• Confini: Comprende le Isole Chagos = Oil Islands, un arcipelago corallino, che si trova nell’Oceano Indiano a Sud delle Isole Maldive. Tutte queste isole formano il “Territorio britannico dell’Oceano Indiano”.
• Il territorio ha una superficie di 46 kmq. Non esiste una popolazione stabile. Nel 2004 si contavano circa 4000 persone.
• L’isola principale è quella di Diego Garcia, le minori sono: Pero Banhos Salomon, Three Brothers, Six Islands ed Egmont Islands. L’arcipelago è una parte emersa del rilievo sottomarino che si estende per 3000 km da N a S e del quale fanno parte le isole Maldive e Laccadive.
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a b c d e f g h i k l m n o p r s t u v y z
1. Parametri principali. – Colonia britannica costituita nel novembre 1965. Sull’isola maggiore vi si trova una base militare britannica e una USA che nel 2007 contavano circa 4000 militari e civili. Nelle carte dell’Oceano Indiano le 65 isole non vengono neppure rappresentate, eccetto la maggiore di esse, Diego Garcia. Qui si trova la più grande base militare statunitense fuori dei confini USA, capace di far impallidire Pearl Harbour. «L'isola è in pratica una lingua di terra alta poco più di una metro sul mare, che circonda perfettamente una baia adattata ad ospitare ogni tipo di nave o sottomarino, l'Isola è irta di antenne e dotata di tutto, anche se presumibilmente gran parte delle istallazioni militari sono interrate» (Fonte).
2. La base nascosta. – La nostra fonte così prosegue: «Il resto dell'arcipelago, ripulito da ogni presenza umana oltre trent'anni fa, è un paradiso naturale in perfetto stato di conservazione, questo grazie al divieto di qualsiasi insediamento umano.
Recentemente Diego Garcia è tornata alle cronache per le possibili conseguenze dello tsunami, che secondo le autorità Usa non hanno provocato danni sull'isola; e per la polemica sul fatto che la base, pur dotata di un sistema di allarme per gli tsunami, non abbia lanciato alcun allarme in tale occasione; voce confermata dalle dichiarazioni di chi ci è stato che ricorda anche esercitazioni in proposito.
Diego Garcia è la più meridionale di una collana di isole a Sud delle Maldive, ed ospita circa 4000 tra militari e contractors civili. Diego Garcia è formalmente un'isola britannica, e l'ordine è assicurato da una decina di ufficiali inglesi, da sei poliziotti e da due funzionari della dogana. Diego Garcia ospita i bunker per gli aerei più costosi ed inutili mai costruiti, i B2, ma offre anche un porto sicuro per decine di navi, ha piste adatte per qualsiasi atterraggio, privilegiando i ben più efficaci B52 e gli aerei-cisterna; oltre a depositi di carburante per tutta la flotte aerea e navale. Ogni genere di mezzo in grado di lanciare un missile tomahawk, o un cruise; ogni tipo di mezzo da rifornimento e da battaglia americano passa o è passato da Diego Garcia, una delle destinazioni favorite tra i giovani militari, che le dedicano entusiastiche home page.
Negli ultimi anni è stata la base principale per le operazioni in Afghanistan ed Iraq, in precedenza era stata potenziata per la guerra del 1991. Ospita inoltre il famigerato "Camp Justice"; sospetta sede di detenzione e tortura di "terroristi" catturati dagli americani in giro per il mondo. Negli Stati uniti ne parlano come de “la Roccia”, significandone la sicurezza ed il valore strategico, dati dall’essere equidistante da tutte le sponde dell'Oceano Indiano, giusto sotto l'Equatore, un punto dal quale si raggiungono senza ostacoli tutta l’Asia meridionale, il medioriente e l’Africa, e che è difficilmente raggiungibile ed attaccabile.
Nell'isola vige il motto "Un'isola, una squadra, una missione". Il previsto e modesto centro di comunicazione descritto nel trattato tra gli alleati è diventato un ricovero delle più potenti armi americane e cardine strategico della capacità di dispiegamento e proiezione militare in quest'area. Le foto disponibili sono impressionanti. Le altre isole che compongono le Chagos sono disabitate, ma raccontano una storia già vista di sopraffazione e colonialismo.
