A. I, Nr. 1, p. 17-32. 15 Giugno 1921. |
Oriente Moderno. Rivista mensile
Anno I, Nr. 1, 15 Giugno 1921, pp. 17-32
1. Palestina e Mesopotamia. – Lord Churchill si è recentemente recato in Egitto ed in Palestina per esaminare de visu
il problema arabo. A tale scopo ha udito varie Delegazioni degli
Stati arabi. Mentre la Mesopotamia sembra orientarsi verso
l’erezione in Stato sovrano, sotto la reggenza dell’emiro Faisal, si accenna alla possibilità di creare una Transgiordania, indipendente, con a capo il fratello di Faisal, Abdullah.
In Palestina ferve attivissimo il lavoro dei Sionisti per la
formazione del grande centro nazionale ebraico, favorito dagli
Inglesi; ma la resistenza e la opposizione della popolazione è
scoppiata anche in aperti e sanguinosi conflitti. → Torna al Sommario.
2. La politica britannica nel Medio Oriente. xyz4– Un corrispondente del Daily Telegraph
espone in un’articolo alcune previsioni sulla politica
britannica nel Medio Oriente. Egli afferma che dalla visita di Churchill
al Medio Oriente dovrebbe derivare una linea politica chiara e
decisa in quelle regioni. Il problema più difficile resta
quello di conciliare l’economia con le necessità della difesa
imperiale. Risulta che sono stati posti due importanti principii
in questo senso: 1° Formazione della grande via aerea
imperiale dall’Europa all’Australia attraverso l’India. 2°
Organizzazione nel Medio Oriente di una catena di Stati
indigeni autonomi dipendenti dall’Inghilterra secondo il
sistema feudale. Per raggiungere questi due scopi saranno
probabilmente prese le seguenti misure:
Mesopotamia.
- Sarà il centro delle forze aeree dell’Impero. Quando si
potrà andare da Londra in Australia in aereoplano in 8 giorni
la Mesopotamia diverrà la stazione intermedia di questa linea. Lo Stato indipendente di Mesopotamia sarà costituito, quanto prima, sotto un principe arabo. La candidatura di Faisal
è considerata con favore per molte ragioni; egli verrà
raccomandato agli Arabi come il capo più adatto. Il bilancio
dell’Amministrazione civile sarà assolutamente indipendente dal
Tesoro Imperiale; anzi si prevede che esso potrà dare un
contributo importante al mantenimento del contingente imperiale in
Mesopotamia. Tale contingente dovrebbe venir
ridotto subito a 24, e fra un anno a 12 battaglioni di truppe
inglesi e indiane. Una volta organizzate le Forze Aeree in modo
che possano provvedere alla tutela dell’ordine, la guarnigione
sarà ridotta a una brigata. Le ferrovie costruite
durante la guerra dovranno, possibilmente, passare ai privati;
il Governo anzi ha già avuto un’offerta per la vendita
dell’intero sistema ferroviario, rifiutata perché gli acquirenti
pretendevano una garanzia di profitti. Sarà necessaria una
certa spesa per riattare le ferrovie. Quest’anno
essa ha raggiunto la somma di 350.000 sterline. Quanto al
petrolio, è necessario tener presente che occorreranno almeno
due anni per accertare se i giacimenti della Mesopotamia hanno
veramente l’importanza che alcuni specialisti predicono. Verranno create forze armate indigene per collaborare con le truppe della guarnigione imperiale. → Torna al Sommario.
Kurdistan. - La regione montuosa abitata dalle tribù Curde formerà una provincia autonoma separata.
Trans-Giordania. Sarà uno Stato Arabo indipendente sotto il Governo provvisorio dell’Emiro Abdullah, assistito da consiglieri inglesi. Si stabilirà un modus vivendi definitivo con la Palestina e con il protettorato francese in Siria. → Torna al Sommario.
Palestina. Continuerà ad organizzarsi secondo il programma attuale. I Luoghi Santi
verranno posti sotto una Commissione presieduta da un
autorevole inglese; fra i suoi membri vi saranno due musulmani,
e rappresentanti della popolazione ebraica. La
Palestina avrà truppe difensive indigene prese egualmente
dalla popolazione araba e da quella ebraica. Il porto di Caiffa
prenderà un grande sviluppo, potendo diventare il punto di
partenza della via automobilistica transcontinentale e più tardi
della ferrovia che collegherà la Mesopotamia al Mediterraneo. Anche
la linea di tubatura per il trasporto del petrolio della
Mesopotamia sboccherebbe a Caiffa. I rilievi per l’impianto di
comunicazioni automobilistiche regolari da Caiffa, via Amman e
Ramadi (sull’Eufrate) incominceranno subito. Si raccomanda che
la Ferrovia del Higiaz venga posta sotto una commissione mista,
presieduta da un Inglese, e con membri appartenenti agli stati
indigeni interessati.
