dicembre 01, 2010

Wikileaks: 3. L’operazione “Piombo Fuso”.

Homepage - Wikileaks
Precedente - Successivo
In effetti, come affermano da Gaza, non stupisce che la dirigenza di Al-Fatah e l’Egitto ben sapessero in anticipo dello scatenamento dell’operazione “Piombo Fuso” e ne fossero conniventi. Lo avevamo pensato in molti, basandoci sull‘andamento dei fatti politici non già negli ultimi decenni, ma da quando il sionismo ha iniziato il suo corso. Tuttavia, altro è sapere sulla base di semplici intuizioni, altro è sapere sulla base di documentazioni. La propaganda israeliana, quale si osserva nei suoi media, fa largo ricorso alla documentazione o meno dei crimini di volta in volta commessi dall’esercito o dai servizi segreti. Tra le notizie che ancora verranno fuori bisognerà quindi distinguere fra quelle che confermano intuizioni o supposizioni ovvero tesi sostenute da una sola parte, da altre notizie che danno fatti nuovi o sconvolgono ciò che si era sempre creduto.

Sommario: 1. Le rivelazioni su “Piombo Fuso” non stupiscono Hamas. – 2. I regimi fantoccio: Abu Mazen. –

1. La rivelazioni su “Piombo Fuso” non stupiscono Hamas. – Ma indignano noi sul ruolo di Abu Mazen e dell’Egitto. La politica odierna di Israele non è diversa da quella che ha sempre seguito l’Impero Britannico nell’opera di dissoluzione dell’Impero ottomano. Si eleggeva un ceto feudale o come oggi si dice “democratico”, al quale si affidava il governo del paese, ma in cambio si chiedeva obbedienza. Che Abu Mazen sia per Israele il “fantoccio”, il Quisling, il Kapò non è cosa difficile da arguire. Che regimi come quello egiziano stiano sotto il tallone degli USA e di Israele ognuno lo vede. «"Il fatto che al-Fatah sapesse dell'imminente attacco su Gaza non è una novità", ha affermato al-Bardawil, citato dal sito d'informazione 'Paltimes’. "Non avevamo mai escluso in passato un'eventualità di questo tipo - ha aggiunto - anzi abbiamo sempre pensato che l'Anp abbia contribuito in qualche modo alla guerra contro Gaza per fini politici e per far cadere il governo di Hamas in modo da ritornare al potere in città". Al-Bardawil ha precisato che "il nemico sionista non ha certo bisogno del permesso di al-Fatah per condurre una guerra contro di noi, ma certamente tiene conto delle opinioni degli altri in merito". Inoltre, l'esponente di Hamas non ha considerato un segreto nemmeno "l'esistenza di un veto americano alla riuscita della riconciliazione inter-palestinese. Lo stesso Abu Mazen ne ha parlato in passato", ha affermato al-Bardawil. Infine il deputato islamico non ha escluso "che dietro queste rivelazioni ci siano gli stessi americani i quali in questo modo stanno spingendo Abu Mazen a fare altre concessioni agli israeliani pur di trattare"» (Fonte). Una più esauriente spiegazione la si trova in Osservatorio Iraq.

Torna al Sommario.

2. I regimi fantoccio: Abu Mazen. – Per chi segue la storia da lontano, scavando in episosodi che ormai dovrebbero essere storia e non più cronaca su cui si debba combattere una guerra di propaganda, non è difficile vedere come già l’Impero britannico abbia reclutato in Medio Oriente una classe politica locale il cui baratto era l’obbedienza all’Impero in cambio di tutti i vantaggi che comporta da sempre l’esercizio del potere su quello che dovrebbe essere il proprio popolo ed al cui servizio si dice spesso ipocritamente di porsi. Che Abu Mazen abbia tentato un colpo di stato contro Hamas, risultato vincente alle elezioni per il solo fatto che gli elettori ben sapevano che non era asservito a Israele, lo sapevamo e vi erano state fonti che lo avevano rivelato. Adesso giunge ulteriore conferma da parte di Wikileaks. Il link riprende la notizia indirettamente da un’agenzia sionista, dove è istruttivo il “commento” che istrada pe l’interpretazione del cablo: una logica così distorta da costituire essa stessa un notevole documento di quale sia il livello di falsificazione e manipolazione dell’evidenza offerta dalla realtà. È una logica che da sempre esclude qualsiasi possibilità di mediazione e che consegna la vita e la morte al campo di battaglia. Tra i contendenti esiste però un soggetto terzo che è la nostra coscienza, il nostro giudizio morale, la nostra intelligenza e soprattutto la nostra decisione per l’uomo, l’umanità, la giustizia. Qui non vi è spazio possibile per una neutralità quanto mai ipocrita. Se si pretende da noi che ci si debba assumere una responsabilità morale per fatti antecedenti la nostra nascita, come si può escludere un’analoga responsabilità morale, congiunta a responsabilità politica e storica, per fatti che si svolgono sotto i nostri occhi e che solo chi vuol restare cieco può ignorare? Le Flotille che sono partite e partiranno per Gaza chiedono ad ognuno di noi, moralmente, di salire a bordo. E con la Flotilla IIª si annunciano già oltre 100 paesi del mondo tutti uniti in una scelta per l’umanità, che ormai non può più accettare la barbara legge della conquista bellica.

Nessun commento: