Home della «Questione sionista»
Mentre valgono le considerazioni generali già fatte per le precedenti fonti documentarie, di cui in Elenco Numerico,
pare qui opportuno rilevare ogni volta la casualità e imparzialità
con la quale le diverse fonti si aggiungono le une alle altre,
animati da una pretesa di completezza, che sappiamo difficile da
raggiungere. Fin dal sorgere della questione sionista l’«Osservatore
Romano» segue con la sensibilità che le è propria i fatti
nel loro divenire giorno dopo giorno, aiutandoci a capire
oggi i veri nodi di una problematica, sempre più nascosta
dietro l’ideologia e la propaganda. Se l’interesse religioso
per i Luoghi Santi è quello prevalente nelle considerazioni
della Santa Sede ed ispira la sua diplomazia e la sua
geopolitica, non per questo manca la percezione di una grande
ingiustizia consumata sulla popolazione indigena.
Nell’accingerci allo
spoglio di annate polverose di storia in Biblioteche non
sempre agevoli e attrezzate, siamo certi di trovare materiale
prezioso che ci aiuterà a capire meglio il nostro presente. Le
elaborazioni critiche seguono di pari passo l’acquisizione dei dati e
queste note introduttive alle fonti seriali hanno sempre carattere
provvisorio.
1948
Anno inizio spoglio: 1921. |
Sommario: Anno 1948 di “L’Osservatore Romano” → 1. Al Consiglio di Sicurezza Palestina e Indonesia ancora all’ordine del giorno. – 2. Bunche parla sulla situazione palestinese. – 3. Al Consiglio di Sicurezza invito a cessare il fuoco ai contendenti della Palestina e dell’Indonesia. –
Cap. 1
Top ↑ 27-28.12.1948 ↓ c. 2 → plus
Al Consiglio di Sicurezza Palestina e Indonesia
ancora all’ordine del giorno
L’Osservatore Romano,
27-28 dicembre 1948
Lunedi-Martedi, p. 2
I nuovi disordini palestinesi - riferisce 1’« A. P. » - sono stati segnalati la sera della vigilia di Natale dal governo egiziano il quale ha accusato l’esercito ebraico di aver infranto le norme stesse della tregua, attaccando su un largo fronte per terra, mare e aria.
Titoli: Bunche parla sulla situazione palestinese. Gli scontri nel Negev.
NEW YORK, 28. - In un radio discorso da New York, l’ex mediatore dell’ONU, dott. Raplh Bunche – a quanto riferisce l’«INS» – ha dichiarato che nonostante la ripresa delle ostilità nella regione del Negev, egli è tuttora convinto che la guerra in Palestina è finita e l’avvento di una pace definitiva fra i due contendenti sarebbe accelerata se gli arabi si decidessero a sedere con gli ebrei a una tavola rotonda. In ogni caso egli ha detto che la ripresa delle ostilità nella Terra Santa meridionale è un episodio sporadico, e «la pace definitiva è in vista». Certo i combattimenti in corso nel Negev costituiscono una «aperta violazione» della tregua ordinata dal Consiglio di Sicurezza, ma il dott. Bunche spera che essi cesseranno presto.
Su gli scontri che si sviluppano in questa zona la stessa agenzia rileva che le autorità ebraiche hanno ammesso che la resistenza egiziana sul fronte meridionale del Negev è assai più forte del previsto. Un portavoce militare ebraico, nel dare notizia delle nuove operazioni aero-terrestri in corso nel Negev ha ammesso che gli egiziani «sembrano meglio armati ed equipaggiati» di quel che fossero durante le battaglie dell’ottobre; impiegano, tra l’altro, carri armati ed artiglierie nuovissime.
È segnalata una ripresa delle operazioni belliche anche dal settore centrale, da lungo tempo calmissimo, dove le forze iraquene hanno sferrato un violentissimo attacco contro un centro di colonizzazione agricola ebraico sistemato a difesa.