Arabia. L’organizzazione degli Stati indigeni dell’Arabia
propriamente detta sarà perfezionata. I due sovrani arabi a cui
l’Inghilterra si interessa in modo speciale sono il Re
dell’Higiaz e l’Imam dello Yemen. Sarà probabilmente necessario
conceder loro appoggi finanziarii sotto forma di sussidii annui;
essi in compenso accetterebbero il controllo britannico sui
loro rapporti con l’estero e si impegnerebbero a mantenere la
pace nei proprii dominii. In questo caso si potrebbe
notevolmente ridurre la guarnigione di Aden. L’idea fondamentale sarebbe che l’lnghilterra si disinteressasse di
tutte le questioni secondarie e strettamente locali,
abbandonandole ai governi degli Stati indigeni esistenti o
costituendi. L’aggravio sui contribuenti inglesi sarebbe cosi
notevolmente diminuito, e le guarnigioni potrebbero venir ridotte
ad un minimo. L’idea di impiegare le Forze Aeree come una organizzazione autonoma per mantenere l’ordine, è nuova,
e, se darà buoni risultati, potrà avere in avvenire
applicazioni importantissime, di cui non è dato ancora misurare
la portata. (Daily Telegraph 6-5-1921 - V. d. B.) - Torna al Sommario.
3. Il Mandato per la Palestina alla Camera Inglese. – Lamington domanda al Governo se, quando il Mandato per la Palestina verrà presentato alla Lega delle Nazioni,
verrà richiamata l’attenzione sul fatto che nel formulare il
mandato non è stato tenuto conto dei desiderî della
popolazione, come prescrive l’art. 22
dello Statuto, ma che una Commissione americana aveva condotto
un’inchiesta della quale non venne mai pubblicata la relazione;
sarebbe desiderabile che la Lega delle Nazioni domandasse di vederla. Sydenham
aggiunge che la relazione della Commissione americana, unico
tentativo fatto finora per conoscere l’opinione dei Palestinesi,
conteneva il desiderio che venisse imposta qualche restrizione
all’immigrazione ebraica. Ora l’immigrazione procede
rapidamente e gli Arabi sono minacciati dalla dominazione
ebraica. Egli avverte il paese che è probabile avvengano
disordini in Palestina fra breve, e che l’Inghilterra si sta
impegnando a sostenere gravi spese militari. Il marchese di Londonderry,
rispondendo per il Governo, dice cbe poco ha da aggiungere
alle dichiarazioni del 14 marzo. Quanto è detto nello Statuto
sui desiderî delle popolazioni riguarda la scelta della nazione
mandataria e non i termini del mandato. Non è il caso che il
Governo britannico richiami l’attenzione della Lega
su di un documento che appartiene al Governo americano, il
quale non ha creduto di pubblicarlo o di comunicarlo ad altri
Governi. Gli schemi dei mandati per la Palestina e Mesopotamia
vennero comunicati al Consiglio nel dicembre scorso, ed è
passato il termine per i paesi raccomandati dagli interroganti. Lamington raccomanda che, se l’Inghilterra non può presentare il rapporto americano, informi almeno la Lega della sua esistenza. Seguono
altri deputati che si lagnano del mistero di cui è circondata
la questione, e reclamano un rapporto sulla Palestina, da cui
risultino le spese. Si dichiarano insoddisfatti delle risposte
del Governo e manifestano l’intenzione di tornare
sull’argomento. (Times, 21-4-1921 - V. d. B.) → Torna al Sommario.
La rivista Palestine
commenta questo dibattito osservando che le restrizioni
all’immigrazione ebraica esistono e sono basate sull’incapacità della
Palestina ad assorbire nuovi coloni ed il loro lavoro, e dal
benessere del paese. Se poi gli Arabi sono interessati a
mantenerlo nel suo stato attuale di inferiorità, questo non è
un criterio ragionevole di cui si possa tener conto; esso è
contrario ai veri interessi degli Arabi stessi, agli impegni di
S. Remo ed allo spirito del Mandato. Quanto alle comunità dei cui desiderî va tenuto conto secondo l’art. 22 dello Statuto, non bisogna dimenticare che la comunità ebraica mondiale è una di queste. (Palestine, 25-4-1921). (V. d B.) - Torna al Sommario.
