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Il Giappone è sempre presente alla nostra immaginazione con Hiroshima e Nagasaki, ma anche con la tenace resistenza alla potenza americana. Uscito dalla distruzione bellico ha saputo edificare la sua economia fino a ritrasformare la potenza militare del passato nella potenza economica di oggi. Il segno e il ricordo della disfatta bellica ha un nome, forse ancora oggi presente nella coscienza popolare: Okinawa. I popoli possono perdere le guerre, ma se non sono distrutti in un vero e proprio genocidio possono sempre riconquistare la loro libertà e la loro piena sovranità senza dover sottostare ad un vincitore che sfrutta tutte le possibili manipolazioni del linguaggio per nascondere verità antiche. La pace è certamente il bene supremo dei popoli, ma essa non ha un buon sapore in regime di servitù.
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Sommario: 1. In centomila contro la base di Okinawa. –
1. In centomila contro la base di Okinawa. - Sembra che gli isolani non ne vogliano proprio sapere della base militare USA. Ricordo che nel libro di Johnson sono narrati gli abusi dei militari USA ai danni della popolazione. Andando al link del Corsera, cui si accede linkando sul titolo del paragrafo, si possono leggere notizie aggiornate al 30 aprile 2010.
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1. In centomila contro la base di Okinawa. - Sembra che gli isolani non ne vogliano proprio sapere della base militare USA. Ricordo che nel libro di Johnson sono narrati gli abusi dei militari USA ai danni della popolazione. Andando al link del Corsera, cui si accede linkando sul titolo del paragrafo, si possono leggere notizie aggiornate al 30 aprile 2010.
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