dicembre 16, 2017

La questione sionista ed il Vicino Oriente – Documentazione tratta da “Oriente Moderno”: Cronache dell’anno 1921. La situazione al 1° Giugno 1921.


Anno I, Nr. 1, 15 Giugno 1921, pp. 17-32

1. Palestina e Mesopotamia. – Lord Churchill si è recentemente recato in Egitto ed in Palestina per esaminare de visu il problema arabo. A tale scopo ha udito varie Delegazioni degli Stati arabi. Mentre la Mesopotamia sembra orientarsi verso l’erezione in Stato sovrano, sotto la reggenza dell’emiro Faisal, si accenna alla possibilità di creare una Transgiordania, indipendente, con a capo il fratello di Faisal, Abdullah. In Palestina ferve attivissimo il lavoro dei Sionisti per la formazione del grande centro nazionale ebraico, favorito dagli Inglesi; ma la resistenza e la opposizione della popolazione è scoppiata anche in aperti e sanguinosi conflitti. → Torna al Sommario.

2. La politica britannica nel Medio Oriente. xyz4– Un corrispondente del Daily Telegraph espone in un’articolo alcune previsioni sulla politica britannica nel Medio Oriente. Egli afferma che dalla visita di Churchill al Medio Oriente dovrebbe derivare una linea politica chiara e decisa in quelle regioni. Il problema più difficile resta quello di conciliare l’economia con le necessità della difesa imperiale. Risulta che sono stati posti due importanti principii in questo senso: 1° Formazione della grande via aerea imperiale dall’Europa all’Australia attraverso l’India. 2° Organizzazione nel Medio Oriente di una catena di Stati indigeni autonomi dipendenti dall’Inghilterra secondo il sistema feudale. Per raggiungere questi due scopi saranno probabilmente prese le seguenti misure:
Mesopotamia. - Sarà il centro delle forze aeree dell’Impero. Quando si potrà andare da Londra in Australia in aereoplano in 8 giorni la Mesopotamia diverrà la stazione intermedia di questa linea. Lo Stato indipendente di Mesopotamia sarà costituito, quanto prima, sotto un principe arabo. La candidatura di Faisal è considerata con favore per molte ragioni; egli verrà raccomandato agli Arabi come il capo più adatto. Il bilancio dell’Amministrazione civile sarà assolutamente indipendente dal Tesoro Imperiale; anzi si prevede che esso potrà dare un contributo importante al mantenimento del contingente imperiale in Mesopotamia. Tale contingente dovrebbe venir ridotto subito a 24, e fra un anno a 12 battaglioni di truppe inglesi e indiane. Una volta organizzate le Forze Aeree in modo che possano provvedere alla tutela dell’ordine, la guarnigione sarà ridotta a una brigata. Le ferrovie costruite durante la guerra dovranno, possibilmente, passare ai privati; il Governo anzi ha già avuto un’offerta per la vendita dell’intero sistema ferroviario, rifiutata perché gli acquirenti pretendevano una garanzia di profitti. Sarà necessaria una certa spesa per riattare le ferrovie. Quest’anno essa ha raggiunto la somma di 350.000 sterline. Quanto al petrolio, è necessario tener presente che occorreranno almeno due anni per accertare se i giacimenti della Mesopotamia hanno veramente l’importanza che alcuni specialisti predicono. Verranno create forze armate indigene per collaborare con le truppe della guarnigione imperiale. → Torna al Sommario.
Kurdistan. - La regione montuosa abitata dalle tribù Curde formerà una provincia autonoma separata.

