§ 4a/1922 § Precedente/Successivo
La lettura di «Oriente Moderno», anno 1922, offre una sobria e rigorosa rassegna stampa delle notizie sulla Palestina, il Vicino Oriente e l’affermarsi del sionismo, in una duplice modalità di lettura, descritta all’inizio della serie, ora semplificata.
La lettura di «Oriente Moderno», anno 1922, offre una sobria e rigorosa rassegna stampa delle notizie sulla Palestina, il Vicino Oriente e l’affermarsi del sionismo, in una duplice modalità di lettura, descritta all’inizio della serie, ora semplificata.
L’appello dell’Esecutivo Sionistico
ai Sionisti di tutto il mondo
da: Oriente Moderno,
A. I, Nr. 8, p. 478-80
15 gennaio 1922
A. I, Nr. 8, p. 478-80
15 gennaio 1922
L’appello dell’Esecutivo Sionistico ai Sionisti di tutto il mondo.- Riportiamo, e in parte riassumiamo, dal settimanale Israel l’appello, che, dopo il Congresso sionistico di Carlsbad (1), il nuovo Esecutivo eletto dal Congresso ha rivolto a tutti i Sionisti del mondo, in occasione della Chanukkah (2) del 5682 [1921):
Ai Sionisti!
«Il Sionismo è entrato in una fase nuova. Dopo otto anni di lotta, la volontà sionista del popolo ebraico ha ritrovato la sua espressione storica a Carlsbad nel settembre del 1921. Sotto l'impressione di una catastrofe tale che il popolo ebraico non ne aveva viste di simili da secoli, il XII Congresso sionistico ha fatto il bilancio di tutto il recente passato ebraico. Ha espresso da una parte il suo dolore e la sua indignazione contro gli orribili atti di violenza antiebraica e ha riconosciuto, dall’altra parte, l'importanza dei grandi successi politici del Sionismo e sanzionato i prossimi lavori di ricostruzione della Palestina.
«Il Congresso sionistico ha legalizzato i fatti decisivi sopravvenuti dopo l’XI Congresso nel movimento sionistico e nella vita dell'Organizzazione sionistica. A mezzo del Congresso, il popolo ebraico ha preso atto della Dichiarazione Balfour, ha formulato le rivendicazioni ebraiche sulla Palestina e ha proclamato ancora una volta davanti al mondo intero le aspirazioni dell’ebraismo per l'avvenire. Dopo il Congresso di Carlsbad l’Organizzazione sionistica è ricostituita nella sua forma disciplinata. Tutti gli organi dell’O.S., l’Esecutivo, il Comitato di azione, il Consiglio economico, le Amministrazioni degli Istituti finanziari ecc. sono stati confermati od eletti costituzionalmente e conformemente alla volontà del Congresso.
«Il Congresso non aveva potuto riunirsi nè subito dopo il memorando giorno del 1917 (1). nè dopo la decisione di S. Remo. Numerosi fratelli e compagni d’idea erano rimasti separati gli uni dagli altri, fino al momento in cui, rimossi i gravi ostacoli di natura tecnica, la riunione degli eletti dalle masse sionistiche poté aver luogo. Fra gli storici avvenimenti destinati a lasciare la loro traccia nella storia ebraica dei tempi moderni e il Congresso di Carlsbad, sono passati mesi, anni, durante i quali l’entusiasmo agitò tutto il mondo ebraico e si espresse in innumerevoli, indimenticabili manifestazioni. Quando finalmente la rappresentanza di un milione di Ebrei sionisti si riunì a Carlsbad, il popolo ebraico voleva vedere trasformate in fatti concreti le possibilità scaturite dai grandi successi politici. Il problema dominante che riempì di sè tutti gli spiriti e pesò su tutte le deliberazioni del Congresso di Carlsbad, era quello della colonizzazione della Palestina a mezzo di grandi masse ebraiche”.
L’appello riassume quindi i risultati del Congresso di Carlsbad e considera poi le relazioni con gli Arabi:
Noi e gli Arabi.
