione con l’Inghilterra, e della fiducia in Samuel) e altresì dal dissidio con il Sionismo americano.
Esaminando le dichiarazioni fatte dal Weizmann e dal Sokolow durante il Congresso si può vedere quale portata avrà per la prossima politica sionista la rielezione dell’antica Direzione.
A base dell’opera del Weizmann stanno due principi: la coincidenza degli interessi ebraici con quelli dell’Inghilterra, non per motivi strategici, «essendo la Palestina inutile all’Inghilterra in relazione al Canale di Suez», ma per più alte ragioni d’indole morale e politica; e la volontà del popolo ebraico di andare in Palestina.
Base pertanto della politica sionista resta la collaborazione con la potenza mandataria, e la fiducia nell’Alto Commissario Sir Herbert Samuel, che, nonostante gli errori da lui compiuti e causati dalla sua difficilissima situazione, resta sempre «Il nostro Samuel», chiamato all’alta carica dalla fiducia dei sionisti. Potrà venire un tempo in cui egli, Alto Commissario inglese, potrà trovarsi contro i Commissari per «Erez Israel» (2); perchè la Palestina non si identifica con Erez Israel. Ma ora egli merita tutta la fiducia, l’aiuto, il consiglio dei migliori uomini del Sionismo.
Altro punto importante del programma della nuova Direzione è l’atteggiamento verso gli Arabi. Questo deve essere ispirato dal desiderio di mantenere le più amichevoli relazioni; nè l’opera di alcuni sconsigliati o di turbe sobillate deve impedire l’opera di riavvicinamento tra i due popoli. Questo può avvenire in due grandi direzioni. Economicamente in Palestina, e culturalmente nei maggiori centri culturali arabi. Inviando i migliori uomini del Sionismo in tali centri si deve cercare di ristabilire quello spirito di collaborazione culturale che esisteva secoli fa e che deve tornare ad esistere. Il grande lavoro deve svolgersi entro il triangolo Mecca, Bagdad, Damasco.
Speciali dichiarazioni per i Luoghi Santi ha fatto Sokolow, protestando il più grande rispetto per le memorie di tutte le religioni, che trovano la loro ispirazione in Gerusalemme, città della pace.
Altro importante risultato del Congresso consiste nella costituzione dell’organizzazione sionista, sulla base specialmente del controllo e della pubblicità dell’operato della Direzione.
È stata infine confermata la decima come base del Keren Hajisod (fondo nazionale ebraico) e dichiarata obbligatoria.
L’appello al popolo giudaico, emanato dal Congresso, mostra la difficoltà dell’ora e la necessità di grande e concorde lavoro per arrivare all nuova ardua meta. - M. G.
(1) Rimandiamo i lettori di Oriente Moderno che desiderassero più complete notizie, ai periodici sionisti in generale; al settimanale italiano Israel (dal 1° settembre in poi) che dà ampia notizia del Congresso; e infine alla Wiener Morgenzeitung, la quale, con una Kongress-Ausgabe dà, nei numeri dal 1° al 16 settembre, il resoconto completo delle sedute, corredato di notizie esplicative e di commenti.
(2) In ebraico “terra d’ Israele”.
A. I, Nr. 5, p. 281-95. 15 Ott. 1921. |
Anno I, Nr. 5. - 15 Ottobre 1921, p. 281-95.
1. Riassunto della situazione in Siria e in Palestina al 1° ottobre
1921. – a) Siria. - Il 1° dicembre 1920 il re dell’Higiaz inviò una protesta alla Lega delle Nazioni contro il regime in vigore in Siria e Mesopotamia. Il Consiglio della Società delle Nazioni
decise di trasmetttere l’appello alle principali potenze
allealte. Il re dell’Higiaz ha recentemente inviato vari
telegrammi (22 maggio, 15 giugno, 3 e 5 luglio) contro
l’amministrazione francese in Siria. Il Segretariato generale della Lega ha inviato tali dispacci, con un rapporto, alla Lega a titolo di informazione. Una
Delegazione siriana si è anche recata a Ginevra per essere
udita dalla Lega; ma da Damasco si è segnalato il delegato Lutfallah come emissario di Faisal (re della Mesopotamia) e di Husein (re del Higiaz). A Ginevra si è anche riunito un Congresso siro-palestinese che mira a garentire alla popolazione araba i due paesi. Dalla
Siria sono state inviate vivaci proteste contro la Delegazione
ed il Congresso, con dichiarazioni di lealtà verso la Francia. La Santa Sede ha coperto la sede arcivescovile di Bagdad, vacante dal 1917, nominandone titolare padre Berré,
già capo della missione domenicana a Mossul e che fu fatto
prigioniero dai Turchi. In tale occasione la stampa francese ha
messo in rilievo che la Santa Sede ha tenuto fermo l’impegno,
preso il 4 giugno 1638 e confermato l’11 giugno 1871, di
riservare la sede vescovile di Bagdad ad un Francese. → Torna al Sommario.
Ibrahim Hanano (1869-1935) |
b) Palestina.