Successivamente le autorità ebraiche hanno dichiarato che le truppe egiziane hanno riportato «successi locali» nella prima fase delle operazioni sul fronte del Negev. L’attacco egiziano, è stato spiegato, è stato sferrato contemporaneamente in varie direzioni ed ha costretto gli ebrei ad abbandonare le loro posizioni sui colli dominanti la città di Ghaza, mentre gli attaccanti egiziani, altrove, penetravano profondamente in vari punti dello schieramento ebraico.
Come si ricorda l’aviazione ebraica ha bombardato duramente le posizioni egiziane a su di Ghaza. Il fatto dovrebbe essere avvenuto nella notte di Natale, allorché Radio Rias-Berlin ha radiocomunicato – con un facile errore di trasmissione – il bombardamento di Nazareth, annunciando la morte di tre bambini e il ferimento di altri cinque. A questo proposito nello smentire la notizia si è fatto osservare da parte ebraica come Nazareth si trovi da mesi all’interno delle posizioni ebraiche.
Naturalmente sui combattimenti in corso non è fornita alcuna indicazione geografica e da fonte ufficiale ebraica ci si limita a confermare che la battaglia è «violentissima», specie nella regione di Kan Yunia, a nord-ovest di Nirim, sempre nella zona del Negev. «Altrove» vi sono stati anche combattimenti alle minime distanze tra le opposte fanterie e intensi duelli di artiglieria. Una censura rigorosissima è stata istituita da parte ebraica su tutte le notizie di carattere militare ed a corrispondenti e fotografi è stato severamente vietato di raggiungere le zone di guerra.
Top ↑ 30.12.1948 ↓ c. 2 → plus
Al Consiglio di Sicurezza invito a cessare il fuoco
ai contendenti della Palestina e dell’Indonesia
Sul probabile esito del voto l’A.P. rileva che gli osservatori locali sono del parere che l’Inghilterra si sia già assicurati sette, se non otto, voti favorevoli al suo progetto, tra i quali quello del delegato sovietico Malik.
Per quanto riguarda, poi, la questione indonesiana […].
L’attività
del Consiglio di Sicurezza continua ad essere rivolta alle ostilità
tuttora in corso sia nella Palestina che in Indonesia; i funzionari
dell’ONU attendono, pertanto, con ansia il rapporto che sarà presentato
quanto prima dal mediatore, dott. Ralph Bunche, in merito alla
situazione nella Palestina meridionale (settore di Negev), dove ebrei ed
egiziani hanno ripreso la lotta.
I nuovi disordini palestinesi - riferisce 1’« A. P. » - sono stati segnalati la sera della vigilia di Natale dal governo egiziano il quale ha accusato l’esercito ebraico di aver infranto le norme stesse della tregua, attaccando su un largo fronte per terra, mare e aria.
Secondo
le prime notizie relative alle azioni, aerei ebraici hanno lanciato
oltre 90 bombe presso la città di Gaza, al confine egiziano. Nella notte
di Natale, inoltre, in seguito ad un attacco aereo delle formazioni
ebraiche su Nazareth, tre bimbi sono stati uccisi e cinque sono rimasti
feriti.
L’Egitto
ha chiesto che il Consiglio venga convocato in riunione straordinaria
per l’esame della sua protesta, ma la maggioranza del Consiglio stesso
ha deciso di attendere, prima di riunirsi, la relazione del mediatore.
Per quanto riguarda la questione indonesiana […]
Per quanto riguarda la questione indonesiana […]
Cap. 2
L’Osservatore Romano,
29 dicembre 1948
Mercoledi, p. 2
Titoli: Bunche parla sulla situazione palestinese. Gli scontri nel Negev.
