luglio 13, 2011

La questione sionista ed il Vicino Oriente – Tratte da “Oriente Moderno” cronache dell’anno 1922: § 2a: Le relazioni fra Arabi e Sionisti

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La lettura di «Oriente Moderno», anno 1922, offre una sobria e rigorosa rassegna stampa delle notizie sulla Palestina, il Vicino Oriente e l’affermarsi del sionismo, in una duplice modalità di lettura, descritta all’inizio della serie, ora semplificata.
§ 2a

c. 2a| Sommario: 1921 - 1922

Le relazioni fra Arabi e Sionisti

da: Oriente Moderno,
A. I, Nr. 8, p. 477-78
15 gennaio 1922

Le relazioni fra Arabi e Sionisti. - Il Doar hayom (1) del 6 dicembre pubblica le seguenti notizie circa la conferenza fra il Dr. Weizmann e la Delegazione araba in Londra (2):

«Quando la Delegazione araba giunse a Londra fu deciso di non fare alcun passo per un'intesa arabo-sionista. Musà Kazim Pascià e i suoi quattro colleghi musulmani e cristiani hanno dichiarato ripetutamente che ad essi era stato affidato dai loro elettori un solo mandato, e cioè la richiesta di abolizione della dichiarazione Balfour. Questa è la ragione per cui i membri della Delegazione rifiutarono di seguire il consiglio di Churchill, il quale chiese loro di incontrarsi con il Dr. Weizmann e di entrare in trattative con lui prima di essere ricevuti ufficialmente dal Segretario di Stato per le Colonie.

«Ed anche quando il Dr. Weizmann prese una determinazione eccezionale, nel desiderio di dimostrare il suo atteggiamento conciliativo, e scrisse una lettera di invito a Musà Kazim Pascià, questi, a nome degli altri membri, gli rispose di non poter accettare l'invito; finchè il Governo non avesse abolito la dichiarazione Balfour. Ciò pose fine alle trattative fra il Dr. vVeizmann e la Delegazione araba e il Dr. Weizmann parti per Carlsbad per prendere parte al XII Congresso Sionista.

«Nel frattempo la Delegazione araba dedicò il suo tempo alla propaganda fra i Cristiani in Londra; e con l'aiuto di Lord Sydenham, Lord Lamington, della Morning Post, del Generale Waters Taylor, di Miss Newton e d’altri Inglesi, riuscì a destare l’interesse del pubblico per la questione. Ma ben presto la Delegazione si accorse che nei circoli governativi e nella stampa più influente le porte erano per essa chiuse. Così, per es., il Daily Mail dichiarò a uno degli Arabi che tentava di guadagnarlo alla sua causa, che nel giornale non si sarebbe potuto pubblicare nulla che fosse in opposizione alla dichiarazione Balfour. L’atteggiamento del Times verso il Sionismo è poi ben noto.

«Dopo un soggiorno di due mesi in Europa, la Delegazione cominciò a convincersi che nulla al mondo avrebbe potuto abolire la dichiarazione Balfour, e che la speranza nella possibilità della caduta di Lloyd George e nella formazione di un Governo meno amico dei Sionisti era anche vana. Ad eccezione degli oppositori del Governo, come Lord Sydenham e Lord Lamington e quei funzionari di Palestina che erano stati costretti a dimettersi dalle loro buone cariche in Gerusalemme, tutti dichiararono alla Delegazione che per essa vi era una sola possibilità di successo; e cioè un qualche accordo con i Sionisti, sulla base di reciproche concessioni.

«Questa la ragione per cui la Delegazione si indusse a prendere l’unico partito che le era rimasto, di vedere cioè quali condizioni avrebbero offerto i Sionisti in cambio del riconoscimento da parte degli Arabi della dichiarazione Balfour. Gli Arabi hanno dichiarato però che essi non possono prendere alcuna decisione prima di consultare i loro elettori in Palestina; ed egualmente i Sionisti si sono riservati, prima di ogni deliberazione, di consultare l’Esecutivo [sionista].

«Perciò le trattative sono di carattere unicamente preparatorio. Ambo le parti discuteranno tutti i punti di dissenso, come tutti i punti in cui possono essere concordi; e se esse potranno raggiungere i principali punti di partenza per l'accordo, e cioè il riconoscimento da parte degli Arabi della dichiarazione Balfour, e il riconoscimento da parte dei Sionisti della richiesta araba di una forma di Parlamento, la Delegazione araba tornerà in Palestina per esporre i risultati delle trattative. Il Dr. Weizmann e J. Rothschild li sottometteranno all’Esecutivo, e solamente se ambo le parti saranno autorizzate dai mandanti a entrare in trattative sulla base delle concessioni concordate a Londra, potranno essere iniziate le trattative ufficiali, dalle quali è lecito attendere un’intesa la quale darà a noi pace e amicizia in Palestina e in tutto il vicino Oriente.

«Lo spirito conciliativo che ispira le conferenze dà buon auspicio per il futuro e rende possibile la desiderata soluzione, purchè mestatori di ambo le parti non mettano ostacoli al raggiungimento di essa».

Il giornale as-Saba (3), organo politico della Delegazione araba, scrive:

«La Delegazione araba non ha riconosciuto e non riconoscerà la dichiarazione Balfour, anche se la situazione politica si aggravasse. Perciò, per quale ragione alcuni giornali che prendono le loro notizie da fonti ben conosciute, tentano di dividere il popolo arabo e di metterlo contro la Delegazione che esso ha eletta e mandata in Europa? Perchè essi si oppongono a una conferenza e ad uno scambio di idee che potrebbe essere di utilità al paese e migliorare la situazione locale?».

Il giornale arabo Bayt a-Maqdis (di Gerusalemme) del 9 dicembre scrive (4):

«Abbiamo avuto un’intervista con Gemal al-Huseini, segretario dell’Esecutivo della Delegazione araba, circa le trattative fra la Delegazione araba e il Dr. Weizmann, con l’intervento di Churchill. Interrogatolo se non sarebbe stato meglio di non partecipare a tale conferenza, per evitare che noi con questo riconosciamo il diritto dei Sionisti di ingerirsi nella politica della Palestina (diritto da noi sempre negato), egli rispose che la Delegazione non ha potuto, per cortesia, declinare l'invito; essa ha il diritto di prendere parte alla conferenza per studiare l’atteggiamento del nemico, ma nessuna decisione sarà presa senza consultare la nazione». (Zionist Executive Press Bureau di Gerusalemme, 9-12-1921). M. G.

(1) Cioè Debhar hayyom, che in ebraico significa “la notizia del giorno”. È un giornale di Gerusalemme.
(2) Cfr. Oriente Moderno, fasc. 4°, pp. 222-225.
(3) Manca la data nella nostra fonte, nè noi possediamo l’originale. Cfr. pp. 480-481.
(4) Non ne abbiamo l’originale.

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