- La Commissione esecutiva del Congresso palestinese e vari
Comitati musulmani e cristani hanno inviato una protesta alla Società delle Nazioni contro il mandato sulla Palestina sulla base della dichiarazione di Balfour, che priva il paese di un Governo nazionale, ed un’altra a Londra contro il chief justice Bentwich
perché mette la sua influenza professionale a servizio del
sionismo, a danno degli indigeni, e contro la missione che egli
compie a Londra per la costituzione del paese. → Torna al Sommario.
2. Il mandato sulla Palestina. - Si ha da Caifa: Il Comitato esecutivo del Congresso palestinese e così pure vari comitati musulmani e cristiani hanno mandato alla Lega delle Nazioni una protesta contro l’istituzione d’un mandato sulla Palestina sulla base della dichiarazione di Balfour, poichè il paese verrebbe privato d’un Governo nazionale.
Nella
protesta essi dichiarano di aderire ai reclami presentati dalle
delegazioni palestinesi, che costituiscono l’unico mandatario
ufficiale del paese.
Questi stessi organi hanno mandato a Londra una protesta contro il capo della giustizia Bentwich,
affermando che egli pone la sua influenza personale a servizio
dei sionisti con danno degli indigeni, estendendo la protesta
contro la missione che compie a Londra il Bentwich, per ciò che riguarda la costituzione del paese. (Temps, 6-9-1921, - U. F.)
3. L’Amministrazione inglese della Palestina dal 1 luglio 1920 al 30 giugno 1921.
- È stato recentemente pubblicato un rapporto provvisorio circa
l’Amministrazione inglese in Palestina nell’ultimo anno. Il
rapporto comincia con una parte in cui, a considerazioni di indole
generale, sono unite notizie circa gli ultimi avvenimenti, e si
precisa il punto il visto inglese. Ai lettori di Oriente Moderno,
che dai fascicoli precedenti hanno potuto trarre notizia
sufficiente di quegli argomenti, interesserà maggiormemte la parte
del rapporto, in cui, con corredo di dati e cifre, è esposta
l’opera dell’Amministrazione della Palestina. E la riportiamo
pertanto, seguendo il riassunto datone dal settimanale Palestine.
Forma di Governo.
L’Amministrazione
intende ridurre il numero dei funzionari inglesi e aumentare
quello dei funzionari palestinesi. Tale processo è già cominciato.
Per quanto riguarda la legislazione «la politica
dell’Amministrazione consiste nell’applicare, per quanto possibile,
la legge turca, a cui la popolazione è abituata. Sono
introdotti mutamenti solo quando essi siano indispensabili.
L’energia è una qualità essenziale per un buon Governo, ma vi è
un limite dopo il quale essa può essere dannosa. Il pericolo di
oltrepassarlo è sempre presente al Governo. Ne pas trop gouverner è una buona massima, specialmente nei paesi orientali, e sopratutto nei primi anni di un nuovo regime».
Finanze.
«Le
spese dell’Amministrazione civile sono state contenute entro i
limiti della rendita del paese, né si sono avuti aiuti dal
Tesoro inglese.
Sono state abolite parecchie
tasse gravose nella loro applicazione e di poco rendimento.
L’Amministrazione aveva già revocato le tasse di esonero dal
servizio militare, la tassa per le strade, il tamattù (tassa su
tutte le professioni, arti e mestieri) e alcune minori.
L’Amministrazione civile ha abolito la tassa per la pesca (20 per
cento ad valorem),
e i dazi locali. Ha ridotto le tasse doganali d’importazione
per i materiali di costruzione e per i viveri dall’11 per cento
al 30 per cento. In sostituzione del dazio comunale è percepita
una tassa doganale addizionale dell’1 per cento per la maggior
parte delle voci, e del 2 per cento per alcune. Una riforma più
importante è stata quella dell’abolizione del monopolio del
tabacco, stabilito dai Turchi ed esercito dalla Regia dei
tabacchi. L’effetto di questo provvedimento è stato che il prezzo
del tabacco è grandemente diminuito per i consumatori, e che la
coltivazione del tabacco, finora proibita, sta per essere
iniziata in parecchi luoghi; che già sono state aperte due
fabbriche per la manifattura delle sigarette, le quali impiegano
un considerevole numero di impiegati, ed altre sono in progetto;
mentre, nello stesso tempo, dall’importazione del tabacco il
Governo percepisce un nuovo e grande reddito dalla relativa
tassa doganale».
Le ferrovie furono assunte nel 1920. Secondo il Trattato di Sèvres,
la Palestina dovrà pagare un’annualità, che ammonterà
probabilmente a meno di 200.000 L. E., e ciò in rapporto alla
sua partecipazione al debito ottomano dell’anteguerra.
Difesa e Pubblica Sicurezza.
La
guarnigione è stata ridotta a 5.000 uomini di truppe
combattenti, ciò che comporta una spesa annuale di 2.500.000
sterline [?] a carico del Tesoro inglese. Vi è una forza di
polizia locale di 1.300 uomini; si sta organizzando una
gendarmeria di 500 uomini, di cui 300 montati. Un gran numero di
sanguinose contese fra Beduini sono state sedate per
l’intervento dei funzionari dei distretti.
Questioni religiose.