A metà degli anni sessanta Usa e Gran Bretagna stipularono un trattato per il quale i britannici concedevano le Chagos, prive di abitanti, in affitto agli Stati Uniti, al fine di stabilirvi una "stazione di comunicazione". Purtroppo per gli inglesi, sottoposti alla pressione del periodo della de-colonizzazione e incapaci di inventarsi di meglio, le isole non erano prive di abitanti. La Gran Bretagna, con la creazione del BIOT è diventata il paese con la più estesa barriera corallina al mondo.
Le Chagos erano disgraziatamente abitate da una popolazione dai tre ai quattromila creoli originari delle Mauritius, e qualche decina di giramondo ed asiatici residenti da oltre duecento anni sulle isole. Residenti in permanenza, con tanto di cimitero plurisecolare e passaporto britannico, anche se del tipo di serie B riservato agli ex coloni. Le isole conosciute anche come Oil Islands erano dedicate alla produzione dell'olio di palma, vennero prima destinate a colonia penale dai francesi, e poi scoprirono la loro vocazione nella modesta produzione di olio di palma.
Sconfitto Napoleone, le Seychelles e le Mauritius, alle quali appartenevano le Chagos, divennero britanniche; fino al momento nel quale sarebbero diventate, al termine della colonizzazione, stati sovrani associati al Commonwealth. Al momento di restituire l'indipendenza alle Mauritius, a metà degli anni '60 e solo un anno dopo la decisione di costruire la base a Diego Garcia, la Gran Bretagna si riservò queste "isole disabitate", garantendo ottime condizioni economiche ai mauriziani, e certificando all'Onu che le isole fossero poco più che scogli, e che non fossero abitate, essendo frequentate solo da lavoratori temporanei.
Circostanza tanto importante da spingere Denis Greenhill, poi divenuto Barone di Harrow, a dichiarare alla stessa Onu mentre perorava la paternità di queste "rocce" in mezzo all'oceano:
L’annullamento razzista, usato per negare personalità giuridica ai “selvaggi” abitanti dei luoghi che si progetta di sfruttare, e li relega ad un rango subumano che deve cedere il passo all’azione civilizzatrice. Lo stesso espediente usato contro i nativi americani, e contro ogni popolo colonizzato, la pietra angolare che segnala la matrice antiumana che anima queste operazioni.
Dal business gli inglesi lucrarono oltre all’affitto anche uno sconto sui sottomarini atomici Polaris. Costituirono così a passo di carica il BIOT (British Indian Ocean territories), territori inglesi a tutti gli effetti, sui quali non era necessario tenere alcun referendum tra la popolazione, appunto assente, e che pertanto non poteva, o doveva, essere chiamata ad esprimersi sulla transizione di sovranità. Da quel momento gli abitanti delle Chagos che andavano alle Mauritius non poterono più tornare, fino a che nel 1971 non venne eliminato il battello dei rifornimenti che collegava le isole e quindi organizzata la deportazione forzata degli ultimi abitanti rimasti verso la capitale di Mauritius. Accampati presso la capitale Port Louis, gli Ilois, come sono chiamati gli abitanti delle Chagos, sono presto divenuti disadattati ed emarginati; anche in considerazione del fatto che vennero deportati all’improvviso, stipati su una nave con un bagaglio minimo. Un rapimento in piena regola.
Gli Ilois si trovarono subito molto a disagio, anche considerando che non avevano risparmi e che conoscevano solo una economia fondamentalmente basata sul baratto, i loro contatti con il resto del mondo si limitavano ad una visita a Mauritius ogni tre o quattro anni.. Non fu uno sgombero violento, anche se si ricorda con disgusto la decisione di eliminare fisicamente gli oltre mille cani, tra randagi e domestici su Diego Garcia, al fine di consegnare l'isola "sanitized" come da accordi. Accordi che gli americani hanno impugnato una volta emerso lo scandalo, reclamando la loro buona fede nella parola britannica, of course. Le isole appaiono ora a chi le visita come abbandonate all'improvviso; stoviglie sui tavoli, libri aperti, disordine quotidiano.
