§ 64a/1921 § Precedente/Successivo
La lettura di «Oriente Moderno», anno 1921, secondo semestre, offre una sobria e rigorosa rassegna stampa delle notizie sulla Palestina, il Vicino Oriente e l’affermarsi del sionismo. È qui possibile una duplice modalità di lettura: in verticale (↑↓), a papiro, in un singolo post, di tutto e del solo testo originale dei fascicoli mensili, dove diviso per capitoli (cap., c.) e annate con qualche illustrazione grafica si affianca qui una diversa lettura in modalità orizzontale (← →), a libro, di ogni singolo paragrafo (§), dove è possibile un commento critico con webgrafia, note, iconografia e ogni utile integrazione. Il Lettore che desidera leggere i testi senza nessuna mediazione del Curatore può spostarsi sulla lettura verticale, a papiro, con un semplice clic sul numero del Cap., mentre chi vuole un’analisi e discussione dei testi ovvero avvalersi degli apparati forniti dal Curatore ovvero partecipare al Forum, può trovare maggiore interesse in un diverso editing dello stesso testo. Si spera che la segnaletica approntata e le numerose pagine di raccordo agevolino la navigazione in un ipertesto di dimensioni enciclopediche.
La lettura di «Oriente Moderno», anno 1921, secondo semestre, offre una sobria e rigorosa rassegna stampa delle notizie sulla Palestina, il Vicino Oriente e l’affermarsi del sionismo. È qui possibile una duplice modalità di lettura: in verticale (↑↓), a papiro, in un singolo post, di tutto e del solo testo originale dei fascicoli mensili, dove diviso per capitoli (cap., c.) e annate con qualche illustrazione grafica si affianca qui una diversa lettura in modalità orizzontale (← →), a libro, di ogni singolo paragrafo (§), dove è possibile un commento critico con webgrafia, note, iconografia e ogni utile integrazione. Il Lettore che desidera leggere i testi senza nessuna mediazione del Curatore può spostarsi sulla lettura verticale, a papiro, con un semplice clic sul numero del Cap., mentre chi vuole un’analisi e discussione dei testi ovvero avvalersi degli apparati forniti dal Curatore ovvero partecipare al Forum, può trovare maggiore interesse in un diverso editing dello stesso testo. Si spera che la segnaletica approntata e le numerose pagine di raccordo agevolino la navigazione in un ipertesto di dimensioni enciclopediche.
Relazione della Commissione d’inchiesta
per i disordini di Giaffa
per i disordini di Giaffa
da: Oriente Moderno,
Anno I, Nr. 7, p. 417-418
Anno I, Nr. 7, p. 417-418
15 dicembre 1921.
Relazione della Commissione d’inchiesta per i disordini di Giaffa. - È stato pubblicato il rapporto della Commissione d’inchiesta sui disordini dello scorso maggio (Goverment White Paper, Cmd. 1540).
Come appendice è aggiunto il seguente riassunto dei risultati dell’inchiesta, con l’avvertenza che esso è stato fatto per convenienza del Governo, ma che non deve essere considerato come espressione delle opinioni della Commissione, se non letto con il testo del rapporto:
«La causa fondamentale dei tumulti di Giaffa e dei susseguenti atti di violenza è stato un senso di scontento, misto ad ostilità, degli Arabi contro gli Ebrei, dovuto a ragioni politiche ed economiche e connesso all’immigrazione ebraica e alla concezione, da parte degli Arabi, della politica sionista come derivante da elementi ebraici.
La causa immediata dei tumulti di Giaffa del 1° maggio fu una dimostrazione non autorizzata di Ebrei bolscevichi, seguita dal suo urto con una dimostrazione autorizzata del Partito del Lavoro ebraico.
La lotta di razza fu iniziata dagli Arabi e rapidamente degenerò in un conflitto violentissimo fra Arabi e Ebrei, in cui la maggioranza araba (gli oppressori furono generalmente gli Arabi) inflisse la maggior parte delle perdite.
Non si aspettava lo scoppio delle ostilità, nè esso fu premeditato, nè alcuna delle due parti era preparata a sostenerlo; ma lo stato d’animo della popolazione rendeva probabile un conflitto per qualsiasi provocazione fatta da qualsiasi Ebreo.
La massa degli Ebrei è contraria al Bolscevismo, e non è stata responsabile della dimostrazione bolscevica. Una volta cominciati i disordini, questi presero la forma di una ribellione antiebraica, dovuta a un sentimento antiebraico già molto acuto. Una gran parte delle comunità Cristiana e Musulmana la tollerarono, quantunque non incoraggiassero la violenza. Mentre alcuni degli Arabi colti sembrano aver incitato la folla, le personalità ragguardevoli di entrambe le parti, quali che fossero i loro sentimenti, aiutarono le autorità a sedare il tumulto.
La polizia, tranne alcune eccezioni, fu poco disciplinata e la sua opera inefficace; in molti casi rimase indifferente, e in alcuni fu anche a capo della violenza e vi partecipò.
La condotta dell’esercito fu ammirevole sotto ogni riguardo.
L’assalto di cinque colonie agricole ebraiche fu dovuto all’eccitamento prodotto negli Arabi dalle notizie dell’uccisione di Arabi compiuta da Ebrei a Giaffa. Nei due casi si credette troppo presto a racconti infondati di provocazione, e si agì senza verificare la verità delle notizie.
In questi assalti vi furono alcune perdite da parte degli Ebrei e molte da parte degli Arabi, principalmente a causa dell’intervento militare» (Palestine, 19-11-1921).
Si confronti anche Israel del 24-11-1921, in cui è dato il testo del rapporto, che non riproduciamo per brevità, e altresì il riassunto (ma con qualche differenza). - M. G.
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