Trans-Giordania. Sarà uno Stato Arabo indipendente sotto il Governo provvisorio dell’Emiro Abdullah, assistito da consiglieri inglesi. Si stabilirà un modus vivendi definitivo con la Palestina e con il protettorato francese in Siria. → Torna al Sommario.
Palestina. Continuerà ad organizzarsi secondo il programma attuale. I Luoghi Santi verranno posti sotto una Commissione presieduta da un autorevole inglese; fra i suoi membri vi saranno due musulmani, e rappresentanti della popolazione ebraica. La Palestina avrà truppe difensive indigene prese egualmente dalla popolazione araba e da quella ebraica. Il porto di Caiffa prenderà un grande sviluppo, potendo diventare il punto di partenza della via automobilistica transcontinentale e più tardi della ferrovia che collegherà la Mesopotamia al Mediterraneo. Anche la linea di tubatura per il trasporto del petrolio della Mesopotamia sboccherebbe a Caiffa. I rilievi per l’impianto di comunicazioni automobilistiche regolari da Caiffa, via Amman e Ramadi (sull’Eufrate) incominceranno subito. Si raccomanda che la Ferrovia del Higiaz venga posta sotto una commissione mista, presieduta da un Inglese, e con membri appartenenti agli stati indigeni interessati.

Arabia. L’organizzazione degli Stati indigeni dell’Arabia propriamente detta sarà perfezionata. I due sovrani arabi a cui l’Inghilterra si interessa in modo speciale sono il Re dell’Higiaz e l’Imam dello Yemen. Sarà probabilmente necessario conceder loro appoggi finanziarii sotto forma di sussidii annui; essi in compenso accetterebbero il controllo britannico sui loro rapporti con l’estero e si impegnerebbero a mantenere la pace nei proprii dominii. In questo caso si potrebbe notevolmente ridurre la guarnigione di Aden. L’idea fondamentale sarebbe che l’lnghilterra si disinteressasse di tutte le questioni secondarie e strettamente locali, abbandonandole ai governi degli Stati indigeni esistenti o costituendi. L’aggravio sui contribuenti inglesi sarebbe cosi notevolmente diminuito, e le guarnigioni potrebbero venir ridotte ad un minimo. L’idea di impiegare le Forze Aeree come una organizzazione autonoma per mantenere l’ordine, è nuova, e, se darà buoni risultati, potrà avere in avvenire applicazioni importantissime, di cui non è dato ancora misurare la portata. (Daily Telegraph 6-5-1921 - V. d. B.) - Torna al Sommario.
 
3. Il Mandato per la Palestina alla Camera Inglese. – Lamington domanda al Governo se, quando il Mandato per la Palestina verrà presentato alla Lega delle Nazioni, verrà richiamata l’attenzione sul fatto che nel formulare il mandato non è stato tenuto conto dei desiderî della popolazione, come prescrive l’art. 22 dello Statuto, ma che una Commissione americana aveva condotto un’inchiesta della quale non venne mai pubblicata la relazione; sarebbe desiderabile che la Lega delle Nazioni domandasse di vederla. Sydenham aggiunge che la relazione della Commissione americana, unico tentativo fatto finora per conoscere l’opinione dei Palestinesi, conteneva il desiderio che venisse imposta qualche restrizione all’immigrazione ebraica. Ora l’immigrazione procede rapidamente e gli Arabi sono minacciati dalla dominazione ebraica. Egli avverte il paese che è probabile avvengano disordini in Palestina fra breve, e che l’Inghilterra si sta impegnando a sostenere gravi spese militari. Il marchese di Londonderry, rispondendo per il Governo, dice cbe poco ha da aggiungere alle dichiarazioni del 14 marzo. Quanto è detto nello Statuto sui desiderî delle popolazioni riguarda la scelta della nazione mandataria e non i termini del mandato. Non è il caso che il Governo britannico richiami l’attenzione della Lega su di un documento che appartiene al Governo americano, il quale non ha creduto di pubblicarlo o di comunicarlo ad altri Governi. Gli schemi dei mandati per la Palestina e Mesopotamia vennero comunicati al Consiglio nel dicembre scorso, ed è passato il termine per i paesi raccomandati dagli interroganti. Lamington raccomanda che, se l’Inghilterra non può presentare il rapporto americano, informi almeno la Lega della sua esistenza. Seguono altri deputati che si lagnano del mistero di cui è circondata la questione, e reclamano un rapporto sulla Palestina, da cui risultino le spese. Si dichiarano insoddisfatti delle risposte del Governo e manifestano l’intenzione di tornare sull’argomento. (Times, 21-4-1921 - V. d. B.) → Torna al Sommario.
La rivista Palestine commenta questo dibattito osservando che le restrizioni all’immigrazione ebraica esistono e sono basate sull’incapacità della Palestina ad assorbire nuovi coloni ed il loro lavoro, e dal benessere del paese. Se poi gli Arabi sono interessati a mantenerlo nel suo stato attuale di inferiorità, questo non è un criterio ragionevole di cui si possa tener conto; esso è contrario ai veri interessi degli Arabi stessi, agli impegni di S. Remo ed allo spirito del Mandato. Quanto alle comunità dei cui desiderî va tenuto conto secondo l’art. 22 dello Statuto, non bisogna dimenticare che la comunità ebraica mondiale è una di queste. (Palestine, 25-4-1921). (V. d B.) - Torna al Sommario.

