febbraio 03, 2011

La questione sionista ed il Vicino Oriente – Da “L’Osservatore Romano” cronache dell’anno 1921: § 4e: A proposito di un visitatore massonico

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A proposito di un visitatore massonico

da: L’Osservatore Romano,
Anno LXI, Nr. 96, p. 1
Sabato, 23 aprile 1921

(Nostra corrispondenza particolare). BEIRUT, aprile 1921. La Massoneria, che ebbe sempre il prurito di scimmiottare il Cattolicismo, non poteva non guardare con invidia la sollecitudine veramente paterna del Santo Padre Benedetto XV verso le piaghe orientali, rivelatasi in questi ultimi tempi, oltre che in molti altri modi, anche con l’invio di Visitatori Apostolici; e volle perciò mandare anch’essa il suo Visitatore, nella persona del sig. Wellhof che passò in questi ultimi tempi per l’Egitto, per la Siria e per la Palestina.

Il simbolico Grande Oriente di Francia ha voluto mostrare la sua fraterna sollecitudine per questo piccolo Oriente reale che va dall’Eufrate alle rive del Nilo. E la cosa è ben comprensibile, specialmente dopo l’esempio dato dal Sommo Pontefice. Ciò che si capisce un po’ meno, negli ambienti profani, è che come missus dominicus delle Loggie di Parigi si scegliesse un personaggio dal nome eteroclito, Wellhof, così poco francese. Nè a far meglio decifrare l’enigma potrà servire il saperlo imparentato con la famiglia Aaron. Per un alto dignitario massonico questa tinta di ebraismo va tutt’altro che male. Ma per un messaggero del Grande Oriente di Francia, in paesi tanto lavorati da influenze antifrancesi, sembrava che si potesse scegliere un po’ meglio; a meno che il sig. Wellhof non fosse incaricato, come tutto fa credere, di missioni che non hanno nulla che fare coi veri interessi francesi in queste regioni.

Un’illusione

Nella sua smania di scimmiottare il Cattolicismo, la Massoneria francese, come quella di altre nazioni, s’illude di poter formare all’ombra delle sue Loggie un forte organismo agglutinatore che faccia di tutti i suoi membri, compresi gli ebrei, un corpo che veramente abbia un sol cuore ed un’anima sola, e prosegua sinceramente lo scopo sociale al di sopra degl’interessi di razza. Questa illusione è sfruttata a meraviglia specialmente dagli ebrei. I quali vedono nella Massoneria un mezzo efficacissimo per lottare contro l’organismo cristiano, ed esercitar quindi il loro dominio sulla massa cristiana stupidamente lasciatasi disorganizzare e polverizzare; ma per quel che riguarda il loro organismo ebraico, somigliantissimo all’organismo massonico, si guardano bene dall’indebolirlo comechessia. L’ebreo resta sempre ebreo, anche quando non crede più nella religione dei padri suoi; e sempre, ma specialmente nelle Loggie massoniche, non pensa ad altro che ai suoi interessi propri intimamente legati con quelli dell’ebraismo. L’etichetta delle sue imprese non potrà variare: qua si chiamerà sionismo, altrove bolscevismo; ma lo scopo è sempre lo stesso, il trionfo degli ebrei sui cristiani, il predominio della stirpe ebraica nell’universo mondo, da conseguirsi a qualunque patto e con qualunque mezzo.

Noi non sappiamo che cosa abbia fatto il sig. Wellhof in Egitto e in Palestina. Scommetteremmo quasi che in Palestina dev’essersi inteso a maraviglia col sig. Samuel e in genere coi caporioni dell’attuale movimento sionista. Dal lato politico questo movimento ferisce in modo specialissimo gl’interessi francesi. Ma che contano gli interessi francesi, di fronte a quelli dell’ebraismo mondiale, che va forse scavando inconsciamente la tomba a tanta povera gente illusa nell’artificioso movimento sionistico, ma che intanto trionfa, pel momento, nella storica terra dei padri suoi?

Quello che con sicurezza sappiamo, è che qui, in questa capitale del Grande Libano iniziante la sua vita nova sotto l’egida della Francia, il sig. Wellhof fu tutt’altro che benevolo per le Autorità locali. Egli rimase qui appena un paio di giorni, esattamente quaranta ore, premuto forse dalla smania di trasferirsi nell’aere, per lui ben più spirabile, del sionismo palestinese; ma ebbe tempo abbastanza per accogliere con molta benevolenza le molte deblaterazioni dei fratelli siriani contro l’amministrazione francese, e specialmente contro gli Ufficiali militari che tuttora in gran copia ne fanno parte.
Interessi massonici

