gennaio 19, 2013

La questione sionista ed il Vicino Oriente – Tratte da “The West Australian” cronache dell’anno 1948: § 1: Il gran muftì chiede uno stato arabo

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The West Australian fa parte del progetto Trove, coordinato con la National Library of Australia, che include una collezione di giornali digitalizzati dal 1803 al 1982. Le annate disponibili del The West Australian vanno dal 1879 al 1954. Valgono per le fonti australiane gli stessi criteri di raccolta e sistemazione che abbiamo chiamato “a papiro” contenente in un solo post tutti gli articoli dell’annata senza interventi redazionali e quindi concepita per il più ampio numero possibile di fruitori. Nella redazione “a libro” con un post per ogni singolo articolo svilupperemo invece un nostro commentario. Un Indice analitico ed una Cronologia degli eventi menzionati conferiscono unità alle diverse e disparate fonti qui esplorate. 

Indice Analitico: a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z. –  Eventi del 1948.  - Cronologia generale. – Altre fonti giornalistiche, periodiche o archivistiche del 1948: 1. Journale de Jenève; 2. Gazette de Lausanne; 3. Luxemburger Wort; 4. The Sidney Morning Herald; 5. The West Australian; 6. Kalgoorlie Miner; 7. Townsville Bulletin; 8. Barrier Miner; 9. Mirror; 10. Advocate; 11. The Central Queensland Herald; 12. Camperdown Chronicle; 13. L’Unità; 14. L’Osservatore Romano; 15. La Stampa;

Cap. 1

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Il gran muftì chiede uno Stato arabo
The West Australian
Wednesday, 18 June 1947, p. 9


Henry Gurney (1898-1951)
Il Governo della Palestina ha presentato ieri alla prima udienza della Commissione delle Nazioni Unite dati statistici  sulla Palestina. Il Segretario Capo del Governo (Sir Henry Gurney), dopo tre ore di camera di consiglio, ha fornito dettagli sull’amministrazione del territorio, la popolazione, i salari e l’occupazione.

Moshe Shertok (1894-1965)
Il Dr. Moshe Shertok (1), capo del dipartimento politico dell’Agenzia Ebraica, che sarà il primo testimone ebreo nella inchiesta odierna, ha descritto il boicottaggio arabo e l’inchiesta stessa come un sabotaggio destinato a preparare la strada ad una fase successiva, quando gli arabi potrebbero affermare che essi avevano il diritto di rifiutare le decisioni dell’ONU perché il loro caso non era stato sentito. Lo sciopero proclamato dall’Alto Comitato Arabo per protestare contro l’inchiesta è terminato nella serata di ieri senza incidenti.

Il Gran Muftì (1897-1974)
Haj Amin el-Husseini, il Gran Mufti in esilio, di Gerusalemme, in un messaggio letto in molte moschee in tutta la Palestina, chiesto ha l’indipendenza per la Palestina come uno Stato arabo. Ha chiesto «la cessazione della sperimentazione di un focolare nazionale ebraico», e anche la cessazione del mandato britannico e la sua sostituzione con un trattato simile a quello esistente tra la Gran Bretagna e l’Iraq e tra la Francia e la Siria.

Il Gran Muftì ha aggiunto: «Gli arabi sono pronti a negoziare con spirito ragionevole le condizioni alle quali si potranno salvaguardare ragionevoli interessi britannici e approvare le garanzie necessarie per la tutela dei diritti legittimi della popolazione ebraica e di altre minoranze in Palestina».

Un avvocato di origine russa, il signor Levitsky, ha annunciato che un appello di clemenza per i tre terroristi ebrei condannati a morte per la partecipazione al raid nel carcere di Acri il 4 maggio sarà depositata oggi presso l’Amministratore Generale al Comando in Palestina (Major Generale HA MacMillan). Gli uomini sono Meir (21) Nakar, calzolaio, Yacob Weiss (23), operaio, e Asyalon Habib (20), impiegato.

Irgun Zvai Leumi (l’organizzazione terroristica ebraica) ha inviato un messaggio alla Commissione ONU facendo una intercessione a nome dei tre uomini armati. Ha anche chiesto la soppressione del tribunale militare che li ha condannati e l’abolizione preventiva della deportazione ulteriore di rimpatriati.

I condannati sono stati spostati dalla prigione centrale di Gerusalemme nel carcere Acri. Le autorità hanno messo in guardia le truppe britanniche e la polizia di essere costantemente in guardia contro il pericolo di essere rapiti e tenuti in ostaggio.


Commentario


1) Il nome Shertok poi cambiato in Sharett, seguendo una prassi in voga di assumere nomi di ascendenza biblica per dare la parvenza di un radicamento sul territorio. Si veda al riguardo:...  Sulla figura di questo personaggio si legge il profilo che ne faceva su La Stampa del 17 giugno 1948 il giornalista Giovanni Artieri: Un ministro di Israele. Egli fu il primo ministro degli esteri dello «stato ebraico di Israele», proclamato unilateralmente alle ore 24 del venerdì 14 maggio 1948, un secondo prima che la Gran Bretagna cessasse dal suo Mandato il 15 maggio 1948. Questa della “unilateralità” della proclamazione dello stato è una situazione che si verifica oggi a proposito della pretesa dell’ANP o meglio della resistenza palestinese di avere il riconoscimento di statualità. Da parte israeliana viene opposto che tale riconoscimento deve avvenire su base negoziale con la stessa Isreale, ma nel 1948 non vi fu nessuna negoziazione con la parte palestinese e lo stato “ebraico” procedette in modo unilaterale, avendo però subito il riconoscimento e la copertura politica delle maggiori potenze dell’epoca.

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