4. L’avvenire della Transgiordania. – a) Cairo, 4 aprile. Viaggiatori arabi giunti dalla Palestina riferiscono che è stato raggiunto un accordo con l’emiro Abdullah (figlio di Husein re del Higiaz), relativo all’avvenire della Transgiordania. Le attuali zone indipendenti saranno riunite in una sola amministrazione centrale, sotto un Governo stabile da costituirsi quanto prima. Le autorità palestinesi hanno dato ai loro rappresentanti in Transgiordania istruzioni di non agire che d’accordo con l’emiro Abdullah, a cui sarà assegnato un alto funzionario inglese in qualità di ufficiale di collegamento. (Le regioni transgiordaniche poste sotto il mandato inglese si trovano fra la Siria e l’Arabia, e sono: Gilead, Ammon, Moab e Edom). (Times, 6-4-1921, V. d. B. ) → Torna al Sommario.
b) Intervista con l’emiro Abdullah a Gerusalemme. – Il corrispondente del Times a Gerusalemme ha intervistato l’emiro Abdullah, che si è quivi incontrato con Churchill. L’emiro ha cominciato col criticare la politica dei Francesi in Siria: con la vertenza con Faisal
(1), le condanne a morte e la suddivisione del paese in
piccole autonomie, essi si sono inimicati tutto il mondo. Hanno
perduto in Faisal un alleato contro i kemalisti. Della Mesopotamia l’emiro preferisce non parlare. Quanto al sionismo
dice che mentre è naturale che molti fra gli Arabi
palestinesi temano una eventuale dominazione ebraica, pure essi
non dimenticano che la questione riguarda non solo Arabi ed
Ebrei, ma tutto il mondo cristiano. Propone una conferenza di
Arabi ed Ebrei che molto varrebbe a dissipare i malintesi sulle
minaccie del sionismo. L’emiro non ha voluto
prestarsi alle manovre dei suoi correligionari palestinesi, che
volevano indurlo a premere sul ministro Churchill per ottenere l’annullamento delle decisioni di S. Remo, ed ha promesso di pacificare le tribù arabe e di non servirsi della Transgiordania come base contro i Francesi. (Times, 6-4-1921, V. d. B.)
c) Smentita della precedente intervista. –- Il Karmel pubblica una lettera del segretario dell’Emiro Abdullah
che smentisce le dichiarazioni attribuitegli in favore di una
collaborazione arabo-ebraica in Palestina e d’un congresso
formati di Arabi e di Sionisti. (al-Karmel, arabo di Caiffa, 14-5-1921, V.d.B.)- Torna al Sommario.
6. Richieste antisioniste del Congresso di Caiffa. – Il Presidente del Congresso di Caiffa, Musà Kazim Pascià al-Huseini, ha presentato al ministro Churchill un Memorandum contenente le seguenti richieste antisioniste:
- Abolizione del principio della sede nazionale ebraica.
- Costituzione di un Governo nazionale responsabile davanti ad un Parlamento eletto dalla popolazione palestinese che risiedeva nel paese prima della guena.
- Interruzione dell’immigrazione ebraica finchè non sia costituito il Governo nazionale.
- AppIicazione delle leggi e dei regolamenti dell’anteguerra, ed abolizione di quelli promulgati dopo l’occupazione inglese. Non si dovranno approvare nuove leggi fino all’entrata in vigore del Governo nazionale.
- La Palestina non dovrà essere separata dagli altri Stati arabi.
7. Dichiarazioni di Churchill agli Arabi di Palestina. – Il ministro Churchill
ha tenuto il seguente discorso alla Delegazione araba
palestinese: «Venuto al Cairo per studiare la questione della
Mesopotamia, sono stato invitato in Palestina da Sir H. Samuel:
egli è il rappresentante responsabile della Corona, io non lo
sostituisco. Dietro sua richiesta ho accettato questo
colloquio, che non ha nulla di ufficiale, e parlerò chiaramente
per evitare malintesi. Ritengo che le vostre richieste siano
in parte settarie e inopportune. Io non posso e non desidero
annullare la dichiarazione Balfour e sospendere l’immigrazione (1). Il Governo inglese, per mezzo di Balfour,
si è impegnato a favorire la sede nazionale: ciò implica
l’immigrazione ed ha ottenuto l’approvazione delle potenze alleate e
vincitrici. L’impegno preso quando le sorti della guerra erano
incerte, deve considerarsi confermato dalla vittoria, ed io son
certo che la Lega delle Nazioni
accetterà tale punto di vista. È del resto giusto che gli
Ebrei dispersi possano riunirsi in una sede nazionale in
Palestina, alla quale sono legati da 3000 anni. Ciò sarà, secondo
noi, un bene per il mondo, per l’impero britannico, ed anche
per gli Arabi palestinesi, che lungi dal soffrirne, ne
benefìcieranno.