Durante il ricevimento solenne che gli fu fatto nella Loggia di Beirut, l’inesauribile eloquenza dei fratelli siriani si sfogò specialmente in feroci invettive contro il preteso assolutismo delle imperanti Autorità francesi. Il vero è che queste Autorità, almeno nelle sfere più alte che sono quelle che contano e che specialmente si volevano attaccare, non meritano tale accusa specialmente in seguito alla campagna che fanno contro di esse i giornali e i partiti massonici della Metropoli. Ma ciò poco importa. Queste Autorità francesi, hanno avuto, di fronte alla Loggia, il torto imperdonabile di non partire subito in guerra contro contro il clero indigeno e contro i Missionari. Clero e Missionari sono stati i più potenti fautori e potrebbe dirsi i creatori dell’influenza francese in queste regioni, e ne sono tuttora la più solida base. Ma anche ciò poco importa. Quel po’ di riguardo usato verso il clero e i Missionari incaglia, a giudizio dei fratelli siriani e del sig. Wellhof, i progressi dell’idea massonica, e incoraggia il clericalismo. Ciò basta anche al sig. Wellhof per dichiarar la guerra a queste Autorità francesi. Se questa guerra è evidentemente dannosa agl’interessi francesi in queste regioni, tanto peggio per la Francia. I fratelli siriani, tanto accarezzati dal sig. Wellhof, non brillarono mai per attaccamento alla Francia. V’è invece fra di loro chi brillò per il suo attaccamento all’Emir Feisal ed ai suoi protettori, e che certamente non cambiò sentimenti. Il farmacista Nahoul, a mo’ d’esempio, vecchio settario ed uno dei più autentici Homais siriani, che fu uno degli oratori nella massonica seduta di ricevimento, è legato a refe doppio col notissimo francofobo dottor Assir presidente del sedicente partito democratico di cui parlammo altra volta.

Non c’è speranza certo di far aprir gli occhi al massonico partito radicale francese, nè al redattore di certi giornali come il Bonsoir, L’ère nouvelle, Le progrès civique. Ignoranti come sono, e lo diciamo a loro scusa, della gloriosa storia della Francia e dei grandi interessi francesi in queste regioni, e imbevuti sino alla midolla dei pregiudizi massonici, essi potranno ripetere col sig. Clemenceau che le questioni della Siria e della Palestina sono questioni da curati e da monaci, e quindi lesinare i crediti all’Armata del Levante che secondo loro starebbe qui per fare gl’interessi del clericalismo. Essi potranno anche, ciò che non avrebbe mai fatto il sig. Clemenceau, tentar di gettare un po’ del loro fango sulla nobilissima figura del Generale Gouraud, una delle glorie più belle e più pure dell’odierna Francia, accusandolo di lasciarsi menare pel naso dalle Autorità Ecclesiastiche. Tutto è permesso a degli accecati dai pregiudizi.

Ma sappia la Francia più vera e migliore, quella che da secoli i buoni siriani imparano ad amare, che i messaggeri come il sig. Wellhof son fatti per tutt’altro che per procurar qui i suoi veri interessi, non pochi nè piccoli.

Carte in tavola

L’eteroclito messaggero disse, tra le altre cose, che l’attuale Ministero Briand non era del tutto simpatico al Grande Oriente, ma che malgrado ciò egli credeva di potergli fare adottare, per questi paesi, un programma favorevole ai principii massonici ed alle aspirazioni dei fratelli siriani. Soggiunse poi, spiegandosi più chiaramente, che egli era venuto in Siria per riorganizzarvi, su nuove basi e con quadri nuovi, l’azione massonica; e che oggetto di questa azione doveva essere l’introduzione del laicismo nelle scuole e nelle istituzioni. Non risparmiò gli attacchi al clero e ai Missionari, e finì col promettere una pressione efficace sul Governo di Parigi, perché sia completamente laicizzata la Facoltà francese di Medicina esistente da una quarantina di anni in questa città di Beirut. Questa Facoltà, malgrado la concorrenza della rivale Facoltà americana, divenne, per indiscutibile merito dei Gesuiti che la dirigono, una delle più belle glorie della Francia e un meraviglioso strumento di penetrazione in questi paesi. Ma appunto perciò è un pruno negli occhi della Massoneria locale, in gran parte alimentata dalla Università americana, e, strano ma vero, anche dalla Massoneria parigina.

La quale Massoneria parigina potrà forse, riuscendo nei suoi intenti, far del male al Cattolicismo in queste regioni; ma certo è che ne farà molto di più alla Francia.
§ 5e
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WEBGRAFIA. –

Annotazioni

Il Wellfof di cui sopra dovrebbe essere precisamente Bernard Wellhof, che era stato Gran Maestro della Gran Loggia di Francia. Scrisse un opuscolo, Des tendances de la Franc-Maçonnerie française, dove «si contestavano le accuse di ateismo e di politicizzazione”; così in un e-book che si troba in rete, ed esattemente: HIRAM, Rivista del Grande Oriente d’Italia, n. 4/2005, p. 18. Oltre che massone Bernard Wetthof sarebbe anche un ebreo, secondo notizie che si attingono in rete. E dunque troverebbe conferma il binomio “ebreo” e “massone”, che nell’epoca considerata aveva una particolare rilevanza.

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