Degli Ilois il mondo se ne accorse solo nel 1975, grazie ad un articolo del Washington Post, parecchi si indignarono, tra questi anche un Kennedy che definì la vicenda "Un chiaro esempio di mancanza di sensibilità umana", e a quel tempo la Gran Bretagna dispose un risarcimento per gli Ilois; risarcimento destinato ad arrivare solo nel 1978, sette anni senza un soldo, durante i quali gli Ilois verranno stati devastati dall'alcolismo e dalla prostituzione; risarcimento che quando giunge è tanto consumato dall'inflazione da suscitare di nuovo scandalo.
Al di là dell'indignazione gli Usa non fecero mai alcun gesto di disponibilità verso gli Ilois, considerando la faccenda un problema inglese. Per il resto gli inglesi fornirono agli Ilois altri soldi in cambio di una dichiarazione che li impegnava a non ritornare, dichiarazione che legalmente è del tutto irrilevante. Durante anni di tentativi all'Onu, e mentre si consumava la totale insensibilità della stampa e della comunità internazionale alle loro proteste, che giunsero fino allo sciopero della fame; le isole sono state visitate solo dagli zingari del mare; quei velisti che vi fanno tappa durante le traversate dell'Oceano Indiano, tollerati, nelle isole a Nord di Diego Garcia.
Isole nelle quali l'autorità britannica consente queste presenze, pretendendo una tassa di transito e ogni due settimane e fa la ronda per demolire qualsiasi cosa assomigli a tracce di insediamento. Una sosta dalla quale provengono i rapporti che raccontano le isole fermate al 1971. Sulle isole è vietato persino il pernottamento. I vagabondi a vela raccontano che anche un muro sul quale i turisti lasciavano firma del transito, è stato riverniciato dagli zelanti inglesi, per il resto incuranti delle decine di barche alla fonda. Per i vagabondi del mare è un luogo particolare, e con le autorità si è consolidato un rapporto fatto di regole invisibili. Per posizione, riservatezza, assenza di insediamenti umani, qualità e ricchezza dell'ambiente marino e degli approdi, le Chagos sono un passaggio irrinunciabile per i chi veramente si sia stabilito sul mare.
Nel 2000 accade all'improvviso che una corte britannica dichiari, sulla base di migliaia di pagine di documenti declassificati, che gli abitanti delle Chagos sono stati deportati illegalmente; contravvenendo niente di meno che ai principi contenuti nella Magna Charta; legge fondamentale di qualsiasi territorio britannico. Incidentalmente questa sentenza sancisce storicamente che l'accessione alla Gran Bretagna fu illegittima. Insomma una truffa. La prima conseguenza è che agli Ilois, cittadini britannici, dovrà essere permesso il ritorno, la seconda è che le Chagos appartengono di diritto alle Mauritius.
Peccato che da allora non sia cambiato nulla, se non che alcuni Ilois hanno fatto una gita a rivedere le loro case, e che le Mauritius sanno che prima o poi le Chagos torneranno alla loro sovranità. L'unica dichiarazione ufficiale americana sulla vicenda disse a chiare lettere che la sentenza non avrebbe cambiato nulla e non avrebbe avuto alcun effetto. Tra l'altro, caduta l'esigenza di fingere che non esistessero abitanti delle Chagos, le due potenze avrebbero potuto quantomeno fornire un sussidio ai deportati, che con una pensione americana o inglese avrebbero risolto i loro problemi di sopravvivenza immediata, ma la logica è quella dell'annientamento dei fastidiosi selvaggi, della loro emarginazione; nessuno si è nemmeno presentato loro a porgere scuse.
Neanche lo status di Diego Garcia è cambiato, è stato immediatamente dichiarato che in ogni caso su Diego Garcia non avrebbe potuto tornare nessuno; il governo inglese, per sua parte, non ha stanziato una sterlina per il ritorno allle Chagos, adducendo soavi ostacoli burocratici.
Da antologia questo: "Non possiamo reperire fondi europei perché le isole non sono abitate, se non ci sono abitanti la UE non eroga i fondi, e senza fondi non potete permettervi di andarci". L'unica cosa certa è che il governo di Blair ha ordinato di studiare come rimpatriare gli Ilois che vorranno, e che ora, nel frattempo,sono diventati cinquemila. Non esiste una data certa per la consegna dello studio.