4. L’avvenire della Transgiordania. – a) Cairo, 4 aprile. Viaggiatori arabi giunti dalla Palestina riferiscono che è stato raggiunto un accordo con l’emiro Abdullah (figlio di Husein re del Higiaz), relativo all’avvenire della Transgiordania. Le attuali zone indipendenti saranno riunite in una sola amministrazione centrale, sotto un Governo stabile da costituirsi quanto prima. Le autorità palestinesi hanno dato ai loro rappresentanti in Transgiordania istruzioni di non agire che d’accordo con l’emiro Abdullah, a cui sarà assegnato un alto funzionario inglese in qualità di ufficiale di collegamento. (Le regioni transgiordaniche poste sotto il mandato inglese si trovano fra la Siria e l’Arabia, e sono: Gilead, Ammon, Moab e Edom). (Times, 6-4-1921, V. d. B. ) → Torna al Sommario.

b) Intervista con l’emiro Abdullah a Gerusalemme. – Il corrispondente del Times a Gerusalemme ha intervistato l’emiro Abdullah, che si è quivi incontrato con Churchill. L’emiro ha cominciato col criticare la politica dei Francesi in Siria: con la vertenza con Faisal (1), le condanne a morte e la suddivisione del paese in piccole autonomie, essi si sono inimicati tutto il mondo. Hanno perduto in Faisal un alleato contro i kemalisti. Della Mesopotamia l’emiro preferisce non parlare. Quanto al sionismo dice che mentre è naturale che molti fra gli Arabi palestinesi temano una eventuale dominazione ebraica, pure essi non dimenticano che la questione riguarda non solo Arabi ed Ebrei, ma tutto il mondo cristiano. Propone una conferenza di Arabi ed Ebrei che molto varrebbe a dissipare i malintesi sulle minaccie del sionismo. L’emiro non ha voluto prestarsi alle manovre dei suoi correligionari palestinesi, che volevano indurlo a premere sul ministro Churchill per ottenere l’annullamento delle decisioni di S. Remo, ed ha promesso di pacificare le tribù arabe e di non servirsi della Transgiordania come base contro i Francesi. (Times, 6-4-1921, V. d. B.)

c) Smentita della precedente intervista. –- Il Karmel pubblica una lettera del segretario dell’Emiro Abdullah che smentisce le dichiarazioni attribuitegli in favore di una collaborazione arabo-ebraica in Palestina e d’un congresso formati di Arabi e di Sionisti. (al-Karmel, arabo di Caiffa, 14-5-1921, V.d.B.)- Torna al Sommario