«In
Palestina regna la più completa libertà di culto. Le varie
confessioni o sètte che trovano nella Terra Santa la loro origine o
la loro ispirazione sono libere di conservare i loro dottori e i
loro ministri, e di praticare il loro culto senza alcun
ostacolo o impedimento. Nelle controversie che di quando in
quando sorgono fra di esse, la politica seguita rigidamente
dall’Amministrazione è stata quella di mantenere lo statu quo. Il Trattato di Sèvres prevede la nomina di una Commissione peri Luoghi Santi,
nella quale avranno il loro posto i rappresentanti di tutte le
principali confessioni; e alle decisioni di questa Commissione è
riservato il componimento delle controversie».
È stata costituita un’autorità musulmana per il controllo dei Waqf.
Sono state composte le questioni circa il Patriarcato ortodosso
di Gerusalemme ed è stata ristabilita l’autorità del Patriarca.
Per invito del Governo la comunità ebraica ha stabilito un
Consiglio Rabbinico elettivo».
Dipartimento della giustizia.
«Il
sistema giudiziario dell’Amministrazione amministra la
giustizia con un grado di integrità, imparzialità e
sollecitudine finora sconosciuto in Palestina».
«La
legge ottomana rimane come base del sistema legale, con quelle
modifiche, miranti specialmente alla semplificazione della
procedura, che sono state introdotte per mezzo di ordinanze o
regolamenti del Tribunale, emanate dall’Amministrazione. Nel
distretto di Beersheba fra i Beduini, la giustizia continua ad
essere amministrata secondo il diritto consuetudinario del
Consiglio degli sceicchi, contro le decisioni del quale si può
produrre appello a un funzionario inglese».
Archeologia.
È stato formato un Dipartimento delle Antichità, sotto la direzione del professore J. Garstang,
ed è stato approvato un complesso regolamento per la
conservazione delle antichità. Sono stati concessi permessi per
eseguire scavi a varie autorità competenti, come Società inglesi,
francesi, palestinesi, italiane ed americane. È stato fondato un
Museo nazionale palestinese.
La Società «Pro Jerusalem» riceve un sussidio governativo.
Opera dei vari Dipartimenti.
Ferrovie.
– Sono stati compiuti vari miglioramenti, fra cui il
rafforzamento della linea Rafah-Caiffa, l’allargamento del binario
sulla linea Giaffa-Lidda. Il bilancio delle ferrovie è quasi al
pareggio.
Commercio e industrie.
- Sono state formate Camere di Commercio in tutte le città
principali. Si è verificata una diminuzione generale dei prezzi, ma
essi sono ancora relativamente alti. Sono state abolite quasi
tutte le limitazioni di importazione ed esportazione. Sono state
create parecchie nuove imprese industriali, e l’industria
edilizia si ravviva. La sola valuta egiziana ha corso legale; ma è
permessa anche la circolazione di altre valute.
Agricoltura.
- Viva è stata l’attività del Dipartimento dell’Agricoltura. Il
personale tecnico visita continuamente i villaggi, e un
servizio di veterinari attende a combattere le malattie
contagiose del bestiame. È stato istituito un servizio per le
pescherie, e sono state fondate 4 stazioni meteorologiche. È
stata posta in vigore un’ordinanza per la protezione delle
foreste, e si è iniziato il rimboschimento. Sono state
organizzate mostre agricole. Agli agricoltori sono stati concessi
prestiti per l’importo di 37.000 L. E. Sono state istituite Corti
speciali per definire i titoli di proprietà delle terre e così
porre ordine nella confusione, che in questa materia regnava sotto
il regime turco. È stato istituito un Dipartimento di
agrimensura, e messa in vigore un’ordinanza per le terre (Land
Ordinances). I catasti (Land Registries) sono stati riaperti nell’ottobre 1920 per operazioni, e in nove mesi ne sono state registrate più di 2000.
Istruzione
(1) - «Si nota in tutta la Palestina un vivo desiderio di avere
mezzi per l’istruzione. La maggioranza dei musulmani è
analfabeta, e il compito di istituire un numero di scuole
sufficienti per i loro bisogni è di una certa difficoltà.
L’Amministrazione ha adottato un sistema per il quale gli
abitanti di ogni città o villaggio, dove occorre l’istituzione di
una scuola, sono invitati a porre a disposizione un edificio
adatto allo scopo e di provvedere alla sua manutenzione; il
Governo provvede agli stipendi degli insegnanti e alle altre spese
di manutenzione. Con questo sistema si stanno aprendo nuove
scuole, con la media di più di una per settimana.
«Si
continuerà con questo sistema finché tutto il paese sarà
completamente fornito di scuole. Sarà necessario per questo un
periodo, probabilmente, di 4 anni».
Vi sono due scuole normali governative, e un servizio governativo di insegnanti ambulanti.
«Fortunatamente
un certo numero di scuole private, mantenute per la maggior
parte da organizzazioni stabilite al di fuori della Palestina,
porgono aiuto nel compito di provvedere ai bisogni scolastici
della popolazione».