Stranamente negli ultimi tempi è anche saltato fuori un utile ecologista inglese, che chiede a gran voce di preservare questo paradiso naturale, vietando l'accesso agli umani inquinanti. Curiosamente l'ecologista inglese ha più soldi di tutti gli Ilois messi insieme, costretti a chiedere un prestito anche per mandare un loro rappresentante alla rituale, ma burocraticamente inevitabile, audizione ufficiale all'Onu del popolo sfigato che non si fila nessuno. Certo, le isole sono un paradiso naturale, e gli americani non vorrebbero dover trasferire a Diego Garcia altro personale per garantirne la sicurezza e controllare Ilois e turisti, ma queste sono ipotesi di menti deviate dall'antiamericanismo.
Curiosamente, ai tempi della costituzione del BIOT, americani ed inglesi erano indecisi se fare la base su Diego Garcia o su un'Isola appartenente alle Seychelles, inizialmente compresa nel BIOT e poi scartata, dissero, perché zona di riproduzione delle tartarughe marine e quindi restituita in seguito con altre due all'impotente governo delle Seychelles. Una straordinaria sensibilità ecologica che ritorna ciclicamente, ma che non tocca gli imponenti lavori a Diego Garcia o l'impatto della flotta più imponente al mondo sugli atolli corallini, per non parlare dell'inquinamento da idrocarburi. La storia ripete in maniera ossessiva, si ripetono le più classiche nefandezze che colpirono gran parte dei paesi liberati dal dominio coloniale, quando vennero convertiti ad organizzazioni nazionali secondo linee tracciate seguendo gli interessi dei tradizionali dominatori; ma si dimostra anche come le acquisizioni illegali alla lunga mostrino i loro limiti, impedendo ai prepotenti di perfezionare l'acquisto di territori in realtà rubati attraverso i sotterfugi e gli inganni del più bieco colonialismo.
Una nota di ottimismo viene dalla considerazione che leggi ispirate dall'utopia come i trattati internazionali firmati nell'ottocento, o addirittura la Magna Charta, siano ancora oggi l'unico e reale baluardo al perfezionamento della prepotenza e delle aggressioni; e che, anche se non possono permettere il verificarsi di clamorose ingiustizie, evitano almeno che diventino perenni ed irreversibili. Sono passati più di trent'anni, gli Ilois invecchiano e a Diego Garcia, sicuramente non torneranno mai, nelle altre isole, forse, un giorno.
La statistica non è incoraggiante, prossimamente gli Ilois chiederanno giustizia alla UE, perché a modo loro sono europei, anche se di serie B».
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2. La base nascosta. – La nostra fonte così prosegue: «Il resto dell'arcipelago, ripulito da ogni presenza umana oltre trent'anni fa, è un paradiso naturale in perfetto stato di conservazione, questo grazie al divieto di qualsiasi insediamento umano.
Recentemente Diego Garcia è tornata alle cronache per le possibili conseguenze dello tsunami, che secondo le autorità Usa non hanno provocato danni sull'isola; e per la polemica sul fatto che la base, pur dotata di un sistema di allarme per gli tsunami, non abbia lanciato alcun allarme in tale occasione; voce confermata dalle dichiarazioni di chi ci è stato che ricorda anche esercitazioni in proposito.
Diego Garcia è la più meridionale di una collana di isole a Sud delle Maldive, ed ospita circa 4000 tra militari e contractors civili. Diego Garcia è formalmente un'isola britannica, e l'ordine è assicurato da una decina di ufficiali inglesi, da sei poliziotti e da due funzionari della dogana. Diego Garcia ospita i bunker per gli aerei più costosi ed inutili mai costruiti, i B2, ma offre anche un porto sicuro per decine di navi, ha piste adatte per qualsiasi atterraggio, privilegiando i ben più efficaci B52 e gli aerei-cisterna; oltre a depositi di carburante per tutta la flotte aerea e navale. Ogni genere di mezzo in grado di lanciare un missile tomahawk, o un cruise; ogni tipo di mezzo da rifornimento e da battaglia americano passa o è passato da Diego Garcia, una delle destinazioni favorite tra i giovani militari, che le dedicano entusiastiche home page.
