B.S. 88.2 Cisgiordania ↔ 89. Italia
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Con gli accordi siglati negli anni 1993-2000, Israele ha riconosciuto formalmente (ma riservandosi il diritto di intervenire nei territori per “ragioni di sicurezza”) il mandato all’Autorità Nazionale Palestinese sulla striscia di Gaza e su alcune aree della Cisgiordania (tra cui le città di Gerico, Hebron, Nablus e Betlemme) equivalenti al 47% di quel territorio. A partire dal 2002 è stato costruito in Cisgiordania un “muro di sicurezza” di 360 km che segue, con ampie deviazioni a favore di Israele, la linea di confine del 1967. Dal 5 luglio 1994 l’ANP dispone di un sistema politico e amministrativo proprio, con un Presidente eletto a suffragio diretto, un Primo Ministro e un Consiglio legislativo composto da 88 membri, portati a 132 nel 2005. Lo stato di conflitto e la costruzione del muro hanno provocato gravi limitazioni alla possibilità di movimento dei cittadini palestinesi con pesanti ripercussioni economiche e sociali.
B.T.Gmap. Vers. 1.1/8.12.17
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Sommario: 1. Parametri principali. – 2. Hamas. – 3. La Cisgiordania. – 4. Gaza.
1. Attualità geopolitica. – a) «Il 23-XII-2016 una risoluzione di condanna della costruzione di insediamenti in Cisgiordania è stata approvata per la prima volta, con l'astensione degli USA, dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Tale risoluzione, insieme ad altre analoghe prese di posizione di altre organizzazioni internazionali, ha provocato una forte condanna da parte del governo israeliano. Con l'insediamento del nuovo presidente USA Trump, che ha visitato Israele nel maggio 2017, è stato però ribadito il sostegno alle politiche israeliane nei territori occupati. Nel 2017 è stata approvata la costruzione di migliaia di nuove unità abitative nella Cisgiordania occupata» (DeA-18).
1. Attualità geopolitica. – a) «Il 23-XII-2016 una risoluzione di condanna della costruzione di insediamenti in Cisgiordania è stata approvata per la prima volta, con l'astensione degli USA, dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Tale risoluzione, insieme ad altre analoghe prese di posizione di altre organizzazioni internazionali, ha provocato una forte condanna da parte del governo israeliano. Con l'insediamento del nuovo presidente USA Trump, che ha visitato Israele nel maggio 2017, è stato però ribadito il sostegno alle politiche israeliane nei territori occupati. Nel 2017 è stata approvata la costruzione di migliaia di nuove unità abitative nella Cisgiordania occupata» (DeA-18).
1. Parametri principali. – Il 25 gennaio 2006, alle elezioni legislative nei territori palestinesi, il partito di Arafat, al-Fatah, è stato per la prima volta battuto dai radicali islamici di Hamas che, dopo aver assunto la guida del governo con ismail Haniyeh (29 marzo 2006), hanno ribadito il rifiuto di riconoscere lo Stato di Israele. Quest’ultimo e parte della cosiddetta comunità internazionale, ma sostanzialmente gli Usa e loro clienti, hanno iniziato un boicottaggio – che dunque Israele pratica per conto suo, ma critica il boicottaggio che contro Israele fanno gli attivisti del BDS – anche economico (Israele – udite udite – raccoglie imposte e dazio doganali per conto dell’ANP) che hanno messo in crisi la fragile struttura dell’amministrazione.
2. Hamas. – Questa situazione ha rafforzato la leadership di Hamas, che ha preso il controllo titale della striscia di Gaza (giugno 2007), sventando un colpo di stato ed espellendo le forze politico-militari di al-Fatah. Questa ha a sua volta chiuso ogni rapporto con Hamas assumendo il controllo delle istituzioni politiche in Cisgiordania e nominando un nuovo primo Ministro (Salam Fayyad). Di fatto i territori occupati sono ormai divisi, secondo una regia ed una strategia che non è difficile riconoscere come diretta da Israele, che punta al totale dissolvimento del popolo palestinese senza esclusione alcuna di mezzi. È da notare che il “nuovo” primo Ministro Fayyad è di fatto illegittimo, se devono ritenersi valide le elezioni del gennaio 2006, fatte sotto controllo internazionale ed assolutamente democratiche. Nell’informazione corrente si tace quasi sempre il fatto che Hamas nel giugno del 2007 ha sventato un colpo di stato rivelato dalla rivista Vanity Fair e noto agli analisti più informati, ma normalmente taciuto e tacitato dalla propaganda israeliana.
3. La Cisgiordania. – È parte della Giordania a W del fiume Giordano e Gerusalemme Est. Il 31 luglio 1988 la Giordania ha rinunciato a ogni diritto sulla regione. La popolazione è costituita da palestinesi, ma sono presenti in numero sempre crescente ed invasivo circa 260.000 coloni ebrei. La superficie della Cisgiordania è di 5.879 kmq con una popolazione di 2.345.107 abitanti nel 2007.
4. Gaza. – Già appartenente all’Egitto, è una striscia costiera estesa verso il confine egiziano. La popolazione è palestinese. Ha una superficie di 378 kmq con una popolazione di 1.416.539 abitanti censiti nel 2007 e con una densità per kmq qui ottenuta dal risultato 1.416.539 : 378 = 3.747, forse la più elevata del mondo, ma con la specificità assolutamente unica che si tratta di una vera e propria prigione, un lager, da dove gli internati non possono né entrare né uscire e dove le visite carcerarie sono lesinate e proibite alle massime autorità internazionali.
Torna al Sommario.Fonte: Corriere della Sera. |
3. La Cisgiordania. – È parte della Giordania a W del fiume Giordano e Gerusalemme Est. Il 31 luglio 1988 la Giordania ha rinunciato a ogni diritto sulla regione. La popolazione è costituita da palestinesi, ma sono presenti in numero sempre crescente ed invasivo circa 260.000 coloni ebrei. La superficie della Cisgiordania è di 5.879 kmq con una popolazione di 2.345.107 abitanti nel 2007.
4. Gaza. – Già appartenente all’Egitto, è una striscia costiera estesa verso il confine egiziano. La popolazione è palestinese. Ha una superficie di 378 kmq con una popolazione di 1.416.539 abitanti censiti nel 2007 e con una densità per kmq qui ottenuta dal risultato 1.416.539 : 378 = 3.747, forse la più elevata del mondo, ma con la specificità assolutamente unica che si tratta di una vera e propria prigione, un lager, da dove gli internati non possono né entrare né uscire e dove le visite carcerarie sono lesinate e proibite alle massime autorità internazionali.
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