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A proposito di un visitatore massonico
da: L’Osservatore Romano,
Anno LXI, Nr. 96, p. 1
Sabato, 23 aprile 1921
Anno LXI, Nr. 96, p. 1
Sabato, 23 aprile 1921
(Nostra corrispondenza particolare). BEIRUT, aprile 1921. La Massoneria, che ebbe sempre il prurito di scimmiottare il Cattolicismo, non poteva non guardare con invidia la sollecitudine veramente paterna del Santo Padre
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Il simbolico Grande Oriente di Francia ha voluto mostrare la sua fraterna sollecitudine per questo piccolo Oriente reale che va dall’Eufrate alle rive del Nilo. E la cosa è ben comprensibile, specialmente dopo l’esempio dato dal Sommo Pontefice. Ciò che si capisce un po’ meno, negli ambienti profani, è che come missus dominicus delle Loggie di Parigi si scegliesse un personaggio dal nome eteroclito, Wellhof, così poco francese. Nè a far meglio decifrare l’enigma potrà servire il saperlo imparentato con la famiglia Aaron. Per un alto dignitario massonico questa tinta di ebraismo va tutt’altro che male. Ma per un messaggero del Grande Oriente di Francia, in paesi tanto lavorati da influenze antifrancesi, sembrava che si potesse scegliere un po’ meglio; a meno che il sig. Wellhof non fosse incaricato, come tutto fa credere, di missioni che non hanno nulla che fare coi veri interessi francesi in queste regioni.
Un’illusione
Nella sua smania di scimmiottare il Cattolicismo, la Massoneria francese, come quella di altre nazioni, s’illude di poter formare all’ombra delle sue Loggie un forte organismo agglutinatore che faccia di tutti i suoi membri, compresi gli ebrei, un corpo che veramente abbia un sol cuore ed un’anima sola, e prosegua sinceramente lo scopo sociale al di sopra degl’interessi di razza. Questa illusione è sfruttata a meraviglia specialmente dagli ebrei. I quali vedono nella Massoneria un mezzo efficacissimo per lottare contro l’organismo cristiano, ed esercitar quindi il loro dominio sulla massa cristiana stupidamente lasciatasi disorganizzare e polverizzare; ma per quel che riguarda il loro organismo ebraico, somigliantissimo all’organismo massonico, si guardano bene dall’indebolirlo comechessia. L’ebreo resta sempre ebreo, anche quando non crede più nella religione dei padri suoi; e sempre, ma specialmente nelle Loggie massoniche, non pensa ad altro che ai suoi interessi propri intimamente legati con quelli dell’ebraismo. L’etichetta delle sue imprese non potrà variare: qua si chiamerà sionismo, altrove bolscevismo; ma lo scopo è sempre lo stesso, il trionfo degli ebrei sui cristiani, il predominio della stirpe ebraica nell’universo mondo, da conseguirsi a qualunque patto e con qualunque mezzo.
Noi non sappiamo che cosa abbia fatto il sig. Wellhof in Egitto e in Palestina. Scommetteremmo quasi che in Palestina dev’essersi inteso a maraviglia col sig. Samuel e in genere coi caporioni dell’attuale movimento sionista. Dal lato politico questo movimento ferisce in modo specialissimo gl’interessi francesi. Ma che contano gli interessi francesi, di fronte a quelli dell’ebraismo mondiale, che va forse scavando inconsciamente la tomba a tanta povera gente illusa nell’artificioso movimento sionistico, ma che intanto trionfa, pel momento, nella storica terra dei padri suoi?
Quello che con sicurezza sappiamo, è che qui, in questa capitale del Grande Libano iniziante la sua vita nova sotto l’egida della Francia, il sig. Wellhof fu tutt’altro che benevolo per le Autorità locali. Egli rimase qui appena un paio di giorni, esattamente quaranta ore, premuto forse dalla smania di trasferirsi nell’aere, per lui ben più spirabile, del sionismo palestinese; ma ebbe tempo abbastanza per accogliere con molta benevolenza le molte deblaterazioni dei fratelli siriani contro l’amministrazione francese, e specialmente contro gli Ufficiali militari che tuttora in gran copia ne fanno parte.