«È stata iniziata la
regolare concessione di sussidi di Stato a queste scuole,
concessione accompagnata da ispezioni governative. La situazione
finanziaria, però, permette solamente la distribuzione di una
somma molto modesta».
Salute pubblica.
- Le condizioni sanitarie delle città sono efficacemente
sorvegliate, e funziona un servizio di quarantena. Il Governo
mantiene 15 ospedali, 21 dispensari, 8 cliniche e 5 lazzaretti.
«Inoltre a Gerusalemme e in altre città i Sionisti ed altre
organizzazioni religiose provvedono all’assistenza ospitaliera, in
grande misura, e attendono anche ad alcune altre opere sanitarie,
in maniera ammirevole». Si progredisce nella lotta contro la
malaria e le malattie degli occhi. «Le scuole sono sottoposte ad
ispezione medica. Sono adottati speciali provvedimenti per la
cura del tracoma, da cui è affetta una percentuale la quale va
dal 60 per cento al 95 per cento dei fanciulli delle scuole,
secondo le località. Una clinica oftalmica ambulante cura
moltissimi ammalati, sia adulti, sia fanciulli. Al di fuori di
queste malattie, la salute della Palestina è stata notevolmente
buona, e le malattie contagiose sono state efficacemente
contenute».
Lavori pubblici.
- Alcune strade principali sono state ricostruite, o sono in
via di ricostruzione. La gettata di Caiffa è stata
considerevolmente ampliata. Ma in generale «i vari lavori, di
cui ha bisogno il paese, e che dovrebbero servire ad accrescerne
la prosperità e il reddito, si sono dovuti rimandare a quando
sarà promulgato il Mandato e potrà essere emesso un prestito».
Poste.
- Il servizio postale è Stato migliorato e molte delle più
importanti linee telegrafiche e telefoniche sono state rinforzate.
Vi sono 700 abbonati al telefono, e 22 uffici pubblici.
Immigrazione e turismo.
- Durante l’anno sono entrati nel paese poco più che 10.000
immigranti, quasi tutti Ebrei. L’immigrazione è ora limitata a
persone che rientrano in alcune determinate categorie. Sono stati
presi provvedimenti contro alcuni membri di un gruppo
comunista. Si sono adottate misure per incoraggiare il movimento
turistico.
Consigli municipali.
- La costituzione dei Consigli municipali avviene ora per
nomina; ma si stanno prendendo misure per ristabilire il sistema
elettivo. È stata messa in vigore un’ordinanza per i piani
regolatori delle città; e si sono preparati i piani per
Gerusalemme e Caiffa. L’approvvigionamento di acqua per
Gerusalemme è stato ancora aumentato.
Transgiordania.
La
Transgiordania ha una popolazione approssimativa di 350.000
abitanti, in parte sedentari e in parte nomadi. Sono stati formati
Consigli locali di beduini, e sono stati destinati 5 ufficiali
inglesi per assisterli.
Nel marzo «si concluse un accordo per il quale l’Emiro (‘Abdullah)
accettò di amministrare la Transgiordania, sotto la direzione
dell’Alto Commissario di Palestina, come rappresentante della
Potenza mandataria, e con l’assistenza di un piccolo numero di
ufficiali inglesi, per un periodo di sei mesi, non essendo ancora
decisa una sistemazione definitiva. Doveva essere garantito
l’ordine e la sicurezza pubblica e non dovevasi fare alcun
attacco alla Siria.
«Da quel tempo ha
continuato a verificarsi una stretta connessione fra la Palestina e
h Transgiordania. I rappresentanti inglesi rimangono nei centri
principali». Ma ordine e sicurezza mancano ancora.
Questa parte del Rapporto cosi conclude:
«La
connessione politica ed economica fra Palestina e
Transgiordania è molto stretta. Il commercio è attivo; le
comunicazioni sono costanti; se in uno dei due paesi avvengono
disordini, questi non possono non riuscire di danno all’altro;
l’impedimento di incursione dall’est del Giordano, e il
mantenimento dell’ordine in quellla regione sono di non piccola
importanza per la popolazione che è all’occidente. Anche la
Siria ha grande interesse perché sia mantenuto l’ordine al suo
confine meridionale. Se la Transgiordania cadesse in preda
all’anarchia ne soffrirebbero non solo i suoi abitanti, ma anche i
territori vicini. Tutti essi attendono dalla Potenza mandataria
che impedisca una eventualità, la quale, se mancasse
l’influenza e l’autorità della Potenza stessa, potrebbe
dimostrarsi non remota».
Il Rapporto ha 4
appendici. La prima dà una lista delle ordinanze entrate in vigore
prima della costituzione del Consiglio Consultivo (2). La
seconda classifica i funzionari dei vari distretti secondo le
nazionalità e la religione. Vi sono 2.490 funzionari, di cui 360
appartengono al ruolo superiore (3) e 2.130 al ruolo inferiore
(4).
Nel primo vi sono 179 inglesi (165
cristiani e 14 ebrei) e 181 palestinesi (82 cristiani, 36 ebrei,
63 musulmani). Nel secondo vi sono 89 inglesi (76 cristiani e 3
ebrei) e 2.041 palestinesi (967 cristiani, 553 ebrei, 521
musulmani).