Noi non misconosciamo affatto le difficoltà che proprio in questi due ultimi anni sono sorte per il nostro lavoro in Palestina. I nostri nemici sono, purtroppo, riusciti a eccitare unaa parte della popolazione araba contro i Sionisti, vale a dire contro le rivendicazioni del popolo ebraico sulla Palestina, e queste sobillazioni hanno provocato attacchi violenti contro l’inoffensiva popolazione ebraica. Per quanto noi abbiamo avuto modo di constatare che queste esplosioni sono state provocate artificialmente, tuttavia non ci siamo creati illusioni; abbiamo compreso tutta la difficoltà del problema e la responsabilità morale che noi assumiamo di fronte al mondo, come Ebrei e come Sionisti. Appunto perciò, al Congresso, noi abbiamo di nuovo precisato la nostra posizione nei confronti del popolo arabo. Noi abbiamo dimostrato al mondo e al nostro popolo che il nostro insediamento nel nostro paese non significa in nessun modo un’offensiva contro la popolazione araba, ma semplicemente la conservazione del popolo ebraico, nel più nobile senso della parola, e che anche gl’inizi della colonizzazione ebraica in Palestina, sono stati un inestimabile beneficio per la popolazione araba. Nonostante il sangue versato di fresco, nonostante gli atti di violenza commessi contro di noi dalla popolazione araba di Palestina, noi abbiamo nettamente dichiarato che non vogliamo nè abusare degli Arabi né menomare i loro diritti e che ci sforziamo sinceramente di arrivare ad un’intesa con loro. Ma quest’intesa deve avere come base il riconoscimento del diritto storico degli Ebrei alla Palestina e la loro aspirazione che ne deriva di crearvisi una sede nazionale. Quando le influenze che cercano oggi di creare il dissenso fra noi e gli Arabi non si faranno più sentire, quando la calma tornerà nelle file dei nostri vicini di Palestina, tutti vedranno che il progresso della sua popolazione araba è legato allo sviluppo economico e culturale del paese ad opera degli Ebrei, non solo perchè noi desideriamo questo progresso dal punto di vista morale, ma sopra tutto perchè sarà una conseguenza diretta dello sviluppo economico. Noi ben sappiamo che solo lentamente potremo giungere a convincere gli Arabi che la loro attuale politica, diretta contro di noi, è contraria ai loro interessi. Consideriamo perciò come un nostro dovere di proclamare che niente potrà distoglierci dal perseguire il nostro intento, che noi non potremo fermare neppur per un istante il nostro lavoro palestinese, ma che anzi tutte le energie ebraiche saranno messe in moto per raggiungere la mèta del Sionismo. Agli attacchi ingiusti risponderemo col nostro lavoro e con una nobile difesa. L’avvenire dimostrerà che la ricostruzione della Palestina, per la quale noi lavoriamo, assicurerà il benessere non solo del popolo ebraico, ma anche, alla fine, della popolazione araba».
Dopo alcune parole circa il Keren hajesod (6) e alcune considerazioni retrospettive, il documento
passa a specificare i punti del programma che si propone di porre in atto:
«a) Prosecuzione dell’attività politica diretta a raggiungere la fissazione definitiva dei nostri diritti sulla Palestina. Consolidamento, nel senso più ampio, delle posizioni già esistenti in Palestina e specialmente protezione dell’Yischubh, secondo le decisioni già prese. Acquisto di diritti senza restrizioni per una immigrazione e colonizzazione in grande stile.
«b) Riorganizzazione della Organizzazione Sionistica. Risveglio del movimento dove è attualmente assopito. Influire su tutto il popolo ebraico perchè aderisca all’Organizzazione Sionistica.