5. La Palestina e l’Inghilterra. – Il Karmel di Caiffa, continuando la sua campagna antisionista, pubblica un articolo intitolato «La Palestina è il verme roditore dell’influenza britannica nel medio Oriente». Rinnova le proteste contro il mandato palestinese e contro le promesse inadempiute, e osserva che l’Inghilterra crede forse che basti costituire il regno di Mesopotamia per conciliarsi gli Arabi e garantire la propria infuenza nella penisola: ossia dimentica che la Palestina è il ponte che collega l’Arabia all’Europa; se il commercio della Palestina è in mano a stranieri, questi domineranno anche l’Arabia e se tutti gli Arabi non comprendono ancora questo fatto, lo comprenderanno in avvenire e vedranno quale minaccia rappresenti la Palestina attuale per la loro vita politica, economica e sociale. Se l’Inghilterra volesse veramente il bene della Palestina, dovrebbe incoraggiare e non impedire il rimpatrio degli Arabi palestinesi costretti ad emigrare sotto il passato governo, che vi riporterebbero le loro sostanze e la loro esperienza. Gli Arabi molto sperano nel ministro Churchill per vedere soddisfatte le loro aspirazioni e riparati gli errori del passato. Potrebbe la Palestina rimanere sotto la influenza britannica e, anche se i suoi interessi non consentono l’unione con la Siria o con la Mesopotamia, restando schiettamente araba, venir costituita in regno, assieme alla Transgiordania, sotto l’emiro Zayd con il mandato inglese, togliendo le barriere economiche fra Palestina, Mesopotamia e Siria. Queste misure varrebbero a restaurare la fiducia degli Arabi nell’Inghilterra e la tranquillità al paese. (al-Karmel, arabo musulmano di Caiffa, 15-3-1921, V. d. B.) - → Torna al Sommario.

6. Richieste antisioniste del Congresso di Caiffa. – Il Presidente del Congresso di Caiffa, Musà Kazim Pascià al-Huseini, ha presentato al ministro Churchill un Memorandum contenente le seguenti richieste antisioniste:
  1. Abolizione del principio della sede nazionale ebraica.
  2. Costituzione di un Governo nazionale responsabile davanti ad un Parlamento eletto dalla popolazione palestinese che risiedeva nel paese prima della guena.
  3. Interruzione dell’immigrazione ebraica finchè non sia costituito il Governo nazionale.
  4. AppIicazione delle leggi e dei regolamenti dell’anteguerra, ed abolizione di quelli promulgati dopo l’occupazione inglese. Non si dovranno approvare nuove leggi fino all’entrata in vigore del Governo nazionale.
  5. La Palestina non dovrà essere separata dagli altri Stati arabi.
(Stampa araba palestinese). V. d. B. - Torna al Sommario.