Negli ultimi anni è stata la base principale per le operazioni in Afghanistan ed Iraq, in precedenza era stata potenziata per la guerra del 1991. Ospita inoltre il famigerato "Camp Justice"; sospetta sede di detenzione e tortura di "terroristi" catturati dagli americani in giro per il mondo. Negli Stati uniti ne parlano come de “la Roccia”, significandone la sicurezza ed il valore strategico, dati dall’essere equidistante da tutte le sponde dell'Oceano Indiano, giusto sotto l'Equatore, un punto dal quale si raggiungono senza ostacoli tutta l’Asia meridionale, il medioriente e l’Africa, e che è difficilmente raggiungibile ed attaccabile.
Nell'isola vige il motto "Un'isola, una squadra, una missione". Il previsto e modesto centro di comunicazione descritto nel trattato tra gli alleati è diventato un ricovero delle più potenti armi americane e cardine strategico della capacità di dispiegamento e proiezione militare in quest'area. Le foto disponibili sono impressionanti. Le altre isole che compongono le Chagos sono disabitate, ma raccontano una storia già vista di sopraffazione e colonialismo.
A metà degli anni sessanta Usa e Gran Bretagna stipularono un trattato per il quale i britannici concedevano le Chagos, prive di abitanti, in affitto agli Stati Uniti, al fine di stabilirvi una "stazione di comunicazione". Purtroppo per gli inglesi, sottoposti alla pressione del periodo della de-colonizzazione e incapaci di inventarsi di meglio, le isole non erano prive di abitanti. La Gran Bretagna, con la creazione del BIOT è diventata il paese con la più estesa barriera corallina al mondo.
Le Chagos erano disgraziatamente abitate da una popolazione dai tre ai quattromila creoli originari delle Mauritius, e qualche decina di giramondo ed asiatici residenti da oltre duecento anni sulle isole. Residenti in permanenza, con tanto di cimitero plurisecolare e passaporto britannico, anche se del tipo di serie B riservato agli ex coloni. Le isole conosciute anche come Oil Islands erano dedicate alla produzione dell'olio di palma, vennero prima destinate a colonia penale dai francesi, e poi scoprirono la loro vocazione nella modesta produzione di olio di palma.
Sconfitto Napoleone, le Seychelles e le Mauritius, alle quali appartenevano le Chagos, divennero britanniche; fino al momento nel quale sarebbero diventate, al termine della colonizzazione, stati sovrani associati al Commonwealth. Al momento di restituire l'indipendenza alle Mauritius, a metà degli anni '60 e solo un anno dopo la decisione di costruire la base a Diego Garcia, la Gran Bretagna si riservò queste "isole disabitate", garantendo ottime condizioni economiche ai mauriziani, e certificando all'Onu che le isole fossero poco più che scogli, e che non fossero abitate, essendo frequentate solo da lavoratori temporanei.
Circostanza tanto importante da spingere Denis Greenhill, poi divenuto Barone di Harrow, a dichiarare alla stessa Onu mentre perorava la paternità di queste "rocce" in mezzo all'oceano:
«….ci sono alcuni umani simili a Tarzan o a Venerdì dispersi sulle isole, che saranno fortunatamente condotti in salvo alle Mauritius».La stessa giustificazione rifilata, negli stessi anni, dagli americani e dagli indonesiani all’Onu per consegnare West Papua, e la più grande miniera del mondo, alla sovranità indonesiana.
L’annullamento razzista, usato per negare personalità giuridica ai “selvaggi” abitanti dei luoghi che si progetta di sfruttare, e li relega ad un rango subumano che deve cedere il passo all’azione civilizzatrice. Lo stesso espediente usato contro i nativi americani, e contro ogni popolo colonizzato, la pietra angolare che segnala la matrice antiumana che anima queste operazioni.
