Home della «Questione sionista»
Mentre valgono le considerazioni generali già fatte per le precedenti fonti documentarie, e cioè finora: 1°) «Oriente Moderno»; 2°) «Le peuple juif»; 3°) «Jüdische Rundschau»; 4°) «Le temps»; 5°) «L’Osservatore Romano»; 6°) «La Documentation Catholique»; 7°) «La Rassegna Italiana»; 8°) «La Correspondance d’Orient»; 9°) «Le Matin»; 10°) «Le Figaro»; 11°) «Journal des débats politiques et litéraires»; 12°) «Journal de Genève»; 13°) «Gazetta de Lausanne»; 14°) «Le Nouveau Quotidien»; 15°) «La Vita Italiana»; 16°) «La Stampa»; 17°) «Il Resto del Carlino»; 18°) «El Sol»; 19°): «El Siglo futuro»; 20°) «Alrededor del Mundo»; 21°) «New York Tribune»; 22°) «Evening Public Ledger» pare qui opportuno rilevare ogni volta la casualità e imparzialità con la quale le diverse fonti si aggiungono le une alle altre, animati da una pretesa di completezza, che sappiamo difficile da raggiungere, ma che non ci stancheremo dal perseguire.
Fin dal sorgere della questione sionista l’«Osservatore Romano» segue con la sensibilità che le è propria i fatti nel loro divenire giorno dopo giorno, aiutandoci a capire oggi i veri nodi di una problematica, sempre più nascosta dietro l’ideologia e la propaganda. Se l’interesse religioso per i Luoghi Santi è quello prevalente nelle considerazioni della Santa Sede ed ispira la sua diplomazia e la sua geopolitica, non per questo manca la percezione di una grande ingiustizia consumata sulla pelle della popolazione indigena. Nell’accingerci allo spoglio di annate polverose di storia in Biblioteche non sempre agevoli e attrezzate, siamo certi di trovare materiale prezioso che ci aiuterà a capire meglio il nostro presente.
L’Osservatore Romano: 1882 - 1883 - 1884 - 1885 - 1886 - 1887 - 1888 - 1889 - 1890 - 1891 - 1892 - 1893 - 1894 - 1895 - 18996 - 1897 - 1898 - 1899 - 1900 - 1901 - 1902 - 1903 - 1904 - 1905 - 1906 - 1907 - 1908 - 1909 - 1910 - 1911 - 1912 - 1913 - 1914 - 1915 - 1916 - 1917 - 1918 - 1919 - 1920 - 1921 - 1922 - 1923 - 1924 - 1925 - 1926 - 1927 - 1928 - 1929 - 1930 - 1931 - 1932 - 1933 - 1934 - 1935 - 1936 - 1937 - 1938 - 1939 - 1940.
da: L’Osservatore Romano,
Anno LXII, Nr. 44, p. 1
Mercoledi, 22 febbraio 1922
Anno LXII, Nr. 44, p. 1
Mercoledi, 22 febbraio 1922
(Nostra corrispondenza). LONDRA, 15 febbraio. – Le discussioni intorno alla nuova Costituzione in Palestina si sono iniziate sulla stampa ed è interessante conoscerne i principali punti di vista.
Il Daily Telegraph del 9 febbraio dice che la riforma della Costituzione avrà l’effetto di consolidare l’amministrazione attuale. In questo modo le persone nominate dalla Corona rimarranno arbitre della situazione riguardo al contingente dell’immigrazione ebrea che la maggioranza araba cerca di frenare, mentre la minoranza ebrea cerca di aumentare in proporzioni esagerate. Le due parti sono state richieste di presentare le loro osservazioni sulla nuova Costituzione. Questa può non soddisfarle interamente, ma assicura loro una giusta amministrazione, ligia ai patti e desiderosa che la tranquillità sia stabilita in Palestina insieme alla sua ricostruzione economica.