7. Dichiarazioni di Churchill agli Arabi di Palestina. – Il ministro Churchill ha tenuto il seguente discorso alla Delegazione araba palestinese: «Venuto al Cairo per studiare la questione della Mesopotamia, sono stato invitato in Palestina da Sir H. Samuel: egli è il rappresentante responsabile della Corona, io non lo sostituisco. Dietro sua richiesta ho accettato questo colloquio, che non ha nulla di ufficiale, e parlerò chiaramente per evitare malintesi. Ritengo che le vostre richieste siano in parte settarie e inopportune. Io non posso e non desidero annullare la dichiarazione Balfour e sospendere l’immigrazione (1). Il Governo inglese, per mezzo di Balfour, si è impegnato a favorire la sede nazionale: ciò implica l’immigrazione ed ha ottenuto l’approvazione delle potenze alleate e vincitrici. L’impegno preso quando le sorti della guerra erano incerte, deve considerarsi confermato dalla vittoria, ed io son certo che la Lega delle Nazioni accetterà tale punto di vista. È del resto giusto che gli Ebrei dispersi possano riunirsi in una sede nazionale in Palestina, alla quale sono legati da 3000 anni. Ciò sarà, secondo noi, un bene per il mondo, per l’impero britannico, ed anche per gli Arabi palestinesi, che lungi dal soffrirne, ne benefìcieranno.
«Richiamo la vostra attenzione alla seconda parte della dichiarazione che insiste sulla santità dei vostri diritti civili e religiosi, e deploro che non ne riconosciate il valore.
«Se le promesse fatte agli Ebrei sono valide, altrettanto valgono quelle fatte a voi: noi le manterremo fedelmente ambedue. Il Governo britannico ha diritto alla propria opinione: la nostra è una posizione di fiducia, ma la conquista ne fa uno stato di diritto. Voi parlate come se foste stati voi a rovesciare i Turchi, ma non è così: molte vite inglesi sono state sacrificate per la Palestina. Notate le parole della Dichiarazione Balfour: “una sede nazionale” e non “la sede nazionale". Sede nazionale non significa un Governo ebraico che domini gli Arabi. L’Inghilterra è il massimo stato musulmano del mondo, è ben disposta verso gli Arabi e ne apprezza l’amicizia. Io ho constatato qui che i funzionari non fanno differenze fra Ebrei ed Arabi. Noi diamo tale importanza all’imparzialità, che abbiamo indotto S. M. a nominare Alto Commissario Sir H. Samuel, esperto uomo di governo, capace di governare con equità, e che non può venir attaccato dagli Ebrei quando decide contro di loro. Voi non dovete aver timori per l’avvenire: l’Inghilterra ha promesso di dare al movimento sionista un’occasione di farsi valere, ma esso riuscirà soltanto secondo i propri meriti.
«Noi non possiamo tollerare che una parte della popolazione venga espropriata dall'altra. La sede nazionale ebraica può attuarsi soltanto se gli Ebrei si apriranno una via, passo per passo, con i propri meriti, contribuendo ad aumentare la prosperità dell’intero paese e della sua popolazione. Osservate i grandi progressi che si sono avuti nelle località colonizzate dagli Ebrei. Che queste colonie siano state finanziate dall’estero deve piuttosto indurvi alla tolleranza verso il sionismo. Voi dite di rimpiangere l’amministrazione turca, ma ne presentate un’immagine falsa: i Turchi trascuravano e opprimevano la Palestina, che è capace di sostenere una popolazione maggiore dell’attuale. E se amavate tanto i Turchi, perché vi siete ribellati contro di loro?
«All’affermazione cbe il sionismo vi porterà maggiore prosperità voi direte: Dobbiamo dunque vendere il nostro paese? No, l’immigrazione ebraica è soltanto possibile in quanto si esplica legittimamente. I Sionisti hanno un compito difficile e voi dovete aiutarli. L’attuale forma di governo durerà per molti anni; gradatamente svilupperemo istituzioni rappresentative che portino alla piena autonomia, ma i figli dei nostri figli non la vedranno ancora».
Il discorso termina con un’esortazione all’accordo e alla collaborazione. (Palestine, 9-1-1921, V. d. B. - Torna al Sommario.)
(1) Cioè l’immigrazione degli Ebrei.