Dal business gli inglesi lucrarono oltre all’affitto anche uno sconto sui sottomarini atomici Polaris. Costituirono così a passo di carica il BIOT (British Indian Ocean territories), territori inglesi a tutti gli effetti, sui quali non era necessario tenere alcun referendum tra la popolazione, appunto assente, e che pertanto non poteva, o doveva, essere chiamata ad esprimersi sulla transizione di sovranità. Da quel momento gli abitanti delle Chagos che andavano alle Mauritius non poterono più tornare, fino a che nel 1971 non venne eliminato il battello dei rifornimenti che collegava le isole e quindi organizzata la deportazione forzata degli ultimi abitanti rimasti verso la capitale di Mauritius. Accampati presso la capitale Port Louis, gli Ilois, come sono chiamati gli abitanti delle Chagos, sono presto divenuti disadattati ed emarginati; anche in considerazione del fatto che vennero deportati all’improvviso, stipati su una nave con un bagaglio minimo. Un rapimento in piena regola.
Gli Ilois si trovarono subito molto a disagio, anche considerando che non avevano risparmi e che conoscevano solo una economia fondamentalmente basata sul baratto, i loro contatti con il resto del mondo si limitavano ad una visita a Mauritius ogni tre o quattro anni.. Non fu uno sgombero violento, anche se si ricorda con disgusto la decisione di eliminare fisicamente gli oltre mille cani, tra randagi e domestici su Diego Garcia, al fine di consegnare l'isola "sanitized" come da accordi. Accordi che gli americani hanno impugnato una volta emerso lo scandalo, reclamando la loro buona fede nella parola britannica, of course. Le isole appaiono ora a chi le visita come abbandonate all'improvviso; stoviglie sui tavoli, libri aperti, disordine quotidiano.
Degli Ilois il mondo se ne accorse solo nel 1975, grazie ad un articolo del Washington Post, parecchi si indignarono, tra questi anche un Kennedy che definì la vicenda "Un chiaro esempio di mancanza di sensibilità umana", e a quel tempo la Gran Bretagna dispose un risarcimento per gli Ilois; risarcimento destinato ad arrivare solo nel 1978, sette anni senza un soldo, durante i quali gli Ilois verranno stati devastati dall'alcolismo e dalla prostituzione; risarcimento che quando giunge è tanto consumato dall'inflazione da suscitare di nuovo scandalo.
Al di là dell'indignazione gli Usa non fecero mai alcun gesto di disponibilità verso gli Ilois, considerando la faccenda un problema inglese. Per il resto gli inglesi fornirono agli Ilois altri soldi in cambio di una dichiarazione che li impegnava a non ritornare, dichiarazione che legalmente è del tutto irrilevante. Durante anni di tentativi all'Onu, e mentre si consumava la totale insensibilità della stampa e della comunità internazionale alle loro proteste, che giunsero fino allo sciopero della fame; le isole sono state visitate solo dagli zingari del mare; quei velisti che vi fanno tappa durante le traversate dell'Oceano Indiano, tollerati, nelle isole a Nord di Diego Garcia.
Isole nelle quali l'autorità britannica consente queste presenze, pretendendo una tassa di transito e ogni due settimane e fa la ronda per demolire qualsiasi cosa assomigli a tracce di insediamento. Una sosta dalla quale provengono i rapporti che raccontano le isole fermate al 1971. Sulle isole è vietato persino il pernottamento. I vagabondi a vela raccontano che anche un muro sul quale i turisti lasciavano firma del transito, è stato riverniciato dagli zelanti inglesi, per il resto incuranti delle decine di barche alla fonda. Per i vagabondi del mare è un luogo particolare, e con le autorità si è consolidato un rapporto fatto di regole invisibili. Per posizione, riservatezza, assenza di insediamenti umani, qualità e ricchezza dell'ambiente marino e degli approdi, le Chagos sono un passaggio irrinunciabile per i chi veramente si sia stabilito sul mare.
Nel 2000 accade all'improvviso che una corte britannica dichiari, sulla base di migliaia di pagine di documenti declassificati, che gli abitanti delle Chagos sono stati deportati illegalmente; contravvenendo niente di meno che ai principi contenuti nella Magna Charta; legge fondamentale di qualsiasi territorio britannico. Incidentalmente questa sentenza sancisce storicamente che l'accessione alla Gran Bretagna fu illegittima. Insomma una truffa. La prima conseguenza è che agli Ilois, cittadini britannici, dovrà essere permesso il ritorno, la seconda è che le Chagos appartengono di diritto alle Mauritius.