La terza appendice dà il bilancio
preventivo per il 1921-1922. La entrata totale prevista è di L. E.
2.214.047 (fra cui L. E. 158.943 dogane, 617.225 licenze, ecc.,
142.334 poste e telegrafi, 970.000 ferrovie); l’uscita prevista
di L. E. 2.286.133 (fra cui L. E. 745.579 ferrovie, 119.526 poste
ecc., 216.642 pubblica sicurezza, prigioni, 103.000 istruzione,
210.000 debito pubblico ecc.).
La quarta appendice dà il valore totale delle importazioni e delle esportazioni dall’aprile 1919 al giugno 1921. Ecco le cifre:
Aprile 1919- marzo 1920:
Importazioni | Esportazioni | |
L.E. | 4.191.060 | 773.443 |
L.E. | 5.216.633 | 771.701 |
(Palestine, 10-9-1921).
Commenti palestinesi al rapporto Samuel
da: Oriente Moderno,
Anno I, Nr. 5,
15 ottobre 1921, p. 289-290
Commenti palestinesi al rapporto Samuel. - Il Karmel,
giornale arabo musulmano di Caiffa, suppone che questo Libro
Bianco sia stato pubblicato per prevenire la propaganda
antisionista della Delegazione palestinese, e invita questa a
confutarlo con un opuscolo in inglese e francese da diffondere
in Inghilterra e nel resto d’Europa, per dimostrare come,
abbandonato il programma sionista, l’Inghilterra non avrà bisogno
di mantenere in Palestina numerose truppe e una forte
gendarmeria; essa potrà conservare il paese con poca spesa. Le
esigenze dei Sionisti non sono, checchè ne dica il Commissario,
compatibili con i diritti degli Arabi, che vengono sacrificati.Anno I, Nr. 5,
15 ottobre 1921, p. 289-290
«Forse l’Alto Commissario teme che l’Inghilterra tenda a soddisfare le aspirazioni degli indigeni concedendo loro un Governo nazionale, e prevede che da qualsiasi mutamento improvviso e violento possano derivare conseguenze dannose ... , memore delle conseguenze che ebbe il cambiamento improvviso [di regime] dell’anno scorso, che determinò una forte corrente migratoria». [Allude all’emigrazione di Arabi palestinesi verso l’America, dovuta all’impoverimento del paese dopo la guerra, all’inizio del Governo di Samuel, ed ai divieti di esportazione dell’olio e dei cereali].
Quanto alla dichiarazione dell’Alto Commissario di voler diminuire il numero dei funzionari inglesi, sostituendoli con indigeni, il Karmel teme che questi ultimi saranno Ebrei, il cui numero nei pubblici uffici costantemente cresce, e preferirebbe che rimanessero gli Inglesi. Termina annunciando un probabile opuscolo edito dalle società nazionaliste palestinesi o dalla Commissione Esecutiva del Congresso, che in base agli avvenimenti di questo ultimo anno dimostri l’impossibilità di un accordo fra indigeni ed Ebrei. (al-Karmel, 7-9-1921). - V. d. B.
La Delegazione Palestinese e la propaganda
da: Oriente Moderno,
Anno I, Nr. 5,
15 ottobre 1921, p. 290
Anno I, Nr. 5,
15 ottobre 1921, p. 290
La Delegazione Palestinese e la propaganda. - Dopo aver lodato l’attività della Delegazione Palestinese a Londra, e il consenso che vi trova negli ambienti politici, il Karmel rileva che essa, più che una missione ufficiale politica, è una missione di propaganda.
La Palestina non può appoggiare la propria Delegazione come l’Irlanda sostiene de Valera, l’India la Delegazione pro Califfato, e l’Egitto Zaghlul, perché il suo popolo è debole per numero e importanza politica. La Francia e l’Inghilterra seguono verso il mondo arabo una politica di smembramento; non solo la Palestina è stata divisa dalla Siria, ma le hanno tolto la Transgiordania, per rendere più difficili i rapporti con il Higiaz e la Mesopotamia; alla Siria viene applicato il decentramento; altre misure simili si prevedono in Mesopotamia.
Contro questi sistemi si può reagire con la propaganda, illuminando l’opinione pubblica inglese sui disastrosi effetti della politica sionista per il suo buon nome in Oriente. Non che i colloqui della Delegazione col Papa e coll’arcivescovo di Canterbury non abbiano dato buoni risultati, ma oggi è necessario battere una via diversa; pubblicare articoli nella stampa inglese, tener conferenze, far parlare predicatori nelle chiese, ricorrere a mezzi pratici moderni per diffondere nel pubblico britannico la conoscenza del punto di vista palestinese. Se i membri della Delegazione non sono in grado di prendere personalmente contatto con l’opinione pubblica, si rivolgano a scrittori ed oratori inglesi intenditori di questioni orientali, come affiderebbero la difesa dei loro privati interessi ad abili avvocati. Quanti agl’indigeni della Palestina, combattano la politica di smembramento con un’attiva propaganda, estesa a tutto il mondo arabo, in modo che la questione palestinese non sia considerata da sola, ma venga a collegarsi ai problemi generali dei paesi arabi. (al-Karmel, 10-9-1921). - V. d. B.