«Richiamo la vostra attenzione alla seconda parte della dichiarazione che insiste sulla santità dei vostri diritti civili e religiosi, e deploro che non ne riconosciate il valore.
«Se
le promesse fatte agli Ebrei sono valide, altrettanto valgono
quelle fatte a voi: noi le manterremo fedelmente ambedue. Il
Governo britannico ha diritto alla propria opinione: la nostra è
una posizione di fiducia, ma la conquista ne fa uno stato di
diritto. Voi parlate come se foste stati voi a rovesciare i
Turchi, ma non è così: molte vite inglesi sono state sacrificate
per la Palestina. Notate le parole della Dichiarazione Balfour: “una sede nazionale” e non “la
sede nazionale". Sede nazionale non significa un Governo
ebraico che domini gli Arabi. L’Inghilterra è il massimo stato
musulmano del mondo, è ben disposta verso gli Arabi e ne
apprezza l’amicizia. Io ho constatato qui che i funzionari non
fanno differenze fra Ebrei ed Arabi. Noi diamo tale importanza
all’imparzialità, che abbiamo indotto S. M. a nominare Alto
Commissario Sir H. Samuel,
esperto uomo di governo, capace di governare con equità, e che
non può venir attaccato dagli Ebrei quando decide contro di
loro. Voi non dovete aver timori per l’avvenire: l’Inghilterra
ha promesso di dare al movimento sionista un’occasione di farsi
valere, ma esso riuscirà soltanto secondo i propri meriti.
«Noi
non possiamo tollerare che una parte della popolazione venga
espropriata dall'altra. La sede nazionale ebraica può attuarsi
soltanto se gli Ebrei si apriranno una via, passo per passo, con
i propri meriti, contribuendo ad aumentare la prosperità
dell’intero paese e della sua popolazione. Osservate i grandi
progressi che si sono avuti nelle località colonizzate dagli Ebrei.
Che queste colonie siano state finanziate dall’estero deve
piuttosto indurvi alla tolleranza verso il sionismo. Voi dite di
rimpiangere l’amministrazione turca, ma ne presentate un’immagine
falsa: i Turchi trascuravano e opprimevano la Palestina, che è
capace di sostenere una popolazione maggiore dell’attuale. E se
amavate tanto i Turchi, perché vi siete ribellati contro di
loro?
«All’affermazione cbe il sionismo vi
porterà maggiore prosperità voi direte: Dobbiamo dunque vendere
il nostro paese? No, l’immigrazione ebraica è soltanto
possibile in quanto si esplica legittimamente. I Sionisti hanno
un compito difficile e voi dovete aiutarli. L’attuale forma di
governo durerà per molti anni; gradatamente svilupperemo
istituzioni rappresentative che portino alla piena autonomia, ma
i figli dei nostri figli non la vedranno ancora».
Il discorso termina con un’esortazione all’accordo e alla collaborazione. (Palestine, 9-1-1921, V. d. B. - Torna al Sommario.)
(1) Cioè l’immigrazione degli Ebrei.