«c) Regolamento della Ricostruzione della Palestina, tanto delle imprese, che dipendono dall’Organizzazione Sionistica, quanto di quelle condotte in collaborazione con altre cerchie ebraiche. Con un lavoro di ricostruzione sistematico e metodico si deve arrivare ad ottenere che tutte le frazioni dell’ebraismo partecipino alla ricostruzione della Palestina e che abbiano piena fiducia nell’Organizzazione Sionistica. Si deve ottenere che il lavoro in Palestina diventi da se stesso un mezzo di propaganda e che i lavori economici compiuti attirino sempre alla creazione di nuove imprese.
«d) Si deve arrivare ad ottenere che ogni azione nella vita ebraica sia influita dallo spirito della concezione generale sionistica. Cosciente che la vita ebraica è una unità organica nella quale le diverse membra si completano e s’influiscono reciprocamente, il Sionismo deve sforzarsi di penetrare lo spirito di tutte le attività nelle quali si estrinseca la vita ebraica. Perchè della grande diversità delle attività che servono alla conservazione dell’ebraismo nel mondo intero, noi vogliamo creare un unico insieme che sia utile così al Popolo come alla Terra d’Israele.
A voi perciò, o Sionisti, compagni d’idea, si rivolge il nostro appello: Organizzate di nuovo tutti i vostri gruppi, fate che tutti i rami del lavoro siano capaci dell’azione più intensa, perché il programma del Sionismo è ampio, esso che al tempo stesso lavora per la conservazione del presente ebraico e prepara l’avvenire del popolo ebraico. Rinnovate il contenuto ideale della vostra organizzazione. Venite in stretti rapporti con la vita ebraica nelle sue diverse manifestazioni e influite su di essa con la vostra idea. Tenetevi in contatto continuo con l’Esecutivo dell’Organizzazione Sionistica da voi stessi eletto a Carlsbad. Di qui come di là deve in egual maniera sorgere la volontà di preparare una collaborazione regolare fra tutti gli Organi
del Sionismo, di informare, illuminare e stimolare tutte le parti del nostro movimento, di mobilitare tutte le forze vive del Sionismo al servizio del movimento, affinchè la Palestina sia ricostruita e il movimento sionistico sia riconosciuto da per tutto come un fattore decisivo dalle masse ebraiche e dai dirigenti ebrei.
«Continuate con la stessa, anzi con maggiore energia che fin qui, il vostro lavoro per procurare le risorse finanziarie. Pagate la vostra decima e propagate il sistema della decima. Portate nelle cerchie ricche ed influenti, a qualunque campo esse appartengano, il convincimento che non possono sottrarsi, per nessun pretesto, al grande lavoro per la Palestina e alla responsabilità storica del loro popolo.
«Trovate tutti i fondi che possono servire al nostro scopo, riunite tutte le forze, quelle attive e quelle latenti, riaccendete lo zelo in tutti i cuori ebrei, e mettetevi voi stessi al lavoro, con tutte le
vostre forze, per creare la Palestina ebraica.
«Possano tutti gli Ebrei riconoscere che la sorte del popolo ebraico dipende oggi da loro stessi!»
Londra-Gerusalemme, novembre 1921.
L’Esecutivo dell’Organizzazione Sionistica.
Seguono le firme dei membri dell'Esecutivo con a capo quelle di Weizmann e di Sokolow. (Israel di Firenze, 22-12-1921).
M. G.
(nt) Sul Qeren Hayyesod, che è tradotto di solito don «Fondo di ricostruzione». cfr. Oriente Moderno, fasc. 6°, p. 531.
(3) Se ne veda il resoconto in Oriente Moderno, fasc. 5°, pp. 292-293, e specialmente fasc. 6°, pagine 350-356.
(4) Cioè: “dedicazione" od “encenia"; è la festa annuale, istituita da Giuda Maccabeo, per ricordare la purificazione del Tempio (164 av, Cr.), dopo la profanazione di Antioco Epifane. Essa cade il 25 del nono mese ebraico e dura otto giorni.
(5) Allude al 2 novembre 1917, quando il ministro inglese Balfour fece la famosa dichiarazione della costituzione di una «sede nazionale» in Palestina per il popolo ebraico.
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