La Delegazione Palestinese alla Camera dei Lordi
da: Oriente Moderno,
Anno I, Nr. 5,
15 ottobre 1921, p. 290
La Delegazione Palestinese alla Camera dei Lordi.
- La Delegazione Palestinese è stata ricevuta in una delle sale
della Camera dei Lordi da sette membri di questa, fra cui Lord Lamington, Lord Sydenham e il Duca di Sutherland.Anno I, Nr. 5,
15 ottobre 1921, p. 290
I delegati dichiararono che la colonia palestinese di Washington ha mandato un contributo di mille ghinee alla Società Musulmano-Cristiana di Gerusalemme; alla riunione partecipava ancbe Miss Newton (v. Oriente Moderno, fasc. III, pag. 159, col. 2).
La Delegazione ha dato ricevimento alla Missione indiana [musulmana] ed afgana; con quest’ultima ha· conferito a lungo, ottenendone promesse di aiuto nei limiti del possibile. Tre delegati sono partiti per Ginevra per assistere al Congresso Siriano. (al-Karmel, 31-8-1921). - V. d. B.
La Società Cristiana degli Arabi Palestinesi
contro la collaborazione
contro la collaborazione
da: Oriente Moderno,
Anno I, Nr. 5, p. 290-291
15 ottobre 1921.
Anno I, Nr. 5, p. 290-291
15 ottobre 1921.
La Società Cristiana degli Arabi Palestinesi contro la collaborazione. - In seguito all’invito fatto dall’Alto Commissario Samuel ad alcuni notabili palestinesi cristiani e musulmani di collaborare con lui nella questione dell’Assemblea elettiva consultiva, la Società Cristiana (Gam’iyyah masihiyyah) convocò, il 18 agosto, una riunione di soci suoi, di membri della Società Musulmana (Gam’iyyah islamiyyah) e di persone colte (mufakkirun) del paese, che approvarono una risoluzione di protesta, da comunicarsi alla stampa e alla presidenza delle due Associazioni suddette, e dichiararono che «chi desiderava aderire all’invito del Commissario era libero di farlo; senonchè chi sostiene la Delegazione Palestinese e la Commissione Esecutiva deve essere alieno dall’occupare qualsiasi posto prima che vengano decise le sorti del paese e del mandato, mentre chi aderisce all’invito del Commissario ha almeno il dovere di protestare spontaneamente, in base alle proteste già presentate dalle Associazioni, prima di iniziare le trattative, dimostrando così il proprio patriottismo».
Segue il testo della protesta:
«Poichè il IV Congresso Arabo Palestinese ha incaricato una Delegazione di rivendicare i diritti della popolazione musulmana e cristiana, e avendo questa Delegazione, prima della sua partenza, rifiutato di restare in patria per intavolare trattative intese ad elaborare uno Statuto (qanun asasi) per la Palestina, decisione approvata dalla Commissione Esecutiva del Congresso, nell’interesse della Delegazione, attualmente a Londra; e dato che le persone invitate dal Commissario sono in maggioranza membri dell’Assemblea Consultiva, l’operato dei quali venne deplorato più volte, o capi di municipalità i quali, in massima parte, sono designati dal Commissario e vengono considerati quali funzionari, noi, col massimo rispetto per la persona di ognuno di loro, protestiamo con tutte le forze contro l’accettazione da parte di quale che sia degli invitati, della proposta di iniziare trattative su quell’argomento, e contro ogni decisione che verrà presa».
Firmato: Il segretario della Società Cristiana
La Società Musulmana di Caiffa e la Commissione dei Palestinesi residenti in Egitto hanno approvato ordini del giorno analoghi (al-Haqiqab di Beirut, 31-8-1921).
La «Haqiqab» sospesa dal Governo ai primi di maggio, ha ripreso le sue pubblicazioni in agosto. Giunge in Europa con forte ritardo. - V. d. B.
Il Congresso Siriano-Palestinese a Ginevra
da: Oriente Moderno,
Anno I, Nr. 5, p. 291
15 ottobre 1921.
Anno I, Nr. 5, p. 291
15 ottobre 1921.
Il Congresso Siriano-Palestinese a Ginevra si è aperto il 1° settembre presieduto dal principe Michele Lutfallah, che dà il benvenuto a Ta’nah al-’Imad bey, rappresentante dei nazionalisti arabi dell’Argentina.
Vengono letti telegrammi delle Associazioni musulmano-cristiane di Nabulus e del Comitato palestinese di Egitto, che affermano la loro confidenza nel Congresso, e respingono formalmente il mandato britannico basato sulla dichiarazione Balfour. Dopo la lettura del telegramma d’incoraggiamento di un deputato francese, si passa ad esaminare il rapporto da presentarsialla Società delle Nazioni.
Nelle sedute del 5, 6 e 7 sono continuate le sedute. Suleiman Kan’an bey, membro dell’antico Consiglio amministrativo del Libano, ha presentato un rapporto sulle attuali condizioni di quella regione. Viene costituito un Comitato esecutivo incaricato di attuare le decisioni prese dal Congresso.
