dicembre 03, 2010

La questione sionista ed il Vicino Oriente – Da «L’Osservatore Romano» cronache dell’anno 1921. § 2e: L’Opera caritatevole del Papa in Palestina.

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Top c. 2e § 1e § 2e. § 3e

Dalla Palestina:
L’Opera caritatevole del Papa.
Un nuovo scandalo.

da: L’Osservatore Romano,
Anno LXI, Nr. 59, p. 1
11 marzo 1921, Venerdi

(Nostra corrispondenza particolare). GERUSALEMME, 26 febbraio. Con 15 dello scorso mese di gennaio è incominciata qui la pubblicazione di un periodico dal titolo confortante “La sentinella di Sion”. Destinato al popolo della Palestina, esso è scritto in arabo ed è forse il primo giornaletto cattolico che vede la luce in queste terre. Ha articoli attraenti ed istruttivi; contiene notizie oltremodo interessanti; ha incontrato l’approvazione di tutti i buoni cattolici palestinesi ed è stato visto di buon occhio anche dai cristiani acattolici e persino dai… musulmani. Il primo numero pubblica un articolo sul Papa. È breve, molto breve; ma per noi è stato una vera rivelazione della carità premurosa e sollecita del Santo Padre verso i poveri palestinesi. Noi qui si godeva della carità del Papa, alla carità del Papa dovevamo ormai quasi esclusivamente la vita dei nostri bambini, e non si sapeva!
Fiori

Infatti, l’innocenza sbocciata nella terra benedetta, dove si manifestò il Fiore Divino del purissimo stelo di Iesse, si è vista di nuovo circondata del più tenero e benevolo affetto del Divino Maestro, Nostro Signore Gesù Cristo, con la mano paterna del Suo Vicario, ha accarezzato di nuovo i bambini palestinesi e li ha cinti premurosamente delle più provvide difese, onde sia salva la loro fede e sia sempre incontaminato il loro candore!

Gli orfanelli, che qui sono numerosissimi e giacevano nella più squallida miseria, facile preda della morte corporale o del pervertimento religioso e morale, dalla carità soccorritrice e paterna del Papa sono stati raccolti in varii Orfanatrofi ed Istituti. A Beitgemal sono collocati nella fiorente Scuola Agricola Salesiana. In Gerusalemme riempiono l’Orfanatrofio di San Pietro Sion, l’Istituto delle Suore del Santo Rosario, l’Ospizio di San Vincenzo, l’Orfanatrofio delle Dame di Sion e l’Orfanatrofio delle Francescane Missionarie di Maria. Anche nell’Ospizio di S. Giovanni in Montana vi sono gli orfanelli del Papa, ed essi hanno largo asilo nello Orfanatrofio Salesiano e nell’Orfanatrofio delle Dame di Nazaret a Nazaret. Essi sono perfino a Giaffa nell’Ospizio di San Vincenzo… !

E sono centinaia di orfanelli e di orfanelle, che la paterna carità del Papa ha trovato e raccolto, provvede di cibo e di vestito, istruisce, educa, protegge! Una carità silenziosa e nascosta, ma sapientemente organizzata in un Patronato, che del Papa porta il nome e che in breve tempo, mercè la grazia di Dio e l’encomiabile slancio di abnegazione e di apostolato di Religiosi e di laici cattolici, ha prodotto frutti mirabili per il bene di cotesti bambini.

I cattolici Palestinesi sono profondamenti grati all’augusto Pontefice per tanta Sua carità, e nella Sua protezione riconoscono un mezzo alle miserie di ogni genere di questi tempi; speranza di un avvenire più tranquillo, più buono, in cui vi siano almeno la libertà di vivere onestamente e di professare la propria Religione.
Spine

Poiché ora nella Gerusalemme… liberata regna e trionfa una libertà che noi, cresciuti sotto il giogo dei musulmani, avremmo detto licenza e libertinaggio; e l’una e l’altro erano, almeno pubblicamente e ufficialmente, proscritti dalla Terra Santa.

Da oltre un anno in qua la Città Santa si va cambiando in una sala da ballo; ed è tutta materia d’importazione, cattolici, scismatici, mussulmani, ebrei nativi di Gerusalemme ne sono scandalizzati. Non sono le danze di David al suono dell’arpa e al canto dei fanciulli salmodianti davanti all’Arca! Ma sono quelle di danzatrici venute da non si sa donde, cariche di profumi e di vezzi femminili, ma sconciamente svestite. Non solo i cattolici, ma persino le madri scismatiche si guardano bene dal permettere che a simili brutture assistano le loro figlie. Queste danze sono per i forastieri, quasi tutti ebrei, e atei o protestanti, piovutici in virtù di quella liberazione politico-militare della Terra Santa che noi, da principio, salutammo con tanta gioia. Essi, da luoghi moralmente guasti ci hanno portato la strana novità di questi balli, e di queste ballerine, per gettare quanto in tali balli vi è di riprovevole, sulla popolazione di Sion. Essi immancabilmente vi si sollazzano tutti i sabati, con una prolungata brutta veglia, che va dalla sera del sabato alla mattina della domenica, quasi per contaminare ambedue questi giorni sacri. Poiché questi stranieri, potenti per aderenze e per danaro, non si rendono conto nè di luoghi, nè di tempi, nè di costumanze sociali e di sentimenti religiosi. E per meglio provare la loro disinvoltura, si mettono anche la maschera.

Adunque, in questi giorni di Quaresima. sacri al dolore e alla passione di Nostro Signore, nella città del Profeta, nella città dell’Uomo-Dio, si tengono balli in maschera! E non sono clandestini! Li annunciano cartelloni per le vie, li descrive il «Palestine Weekly», organo sionista di Gerusalemme.

E le autorità che fanno? I buoni di Gerusalemme ne sono avviliti, poiché non avevano mai visto la Città Santa desolata da sì sacrilega profanazione, non avevano mai pensato che per giungere a tali scandali fosse necessaria, quasi una ironia, la liberazione dal turco!
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Il lettore può facilmente porre in relazione questa nostra corrispondenza ad altra pubblicata il 25 febbraio u.s. [vedi sopra] nella quale si parlava di disegni Sionistici per rendere la Palestina centro di ritrovi e bagordi internazionali. Ivi si parlava soprattutto della zona del Carmelo; ma già in Gerusalemme, nel cuore, nel tempio per così dire de’ luoghi santi, l’opera tristamente paganeggiante va dunque iniziandosi.
(n.d.r.)

§ 3e
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