NEW YORK, 28. - In un radio discorso da New York, l’ex mediatore dell’ONU, dott. Raplh Bunche – a quanto riferisce l’«INS» – ha dichiarato che nonostante la ripresa delle ostilità nella regione del Negev, egli è tuttora convinto che la guerra in Palestina è finita e l’avvento di una pace definitiva fra i due contendenti sarebbe accelerata se gli arabi si decidessero a sedere con gli ebrei a una tavola rotonda. In ogni caso egli ha detto che la ripresa delle ostilità nella Terra Santa meridionale è un episodio sporadico, e «la pace definitiva è in vista». Certo i combattimenti in corso nel Negev costituiscono una «aperta violazione» della tregua ordinata dal Consiglio di Sicurezza, ma il dott. Bunche spera che essi cesseranno presto.
Su gli scontri che si sviluppano in questa zona la stessa agenzia rileva che le autorità ebraiche hanno ammesso che la resistenza egiziana sul fronte meridionale del Negev è assai più forte del previsto. Un portavoce militare ebraico, nel dare notizia delle nuove operazioni aero-terrestri in corso nel Negev ha ammesso che gli egiziani «sembrano meglio armati ed equipaggiati» di quel che fossero durante le battaglie dell’ottobre; impiegano, tra l’altro, carri armati ed artiglierie nuovissime.
È segnalata una ripresa delle operazioni belliche anche dal settore centrale, da lungo tempo calmissimo, dove le forze iraquene hanno sferrato un violentissimo attacco contro un centro di colonizzazione agricola ebraico sistemato a difesa.
Successivamente le autorità ebraiche hanno dichiarato che le truppe egiziane hanno riportato «successi locali» nella prima fase delle operazioni sul fronte del Negev. L’attacco egiziano, è stato spiegato, è stato sferrato contemporaneamente in varie direzioni ed ha costretto gli ebrei ad abbandonare le loro posizioni sui colli dominanti la città di Ghaza, mentre gli attaccanti egiziani, altrove, penetravano profondamente in vari punti dello schieramento ebraico.
Come si ricorda l’aviazione ebraica ha bombardato duramente le posizioni egiziane a su di Ghaza. Il fatto dovrebbe essere avvenuto nella notte di Natale, allorché Radio Rias-Berlin ha radiocomunicato – con un facile errore di trasmissione – il bombardamento di Nazareth, annunciando la morte di tre bambini e il ferimento di altri cinque. A questo proposito nello smentire la notizia si è fatto osservare da parte ebraica come Nazareth si trovi da mesi all’interno delle posizioni ebraiche.
Naturalmente sui combattimenti in corso non è fornita alcuna indicazione geografica e da fonte ufficiale ebraica ci si limita a confermare che la battaglia è «violentissima», specie nella regione di Kan Yunia, a nord-ovest di Nirim, sempre nella zona del Negev. «Altrove» vi sono stati anche combattimenti alle minime distanze tra le opposte fanterie e intensi duelli di artiglieria. Una censura rigorosissima è stata istituita da parte ebraica su tutte le notizie di carattere militare ed a corrispondenti e fotografi è stato severamente vietato di raggiungere le zone di guerra.
Cap. 3
Top ↑ 30.12.1948 ↓ c. 2 → plus
Al Consiglio di Sicurezza invito a cessare il fuoco
ai contendenti della Palestina e dell’Indonesia
L’Osservatore Romano,
30 dicembre 1948
Giovedì, p. 1
Il Consiglio di Sicurezza si riunisce oggi per votare sul progetto britannico che invita le truppe ebraiche e quelle egiziane a cessare immediatamente il fuoco. Il progetto contempla, inoltre, la convocazione di un Comitato di controllo per la tregua - composto da rappresentanti di sette Potenze - che dovrebbe riunirsi il 6 gennaio a Lake Success; il delegato britannico ha chiesto pure la costituzione di un Comitato conciliativo di tre Potenze - Francia, Turchia e Stati Uniti - allo scopo di porre fine alla lotta in Terrasanta.Sul probabile esito del voto l’A.P. rileva che gli osservatori locali sono del parere che l’Inghilterra si sia già assicurati sette, se non otto, voti favorevoli al suo progetto, tra i quali quello del delegato sovietico Malik.
Per quanto riguarda, poi, la questione indonesiana […].
Nessun commento:
Posta un commento