Si legge un telegramma di simpatia diretto al Presidente dal Re del Higiaz.
Il Congresso si è chiuso il 21 settembre, approvando all’unanimità il rapporto da presentarsi alla Società delle Nazioni, nel quale invoca una inchiesta sui luoghi, affinchè risulti chiaramente qual è la volontà delle popolazioni. Il Congresso ha approvato le seguenti risoluzioni:
- Riconoscimento dell’indipendenza e della sovranità al Libano, Siria e Palestina;
- Diritto per questi paesi di unirsi sotto un Governo civile e con Parlamento proprio, e di federarsi con gli altri Stati arabi;
- Pronunciamento immediato della cessazione del mandato;
- Sgombro della Siria, Palestina e Libano da parte delle truppe franco-inglesi;
- Annullamento della Dichiarazione Balfour sulla sede nazionale ebraica.
Nella seduta del 2 settembre vennero letti telegrammi dalle Associazioni musulmano-cristiane di Nabulus e del Comitato Palestinese di Egitto, dichiaranti che il popolo respinge formalmente il mandato britannico. (Daily Herald, 3-9-1921). V.d.B.
Giornali del Congresso Palestinese
da: Oriente Moderno,
Anno I, Nr. 5, p. 291-292
15 ottobre 1921.
Anno I, Nr. 5, p. 291-292
15 ottobre 1921.
Giornali del Congresso Palestinese. - II segretario della Commissione Esecutiva del IV Congresso Arabo-Palestinese comunica la prossima formazione di un suo giornale che uscirà dapprima in arabo e poi, appena se ne avranno i mezzi, pubblicherà un numero settimanale inglese. La Delegazione, prima di partire per l’Inghilterra, ha scelto a dirigerli Kamil Bey al-Badiri, membro del Congresso.
Il Karmel critica questo passo, che sarà interpretato come un segno di poca fiducia nella stampa araba locale che ha già qualche anno di esperienza e lotta con i propri mezzi, mentre le spese del nuovo giornale graverebbero sulla nazione. Approva invece l’idea di pubblicazioni propagandistiche in lingue europee, e osserva che la Delegazione avrebbe dovuto prepararne prima di partire, per diffonderle in Europa e specialmente in Inghilterra. (al Karmel, 14-9-1921).
V. d. B.
Ibrahim Hanano prigioniero a Gerusalemme
da: Oriente Moderno,
Anno I, Nr. 5, p. 292
15 ottobre 1921.
Anno I, Nr. 5, p. 292
15 ottobre 1921.
• Ibrahim Hanano prigioniero a Gerusalemme. - Il giornale an-Nadi al-Arabi di Gerusalemme pubblica una protesta inviata al Commissario Samuel contro l’arresto e la detenzione a Gerusalemme del patriota siriano Ibrahim Bey Hanano, che, passato dalla Siria in Transgiordania, domandò al Presidente dei mu’tamadin, funzionario britannico, un salvacondotto per attraversare la Palestina onde recarsi al Congresso di Ginevra. Ottenutolo ed entrato in Palestina, venne arrestato in base a denuncia del Governo francese di Siria, e imprigionato a Gerusalemme, dove si trova tuttora.
La stampa palestinese protesta contro questa violazione del diritto e dell’ospitalità; è stato telegrafato al Congresso di Ginevra denunciando il fatto. (al-Nadi al-’Arabi, 2-9-1921. al-Karmel, 7 e 10 settembre 1921).
V. d. B
Su Hanano si hanno le seguenti notizie: Secondo la Syrie egli aveva condotto la guerriglia contro i francesi nel Gebel Zawiyeh fino al maggio scorso, incendiando villaggi e commettendo assassinii. Il 10 luglio, inseguito dalle colonne francesi, si rifugiò in Transgiordania quasi solo, essendo caduto prigioniero il suo stato maggiore, e si mise a disposizione dell’Emiro ‘Abdullah.
Il Near East aggiunge che Hanano venne arrestato a richiesta delle autorità francesi, e che ad ‘Amman, in Transgiordania, venne tenuto un comizio di protesta contro l’arresto, dopo il quale un ufficiale inglese, ispettore della gendarmeria, fu malmenato dalla folla. L’Emiro ‘Abdullah fece arrestare i responsabili, presentò scuse, e ordinò un’inchiesta. Il Near East osserva che i Siriani, memori della caduta di Faisal, non si adattano al regime francese, e che incidenti come questo minacciano di ripetersi, (La Syrie, 8-9-1921. Near East, 15-9-1921).
V. d. B.
Ibrahim Hanano prigioniero è sbarcato dal vapore Sphinx a Beirut il 16 settembre ammanettato, e dalle autorità è stato consegnato a quelle francesi. (al-Barq, 16-9-1921). - V. d. B.
Abolizione della censura in Palestina
da: Oriente Moderno,
Anno I, Nr. 5, p. 292
15 ottobre 1921.