Peccato che da allora non sia cambiato nulla, se non che alcuni Ilois hanno fatto una gita a rivedere le loro case, e che le Mauritius sanno che prima o poi le Chagos torneranno alla loro sovranità. L'unica dichiarazione ufficiale americana sulla vicenda disse a chiare lettere che la sentenza non avrebbe cambiato nulla e non avrebbe avuto alcun effetto. Tra l'altro, caduta l'esigenza di fingere che non esistessero abitanti delle Chagos, le due potenze avrebbero potuto quantomeno fornire un sussidio ai deportati, che con una pensione americana o inglese avrebbero risolto i loro problemi di sopravvivenza immediata, ma la logica è quella dell'annientamento dei fastidiosi selvaggi, della loro emarginazione; nessuno si è nemmeno presentato loro a porgere scuse.
Neanche lo status di Diego Garcia è cambiato, è stato immediatamente dichiarato che in ogni caso su Diego Garcia non avrebbe potuto tornare nessuno; il governo inglese, per sua parte, non ha stanziato una sterlina per il ritorno allle Chagos, adducendo soavi ostacoli burocratici.
Da antologia questo: "Non possiamo reperire fondi europei perché le isole non sono abitate, se non ci sono abitanti la UE non eroga i fondi, e senza fondi non potete permettervi di andarci". L'unica cosa certa è che il governo di Blair ha ordinato di studiare come rimpatriare gli Ilois che vorranno, e che ora, nel frattempo,sono diventati cinquemila. Non esiste una data certa per la consegna dello studio.
Stranamente negli ultimi tempi è anche saltato fuori un utile ecologista inglese, che chiede a gran voce di preservare questo paradiso naturale, vietando l'accesso agli umani inquinanti. Curiosamente l'ecologista inglese ha più soldi di tutti gli Ilois messi insieme, costretti a chiedere un prestito anche per mandare un loro rappresentante alla rituale, ma burocraticamente inevitabile, audizione ufficiale all'Onu del popolo sfigato che non si fila nessuno. Certo, le isole sono un paradiso naturale, e gli americani non vorrebbero dover trasferire a Diego Garcia altro personale per garantirne la sicurezza e controllare Ilois e turisti, ma queste sono ipotesi di menti deviate dall'antiamericanismo.
Curiosamente, ai tempi della costituzione del BIOT, americani ed inglesi erano indecisi se fare la base su Diego Garcia o su un'Isola appartenente alle Seychelles, inizialmente compresa nel BIOT e poi scartata, dissero, perché zona di riproduzione delle tartarughe marine e quindi restituita in seguito con altre due all'impotente governo delle Seychelles. Una straordinaria sensibilità ecologica che ritorna ciclicamente, ma che non tocca gli imponenti lavori a Diego Garcia o l'impatto della flotta più imponente al mondo sugli atolli corallini, per non parlare dell'inquinamento da idrocarburi. La storia ripete in maniera ossessiva, si ripetono le più classiche nefandezze che colpirono gran parte dei paesi liberati dal dominio coloniale, quando vennero convertiti ad organizzazioni nazionali secondo linee tracciate seguendo gli interessi dei tradizionali dominatori; ma si dimostra anche come le acquisizioni illegali alla lunga mostrino i loro limiti, impedendo ai prepotenti di perfezionare l'acquisto di territori in realtà rubati attraverso i sotterfugi e gli inganni del più bieco colonialismo.
Una nota di ottimismo viene dalla considerazione che leggi ispirate dall'utopia come i trattati internazionali firmati nell'ottocento, o addirittura la Magna Charta, siano ancora oggi l'unico e reale baluardo al perfezionamento della prepotenza e delle aggressioni; e che, anche se non possono permettere il verificarsi di clamorose ingiustizie, evitano almeno che diventino perenni ed irreversibili. Sono passati più di trent'anni, gli Ilois invecchiano e a Diego Garcia, sicuramente non torneranno mai, nelle altre isole, forse, un giorno.
La statistica non è incoraggiante, prossimamente gli Ilois chiederanno giustizia alla UE, perché a modo loro sono europei, anche se di serie B».
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