8. Commenti arabi alle dichiarazioni di Churchill. – a) II giornale al-Karmel riproduce e commenta questo discorso. Domanda a Churchill che cosa penserebbero le popolazioni della Scozia e del Canadà se l’Inghilterra volesse stabilire in quei paesi «sedi nazionali» tedesche. Trova inverosimile che gli Ebrei si contentino della Palestina e pensa che vorranno farne una base per conquistare l’Oriente; le ragioni che indussero l’Inghilterra alla dichiarazione Balfour, la indurranno in avvenire a concessioni anche maggiori verso gli Ebrei, che non hanno voluto la costituzione di un governo ebraico in Palestina perché comprendono che ciò sarebbe oggi contrario ai loro interessi; essi per comandare non hanno bisogno di un riconoscimento ufficiale. Se l’Inghilterra avesse a cuore gli interessi degli Arabi della Palestina, come dice Churchill, dovrebbe dar loro un Emiro della loro razza e una assemblea elettiva, che tutelassero i loro diritti. Accusa l’Inghilterra di mancare agl’impegni presi con il Re Husein di costituire uno Stato arabo che comprendesse la Palestina, e ciò per conciliarsi gli Ebrei che sono al governo in Russia. Quanto a quel che dice Churchill dela prosperità che gli Ebrei daranno al paese, il Karmel ripete che gli Arabi, guidati dall’Inghilterra e con l’aiuto dei proprii compatrioti emigrati in America e di immigrati europei, possono fare da sè. Gli Arabi reclamano poi che i lavori pubblici, fatti col loro danaro, vengano affidati od operai arabi, che si contentano di salari minori e lavorano di più, e che vengano resi noti il bilancio dei lavori pubblici e gli altri bilanci, che sono fatti a beneficio della minoranza ebraica. Inoltre giustizia vorrebbe che gl'impieghi fossero assegnati agli Ebrei in proporzione al loro numero. La sede nazionale richiederà poi un esercito importante, ed al suo mantenimento dovrebbero contribuire in massima parte gli Arabi. Nè si meravigli Churchill del quadro che gli hanno fatto delegati arabi del Governo turco in Palestina; esso dipende dal timore che hanno di veder perire le grandi speranze riposte nell’Inghilterra. Del resto la Palestina aveva rappreszentanti al Parlamento ottomano, ed era governata anche da funzionari indigeni di tutti i gradi, nè vi era differenza di trattamento fra loro e i funzionari turchi; le scuole, relativamente alle imposte, erano più numerose che non 0ra, e la popolazione era tranquilla nel possesso esclusivo del paese. Non vi erano i divieti di esportazione cbe si sono avuti quest’anno [per l’olio e per i cereali]. S. E. domanda perchè mai ci siamo ribellati ai Turchi? Evidentemente per ottenere l’indipendenza che ci prometteva l’Inghilterra, nella quale avevamo fiducia. Il Karmel nota poi che il discorso Churchill tende a svalutura il contributo arabo alla vittoria, mettendo invece in rilievo il diritto di conquista dell’Inghilterra e tacendo delle sue promesse. Si lagna della dichiarazione che la Palestina giungerà gradatamente e fra molti anni ad un governo rappresentativo: gli altri paesi arabi lo hanno già o lo avranno tra poco. Perché questa differenza di trattamento? Si vuole torse aspettare che gli Ebrei siano in maggioranza? I Palestinesi hanno il massimo rispetto per le qualità degli Ebrei e per la loro storia, ma non possono fare a meno di preoccuparsi considerando che il bolscevismo è opera degli Ebrei. L’articolista seguita deplorando che invece si siano sospettati di rapporti con i bolscevichi cittadini innocenti di Caiffa, e che si siano impedite pacifiche dimostrazioni di Musulmani per l’arrivo di Churchill. Le sue dichiarazioni non possono rassicurare gli Arabi di fronte ai fatti, tanto più che egli è, come Balfour, membro del Ministero Lloyd George autore della politica della sede nazionale; sicché non si potevano aspettare da lui dichiarazioni diverse. Ora i Palestinesi manderanno in Europa una delegazione incaricata di presentare all’opinione pubblica britannica, che è al di sopra dei ministeri e dei governi, la storia dei loro torti. (al Karmel, arabo di Caiffa, 8-16 maggio 1921,  V.d.B.) → Torna al Sommario.

b) Emissari di Angora in Palestina. – Costantinopoli, 14 aprile. - Il governo di Angora avrebbe mandato in Palestina, per consiglio di Ebrei bolscevichi, emissarii musulmani incaricati di provocare conflitti fra Ebrei ed Arabi. Ciò gioverebbe alla propaganda anti-britannica che il governo di Angora svolge fra i Musulmani, e sarebbe gradito al governo dei Soviet, che ha perseguitato i Sionisti, chiamandoli «nazionalisti borghesi» (Times, 16-4-1921, V.d.B.) -  Torna al Sommario.

y.

Periodici e fonti citate
al-Karmel, arabo di Caiffa, 14-5-1921.
al Karmel, arabo di Caiffa, 8-16 maggio 1921.
Palestine, 9-1-1921.
Times, 16-4-1921.

z.

Rinvii
a. Biblioteca virtuale sulla Palestina.
b. Centro Documentazione Palestinese.
c. Antonio Caracciolo da Seminara: post 1.
c2. Post 2.

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