gennaio 01, 2013

La questione sionista ed il Vicino Oriente. – Documentazione tratta dal quotidiano torinese “La Stampa”: Cronache dell’anno 1944.

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Mentre valgono le considerazioni generali già fatte per le precedenti fonti documentarie, e cioè: Vedi Elenco Numerico, pare qui opportuno rilevare ogni volta la casualità e imparzialità con la quale le diverse fonti si aggiungono le une alle altre, animati da una pretesa di completezza, che sappiamo difficile da raggiungere. Il quotidiano “La Stampa”, fondato nel 1867, rende disponibile il suo archivio storico dal 1867 al 2006. Valgono i criteri generali enunciati in precedenza e adattati ogni volta alla specificità della nuova fonte. Assumendo come anno di partenza il 1921 seguiamo un metodo sincronico, raccordandolo con quello diacronico basato su alcuni anni di riferimento.

LA QUESTIONE SIONISTA
E IL VICINO ORIENTE
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tratta dall’archivio storico de “La Stampa


1944
1943  ↔ 1945
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Anno inizio spoglio: 1921.
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Sommario: 1. Il terrorismo sionista scatenato in Palestina. –

Indice Analitico: a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z. –  Eventi del 1944. – Altre fonti giornalistiche, periodiche o archivistiche del 1944.


Cap. 1

Top c. 1 17.11.1944 ↓ c.  3   ⤇ plus

Il terrorismo sionista scatenato in Palestina

Stampa Sera,
Anno 78, Nr. 189, p.1
venerdì-sabato,
17-18 novembre 1944

Titoli: Dopo l’uccisione di Lord Moyne. Il terrorismo sionista scatenato in Palestina. Il prof. Stern e i suoi sicari. Le origini e le cause degli attuali incidenti. La “Iroun” associazione estremista ebraica.
 Stoccolma, venerdì sera. –  Il sanguinoso episodio del Cairo, nel quale il Ministro britannico Lord Moyne ha perduto la vita nel tragico modo da tutti conosciuto, ha levato il sipario su di una situazione che si presenta come una nuova profonda crisi dei rapporti fra la Gran Bretagna e la Palestina. Se, anni or sono, ad agitarsi in quel paese mediterraneo erano gli arabi, gelosi della propria terra e contrari all’infiltrazione semitica, ora si sono aggiunti gli ebrei, i quali, dopo avere per decenni recitata, la parte delle vittime, sono passati all’offensiva, usando gli stessi mezzi terroristici del loro competitori.

Echi ai Comuni

In più, fruendo della vastissima rete di aderenze razziali che essi posseggono, i sionisti palestinesi riescono a creare guai anche in alto loco, trovando protettori dove meno lo si aspetterebbe. A Londra stessa, per esempio, vincendo quel medesimo senso di orrore che l’assassinio di Lord Moyne vi aveva suscitato.
 
Ieri — annuncia infatti l£agenzia Reuter — ha avuto luogo alla Camera dei Comuni un violento incidente. Il conte di Winterton aveva domandato che il Governo prendesse dei provvedimenti nei riguardi di un editore ebreo, di nome Abrasami, il quale, nella rivista da lui diretta, ha approvato l’assassinio di Lord Moyne ed ha soggiunto che le autorità britanniche in Palestina seguono una politica anti-ebraica.

Mentre che il Ministro degli Interni Morrison si è limitato a dare una risposta evasiva, il deputato liberale Mander ha vivacemente attaccato il conte di Winterton, accusandolo di voler opprimere la «libertà di opinioni ». Fra i due deputati ha avuto luogo un violento scambio di invettive, accusandosi reciprocamente di aver fatto delle «accuse vergognose».

Se, d’altra parte, l’editore ebreo può essere andato oltre il segno con le sue accuse, egli non è il solo ad aver individuato cause e ragioni dell’attuale crisi. Altra voce ben più autorevole denuncia gli stessi guai. È la stessa United Press, la quale pubblica un interessante e sintomatico rapporto sulla situazione In Palestina e gli scopi dei terroristi ebrei. «Lo assassinio di Lord Moyne — cosi scrive l’agenzia — ha dimostrato che i terroristi ebrei sono decisi a combattere con tutti i mezzi qualunque elemento si opponga alla realizzazione del sogno due volte millenario degli ebrei: quello di crearsi una patria.

«Una parte dei sionisti non si è dichiarata d’accordo con la politica di Waisemann e la considera come un oltraggio per il popolo ebreo. La pubblicazione del libro bianco di Mac Donald, che limita l’immigrazione degli ebrei, è stata decisiva per l’incremento delle organizzazioni radicali giudaiche».

I membri dell’organizzazione “Iroun Zvei Leuni” scatenarono una campagna di rivincita sotto la divisa «occhio per occhio». Distintivo di questa organizzazione è una pistola stampata di traverso sulla carta della Palestina e della Transgiordania. L’associazione chiede che dalle due parti del Giordano venga creato uno Stato ebreo con le stesse frontiere dell’ex Palestina.

Dopo l’inizio della seconda guerra mondiale un gruppo dell’organizzazione si è stretto intorno al professore Stern, nato in Polonia, iniziando una lotta fanatica per la Palestina con un disprezzo assoluto per la morte.

Episodi di violenza

Questi fanatici vogliono spingere gli altri a seguire il loro esempio. Per procurarsi i fondi necessari alla realizzazione di un programma radicale gli adepti del gruppo «Stern» procedono senza scrupolo alcuno a saccheggi. Gli episodi di violenza si susseguono l’uno all’altro senza tregua mantenendo l’intero paese in perpetuo fermento.

Praticamente i seguaci del professor Stern hanno nelle mani l’intera organizzazione «Iorun». Si tratta d’una ventina di uomini decisi e risoluti a tutto. Quando il 31 marzo 1944, la immigrazione ebrea doveva praticamente finire in virtù del citato Libro Bianco, questa organizzazione sionista riprese i suoi attentati. Così, nel febbraio 1944, vennero fatti saltare gli uffici dell’immigrazione ebrea a Gerusalemme, Haifa e Tel Aviv ed in questi incidenti persero la vita cinque agenti.

Ora sembra accertato che i due uccisori di Lord Moyne null’altro siano se non emissari dello Stern. Alle loro spalle stanno — e ciò spiega molte cose — i grossi commercianti ebrei i quali vorrebbero mettere le mani sulle risorse e sui commerci di Palestina. Costoro, a loro volta, sono appoggiati dalla internazionale sionista del danaro; quella stessa che ha mosso un «onorevole membro del Comuni» a difendere in piena Camera, a Londra, gli uccisori di quel Lord Moyne per il quale il Primo Ministro Churchill spargeva otto giorni addietro una lacrima, dichiarando che la sua scomparsa rappresentava una grave perdita per la politica della Gran Bretagna.

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