Anno I, Nr. 5, p. 292
15 ottobre 1921.
a) Abolizione della censura in Palestina. - A partire dal 1° ottobre è stata abolita in Palestina la censura sui giornali. (al-Karmel, 3-9-1921). - V.d.B.
b) Gendarmeria palestinese. - L’Alto Commissario ha consentito alla formazione di una gendarmeria palestinese, per garantire le frontiere dalle invasioni dei briganti, e per aiutare la polizia civile a mantenere l’ordine interno.
Essa verrà impiegata e istruita comu un corpo di polizia militare, e dopo sei mesi di istruzione verrà accasermata, a gruppi di 50 uomini a cavallo o 100 fanti, in varie parti della Palestina. Saranno accettate soltanto persone di ottimi precedenti. Saranno in tutto 500, 300 cavalieri e 200 fanti, e vi saranno ammessi ebrei, arabi e cristiani. (Near East, 1-9-1921). - V. d. B.
Il Congresso Sionista di Carlsbad
da: Oriente Moderno,
Anno I, Nr. 5, p. 292-293
15 ottobre 1921.
Il Congresso Sionista di Carlsbad. - Dal 1° al 14 settembre
scorso si è svolto in Carlsbad il XII Congresso Sionista. I
risultati di esso sono assai importanti sia dal punto di vista
politico, sia da quello economico e culturale. In complesse
discussioni sono state trattate molte e fondamentali questioni.
Riassumiamo quei punti che più specialmente precisano
l’indirizzo che l’azione sionista seguirà in questioni vitali per la
politica orientale in generale (1).Anno I, Nr. 5, p. 292-293
15 ottobre 1921.
Il fatto più importante è la riaffermata fiducia alla politica del Weizmann, che è alla direzione del movimento e del Comitato Esecutivo. Dopo un primo voto di fiducia dato al Weizmann fin dalla quarta seduta, si è proceduto alla elezione della nuova Direzione che è riuscita, in sostanza, come la prima, e che resterà in carica per due anni. E ciò nonostante gli attacchi mossi da un insieme di oppositori all’opera del Weizmann, del Sokolow, e di alti dirigenti; attacchi originati da diversità di vedute in varie questioni (non ultima quella della collaborazione con l’Inghilterra, e della fiducia in Samuel) e altresì dal dissidio con il Sionismo americano.
Esaminando le dichiarazioni fatte dal Weizmann e dal Sokolow durante il Congresso si può vedere quale portata avrà per la prossima politica sionista la rielezione dell’antica Direzione.
A base dell’opera del Weizmann stanno due principi: la coincidenza degli interessi ebraici con quelli dell’Inghilterra, non per motivi strategici, «essendo la Palestina inutile all’Inghilterra in relazione al Canale di Suez», ma per più alte ragioni d’indole morale e politica; e la volontà del popolo ebraico di andare in Palestina.
Base pertanto della politica sionista resta la collaborazione con la potenza mandataria, e la fiducia nell’Alto Commissario Sir Herbert Samuel, che, nonostante gli errori da lui compiuti e causati dalla sua difficilissima situazione, resta sempre «Il nostro Samuel», chiamato all’alta carica dalla fiducia dei sionisti. Potrà venire un tempo in cui egli, Alto Commissario inglese, potrà trovarsi contro i Commissari per «Erez Israel» (2); perchè la Palestina non si identifica con Erez Israel. Ma ora egli merita tutta la fiducia, l’aiuto, il consiglio dei migliori uomini del Sionismo.
Altro punto importante del programma della nuova Direzione è l’atteggiamento verso gli Arabi. Questo deve essere ispirato dal desiderio di mantenere le più amichevoli relazioni; nè l’opera di alcuni sconsigliati o di turbe sobillate deve impedire l’opera di riavvicinamento tra i due popoli. Questo può avvenire in due grandi direzioni. Economicamente in Palestina, e culturalmente nei maggiori centri culturali arabi. Inviando i migliori uomini del Sionismo in tali centri si deve cercare di ristabilire quello spirito di collaborazione culturale che esisteva secoli fa e che deve tornare ad esistere. Il grande lavoro deve svolgersi entro il triangolo Mecca, Bagdad, Damasco.
Speciali dichiarazioni per i Luoghi Santi ha fatto Sokolow, protestando il più grande rispetto per le memorie di tutte le religioni, che trovano la loro ispirazione in Gerusalemme, città della pace.
Altro importante risultato del Congresso consiste nella costituzione dell’organizzazione sionista, sulla base specialmente del controllo e della pubblicità dell’operato della Direzione.
È stata infine confermata la decima come base del Keren Hajisod (fondo nazionale ebraico) e dichiarata obbligatoria.
L’appello al popolo giudaico, emanato dal Congresso, mostra la difficoltà dell’ora e la necessità di grande e concorde lavoro per arrivare all nuova ardua meta. - M. G.
(1) Rimandiamo i lettori di Oriente Moderno che desiderassero più complete notizie, ai periodici sionisti in generale; al settimanale italiano Israel (dal 1° settembre in poi) che dà ampia notizia del Congresso; e infine alla Wiener Morgenzeitung, la quale, con una Kongress-Ausgabe dà, nei numeri dal 1° al 16 settembre, il resoconto completo delle sedute, corredato di notizie esplicative e di commenti.
(2) In ebraico “terra d’ Israele”.
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