L’Irish Times di Dublino dell’11 febbraio così commenta: «Le cifre ufficiali riguardo all’immigrazione ebrea danno corpo alle lagnanze della popolazione araba. Di 2826 immigranti durante il periodo ottobre-dicembre 1921, il 25 per cento è privo di mezzi di sussistenza o di impiego immediato. Gli arabi si lagnano che il loro paese è invaso da ebrei poverissimi. Il Gran Mufti di Gerusalemme trovandosi con altri personaggi arabi ed ebrei a un pranzo offerto a Lord Northcliffe lamentò che molti immigranti non fossero dei buoni sionisti; molti erano di un’arroganza intollerabile verso la popolazione araba, valendosi in ogni occasione delle dichiarazioni di Balfour. Altri rapporti indicano che alla fine dello scorso anno gli immigranti ebrei in Palestina senza impiego erano circa 2000. Questo fatto è una prova convincente della condotta degli agenti ebrei di immigrazione. Malgrado le promesse fatte di impedire l’accesso agli ebrei poco desiderabili, appare chiaramente che l’intera questione è diretta assai male».
Senonchè lo stesso Daily Telegraph del 10 corr. ritornando sulla questione, illustra ancora il progetto da un punto di vista officioso e scrive:
«L’idea principale della nuova Costituzione è di eliminare con tutti i mezzi possibili, riguardo anche all’uso delle tre lingue ufficiali, ogni causa di lagno per le preferenze mostrate a una comunità religiosa a scapito delle altre. La questione è di una difficoltà molto più grande di quella supposta quando ci assumeremo la responsabilità della Palestina. Il nuovo progetto non soddisferà certamente gli elementi fanatici, e resta a vedere quale sarà l’accoglienza di coloro che mirano a stabilire la pace e la prosperità della Palestina sotto un regime di buon governo e di assoluta giustizia per tutte le classi della popolazione».
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Il Daily Telegraph del 9 febbraio dice che la riforma della Costituzione avrà l’effetto di consolidare l’amministrazione attuale. In questo modo le persone nominate dalla Corona rimarranno arbitre della situazione riguardo al contingente dell’immigrazione ebrea che la maggioranza araba cerca di frenare, mentre la minoranza ebrea cerca di aumentare in proporzioni esagerate. Le due parti sono state richieste di presentare le loro osservazioni sulla nuova Costituzione. Questa può non soddisfarle interamente, ma assicura loro una giusta amministrazione, ligia ai patti e desiderosa che la tranquillità sia stabilita in Palestina insieme alla sua ricostruzione economica.
L’Irish Times di Dublino dell’11 febbraio così commenta: «Le cifre ufficiali riguardo all’immigrazione ebrea danno corpo alle lagnanze della popolazione araba. Di 2826 immigranti durante il periodo ottobre-dicembre 1921, il 25 per cento è privo di mezzi di sussistenza o di impiego immediato. Gli arabi si lagnano che il loro paese è invaso da ebrei poverissimi. Il Gran Mufti di Gerusalemme trovandosi con altri personaggi arabi ed ebrei a un pranzo offerto a Lord Northcliffe lamentò che molti immigranti non fossero dei buoni sionisti; molti erano di un’arroganza intollerabile verso la popolazione araba, valendosi in ogni occasione delle dichiarazioni di Balfour. Altri rapporti indicano che alla fine dello scorso anno gli immigranti ebrei in Palestina senza impiego erano circa 2000. Questo fatto è una prova convincente della condotta degli agenti ebrei di immigrazione. Malgrado le promesse fatte di impedire l’accesso agli ebrei poco desiderabili, appare chiaramente che l’intera questione è diretta assai male».
Senonchè lo stesso Daily Telegraph del 10 corr. ritornando sulla questione, illustra ancora il progetto da un punto di vista officioso e scrive:
«L’idea principale della nuova Costituzione è di eliminare con tutti i mezzi possibili, riguardo anche all’uso delle tre lingue ufficiali, ogni causa di lagno per le preferenze mostrate a una comunità religiosa a scapito delle altre. La questione è di una difficoltà molto più grande di quella supposta quando ci assumeremo la responsabilità della Palestina. Il nuovo progetto non soddisferà certamente gli elementi fanatici, e resta a vedere quale sarà l’accoglienza di coloro che mirano a stabilire la pace e la prosperità della Palestina sotto un regime di buon governo e di assoluta giustizia per tutte le classi della popolazione».
(segue)
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