Interessi massonici
Durante il ricevimento solenne che gli fu fatto nella Loggia di Beirut, l’inesauribile eloquenza dei fratelli siriani si sfogò specialmente in feroci invettive contro il preteso assolutismo delle imperanti Autorità francesi. Il vero è che queste Autorità, almeno nelle sfere più alte che sono quelle che contano e che specialmente si volevano attaccare, non meritano tale accusa specialmente in seguito alla campagna che fanno contro di esse i giornali e i partiti massonici della Metropoli. Ma ciò poco importa. Queste Autorità francesi, hanno avuto, di fronte alla Loggia, il torto imperdonabile di non partire subito in guerra contro contro il clero indigeno e contro i Missionari. Clero e Missionari sono stati i più potenti fautori e potrebbe dirsi i creatori dell’influenza francese in queste regioni, e ne sono tuttora la più solida base. Ma anche ciò poco importa. Quel po’ di riguardo usato verso il clero e i Missionari incaglia, a giudizio dei fratelli siriani e del sig. Wellhof, i progressi dell’idea massonica, e incoraggia il clericalismo. Ciò basta anche al sig. Wellhof per dichiarar la guerra a queste Autorità francesi. Se questa guerra è evidentemente dannosa agl’interessi francesi in queste regioni, tanto peggio per la Francia. I fratelli siriani, tanto accarezzati dal sig. Wellhof, non brillarono mai per attaccamento alla Francia. V’è invece fra di loro chi brillò per il suo attaccamento all’Emir Feisal ed ai suoi protettori, e che certamente non cambiò sentimenti. Il farmacista Nahoul, a mo’ d’esempio, vecchio settario ed uno dei più autentici Homais siriani, che fu uno degli oratori nella massonica seduta di ricevimento, è legato a refe doppio col notissimo francofobo dottor Assir presidente del sedicente partito democratico di cui parlammo altra volta.
Non c’è speranza certo di far aprir gli occhi al massonico partito radicale francese, nè al redattore di certi giornali come il Bonsoir, L’ère nouvelle, Le progrès civique. Ignoranti come sono, e lo diciamo a loro scusa, della gloriosa storia della Francia e dei grandi interessi francesi in queste regioni, e imbevuti sino alla midolla dei pregiudizi massonici, essi potranno ripetere col
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Ma sappia la Francia più vera e migliore, quella che da secoli i buoni siriani imparano ad amare, che i messaggeri come il sig. Wellhof son fatti per tutt’altro che per procurar qui i suoi veri interessi, non pochi nè piccoli.
Carte in tavola
L’eteroclito messaggero disse, tra le altre cose, che l’attuale Ministero Briand non
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La quale Massoneria parigina potrà forse, riuscendo nei suoi intenti, far del male al Cattolicismo in queste regioni; ma certo è che ne farà molto di più alla Francia.
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WEBGRAFIA. –
Annotazioni
Il Wellfof di cui sopra dovrebbe essere precisamente Bernard Wellhof, che era stato Gran Maestro della Gran Loggia di Francia. Scrisse un opuscolo, Des tendances de la Franc-Maçonnerie française, dove «si contestavano le accuse di ateismo e di politicizzazione”; così in un e-book che si troba in rete, ed esattemente: HIRAM, Rivista del Grande Oriente d’Italia, n. 4/2005, p. 18. Oltre che massone Bernard Wetthof sarebbe anche un ebreo, secondo notizie che si attingono in rete. E dunque troverebbe conferma il binomio “ebreo” e “massone”, che nell’epoca considerata aveva una particolare rilevanza.
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