8. Commenti arabi alle dichiarazioni di Churchill. – a) II giornale al-Karmel riproduce e commenta questo discorso. Domanda a Churchill
che cosa penserebbero le popolazioni della Scozia e del Canadà
se l’Inghilterra volesse stabilire in quei paesi «sedi
nazionali» tedesche. Trova inverosimile che gli
Ebrei si contentino della Palestina e pensa che vorranno farne
una base per conquistare l’Oriente; le ragioni che indussero
l’Inghilterra alla dichiarazione Balfour,
la indurranno in avvenire a concessioni anche maggiori verso
gli Ebrei, che non hanno voluto la costituzione di un governo
ebraico in Palestina perché comprendono che ciò sarebbe oggi
contrario ai loro interessi; essi per comandare non hanno bisogno
di un riconoscimento ufficiale. Se l’Inghilterra avesse a cuore gli interessi degli Arabi della Palestina, come dice Churchill, dovrebbe dar loro un Emiro della loro razza e una assemblea elettiva, che tutelassero i loro diritti. Accusa l’Inghilterra di mancare agl’impegni presi con il Re Husein
di costituire uno Stato arabo che comprendesse la Palestina, e
ciò per conciliarsi gli Ebrei che sono al governo in Russia. Quanto a quel che dice Churchill dela prosperità che gli Ebrei daranno al paese, il Karmel
ripete che gli Arabi, guidati dall’Inghilterra e con l’aiuto
dei proprii compatrioti emigrati in America e di immigrati
europei, possono fare da sè. Gli Arabi reclamano
poi che i lavori pubblici, fatti col loro danaro, vengano
affidati od operai arabi, che si contentano di salari minori e
lavorano di più, e che vengano resi noti il bilancio dei lavori
pubblici e gli altri bilanci, che sono fatti a beneficio della
minoranza ebraica. Inoltre giustizia vorrebbe che gl'impieghi
fossero assegnati agli Ebrei in proporzione al loro numero. La
sede nazionale richiederà poi un esercito importante, ed al
suo mantenimento dovrebbero contribuire in massima parte gli
Arabi. Nè si meravigli Churchill
del quadro che gli hanno fatto delegati arabi del Governo
turco in Palestina; esso dipende dal timore che hanno di veder
perire le grandi speranze riposte nell’Inghilterra. Del resto la
Palestina aveva rappreszentanti al Parlamento ottomano, ed era
governata anche da funzionari indigeni di tutti i gradi, nè vi era
differenza di trattamento fra loro e i funzionari turchi; le
scuole, relativamente alle imposte, erano più numerose che non
0ra, e la popolazione era tranquilla nel possesso esclusivo del
paese. Non vi erano i divieti di esportazione cbe si sono avuti
quest’anno [per l’olio e per i cereali]. S.
E. domanda perchè mai ci siamo ribellati ai Turchi? Evidentemente
per ottenere l’indipendenza che ci prometteva l’Inghilterra,
nella quale avevamo fiducia. Il Karmel nota poi che il discorso Churchill
tende a svalutura il contributo arabo alla vittoria, mettendo
invece in rilievo il diritto di conquista dell’Inghilterra e
tacendo delle sue promesse. Si lagna della dichiarazione che la
Palestina giungerà gradatamente e fra molti anni ad un governo
rappresentativo: gli altri paesi arabi lo hanno già o lo avranno
tra poco. Perché questa differenza di trattamento? Si vuole
torse aspettare che gli Ebrei siano in maggioranza? I
Palestinesi hanno il massimo rispetto per le qualità degli
Ebrei e per la loro storia, ma non possono fare a meno di
preoccuparsi considerando che il bolscevismo è opera degli Ebrei. L’articolista
seguita deplorando che invece si siano sospettati di rapporti
con i bolscevichi cittadini innocenti di Caiffa, e che si siano
impedite pacifiche dimostrazioni di Musulmani per l’arrivo di
Churchill. Le sue dichiarazioni non possono rassicurare gli Arabi di fronte ai fatti, tanto più che egli è, come Balfour, membro del Ministero Lloyd George autore della politica della sede nazionale; sicché non si potevano aspettare da lui dichiarazioni diverse. Ora
i Palestinesi manderanno in Europa una delegazione incaricata
di presentare all’opinione pubblica britannica, che è al di
sopra dei ministeri e dei governi, la storia dei loro torti. (al Karmel, arabo di Caiffa, 8-16 maggio 1921, V.d.B.) → Torna al Sommario.
b) Emissari di Angora in Palestina.
– Costantinopoli, 14 aprile. - Il governo di Angora avrebbe
mandato in Palestina, per consiglio di Ebrei bolscevichi,
emissarii musulmani incaricati di provocare conflitti fra Ebrei
ed Arabi. Ciò gioverebbe alla propaganda
anti-britannica che il governo di Angora svolge fra i Musulmani, e
sarebbe gradito al governo dei Soviet, che ha perseguitato i
Sionisti, chiamandoli «nazionalisti borghesi» (Times, 16-4-1921, V.d.B.) - Torna al Sommario.
y.
Periodici e fonti citate
al-Karmel, arabo di Caiffa, 14-5-1921.
b. Centro Documentazione Palestinese.
c. Antonio Caracciolo da Seminara: post 1.
c2. Post 2.
al Karmel, arabo di Caiffa, 8-16 maggio 1921.
Palestine, 9-1-1921.
Times, 16-4-1921.
z.
Rinvii
a. Biblioteca virtuale sulla Palestina.b. Centro Documentazione Palestinese.
c. Antonio Caracciolo da Seminara: post 1.
c2. Post 2.
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